Pia Seidel
Retroscena

Poesia della vita quotidiana: perché il caos vissuto è più bello dell'estetica impeccabile

Pia Seidel
2.7.2025
Traduzione: Nerea Buttacavoli
Immagini: Pia Seidel

Al festival «3 Days of Design» di Copenaghen, mi sono trovata improvvisamente nel bel mezzo del caos: un letto sfatto, avanzi di colazione sul tavolo, appunti scarabocchiati – e design ovunque che non sembrava perfetto, ma vivo. Charlotte Taylor ha osato ciò che quasi nessuno nel mondo degli interni osa fare: celebrare il caos quotidiano. E all'improvviso tutto sembrava così reale.

Era come se avessi fatto irruzione nella mattina di qualcun altro: il letto sfatto, un uovo per la colazione mangiato solo a metà, il giornale aperto. In qualche modo sentivo di dovermi scusare, ma allo stesso tempo volevo restare. In mezzo a tutta questa confusione apparentemente spontanea, c'erano oggetti di design che si integravano in modo così naturale nella scena che sembrava avessero sempre vissuto qui. Vecchi amici che sono passati spontaneamente a prendere un caffè.

Casa: tra pace e caos

La mostra intitolata «Home from Home» mostra cosa sia realmente la nostra casa: a volte un porto sicuro, altre l'occhio di una tempesta selvaggia. A volte vuota, a volte piena di vita. Caos e ordine, tutto insieme.

La direttrice creativa Charlotte Taylor ha voluto catturare questi contrasti in collaborazione con il collettivo di design Noura Residency e nel farlo, si allontana deliberatamente dal minimalismo scandinavo che vediamo spesso. «Mi sembra che manchi un design presentato in modo più domestico e accessibile, soprattutto nel contesto di Copenhagen», ha dichiarato a Wallpaper.

E ha ragione: chi vive in un appartamento immacolato e perfettamente arredato? La vita reale è caotica, ed è questo che la rende bella.

Un tavolo che racconta storie

Ne è un esempio il tavolo «Sobremesa», che Taylor ha progettato insieme a Sheila Llovet. Il suo nome, ispirato alla tradizione spagnola delle conversazioni rilassate a tavola, si adatta perfettamente: un elegante tavolo in rovere e noce che nasconde un set di scacchi.

Ma questo tavolo non era solo un oggetto da esposizione. È stato utilizzato durante la fiera, per vere e proprie cene e partite a scacchi tra amici. È proprio questo che lo ha reso dinamico. Le storie raccontano di buon cibo, lunghe conversazioni e risate condivise.

Il gioco con la luce

Che sia naturale o artificiale, la luce ha danzato nella stanza, giocando con gli oggetti di marchi come Aarke, Birkenstock e Tekla. Una leggera brezza faceva ondeggiare soavemente la decorazione sul tavolo da pranzo, mentre una tazza di caffè tintinnava dolcemente da qualche parte. Ogni aspetto dell'esposizione – dagli odori della stanza ai suoni – è stato progettato per creare un'atmosfera che facesse pensare a una vera e propria casa. Non era impeccabile. Ed era proprio questo il punto.

Un oggetto da parete minimalista con uno scomparto segreto ha regalato un momento inaspettato: una folata di vento ha fatto svolazzare degli appunti fuori dallo scomparto e li ha fatti atterrare sul pavimento. Improvvisamente l'oggetto di design ha preso vita: non più solo un oggetto, ma parte di una storia. Non previsto? Forse. Magico? Assolutamente sì.

La bellezza del disordine spontaneo

Chi avrebbe mai pensato che un letto sfatto e qualche briciola sul tavolo potessero essere la nuova estetica da perseguire? Forse dovrei sempre lasciare il mio salotto così com'è per la maggior parte del tempo: vivo e in uso. Perché è proprio quello che ha dimostrato «Home from Home»: una casa non deve essere immacolata per essere bella. È un luogo che vive, respira e racconta storie. Un luogo dove nascono i sogni e dove ci si sente al sicuro.

Cosa distingue una casa per te? Perfezione o caos vissuto? Condividi la tua opinione nei commenti.

Immagine di copertina: Pia Seidel

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