Retroscena

Oggi è tutto più facile! 7 motivi per cui viaggiare in auto con la famiglia è sempre più piacevole

Michael Restin
21.8.2025
Traduzione: Sanela Dragulovic
Immagini: Michael Restin

Dopo aver percorso migliaia di chilometri, ciò che rimane dell'estate è una dose di umiltà: la modernità è una benedizione quando si viaggia in auto con i bambini. Un ricordo.

La mia memoria è un colabrodo. E per fortuna. Filtra le ore di noia, lasciando spazio solo ai ricordi più belli. Quando ripenso agli interminabili viaggi della mia infanzia, provo un senso di nuovo inizio e di avventura. Di solito partivamo nel cuore della notte. Le prime ore in macchina erano un sogno confuso di danzanti fanali posteriori, di dossi sulla strada e di cartelli stradali su cui intravvedevo la scritta Brescia o Darmstadt.

Se ripenso al mio primo volo, lo associo a poca coda, tanto spazio (per le gambe) e una visita in cabina di pilotaggio, al contrario di oggi quando la prima cosa che mi dicono è togli la cintura! Alza le mani! Via l'acqua! Controllo, controllo, controllo. E poi aspettare incastrati e stretti l'arrivo, i bagagli e l'auto a noleggio, dove il fornitore ti noleggia a peso d'oro i seggiolini per bambini. Invece di sentirti libero, sei in balia di altri.

L'era delle bugie bianche è finita. Soprattutto quando l'orario di arrivo calcolato salta improvvisamente dalle 17:54 alle 18:48, è necessario avere molta pazienza e talento per borbottare qualcosa su «percorso alternativo» o «l'ingorgo può risolversi». A partire dall'età scolare, i bambini sanno relativamente bene cosa aspettarsi in queste situazioni. Ed è giusto così.

Sapere che non si può fare nulla per cambiare la situazione è incredibilmente rilassante. Proprio come un clima piacevole.

2. Niente più forni

«Non lamentatevi sempre», mi piace dire soprattutto quando i bambini brontolano della temperatura in macchina. Sì, l'aria condizionata impiega un po' di tempo per raggiungere le condizioni ideali. Ma almeno ce l'abbiamo, e anche il modello più semplice rende l'interno dell'abitacolo accettabilmente fresco già dopo pochi minuti.

In passato, l'auto diventava una specie di forno nelle giornate più calde. Dopo dieci ore di cottura, anche il sangue più freddo si scioglieva in un miscuglio di pensieri che facevano riaffiorare l'invidia verso chi viaggiava in aereo. Il jet set ha affrontato un viaggio fresco al settimo cielo verso destinazioni esotiche. La plebe invece avanzava a passo d'uomo sul Brennero o guardava nel tubo del Gottardo.

Peccato che l'aria condizionata abbia tolto il carattere dello stare in colonna. Prima, si abbassavano le finestre e si aprivano le porte, le persone chiacchieravano e scambiavano qualche parola di incoraggiamento. Oggi ogni equipaggio soffre in silenzio e in solitaria. Consiglio: se vuoi vivere una vera ondata di caldo, ti consiglio di fare la fila per ore aspettando il traghetto.

Per gli adulti significava tirare fuori i passaporti, sfoggiare un sorriso calmo e rassicurante e sperare per il meglio. Per i bambini, stare tranquilli e comportarsi bene. Fare quello che i genitori ripetono sempre, «darsi una regolata». Con il compito aggiuntivo di fingere di dormire la sera o la mattina e di sbavare in modo così pietoso che nessuna guardia di frontiera, per quanto dura, avrebbe mai voluto disturbare da questo sonno profondo.

Arrivare in auto non solo vuol dire raggiungere la meta, ma anche sentirsi realizzati. Metti in folle, spegni il motore e la vacanza può iniziare. Una famiglia, in soli quattro metri quadrati, arrivata a destinazione. Questo momento è così magico che non cambia nemmeno con il passare degli anni. È sempre più prezioso, perché si condivide sempre più tempo.

Nuove impressioni si mescolano a vecchie storie, mentre le fatiche del viaggio svaniscono lentamente. Ciò che emerge immediatamente è il sollievo e una dose di umiltà perché anche questa volta è andato tutto bene. Non abbiamo avuto inconvenienti e siamo arrivati sani e salvi. Oggi è tutto più bello, perché ieri ci aspettava ancora il viaggio e il tempo trasformerà il tutto in ricordi indelebili.

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Semplice scrittore, doppiamente papà, che ama essere in movimento e destreggiarsi nella vita familiare quotidiana, come un giocoliere che lancia le palline e di tanto ne fa cadere una. Può trattarsi di una palla, di un'osservazione, o di entrambe.


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