Retroscena

Il digiuno terapeutico: i consigli dell'esperta

Olivia Leimpeters-Leth
23.6.2023
Traduzione: Sanela Dragulovic

Quando si digiuna, si fa qualcosa di buono per se stessi e per il proprio corpo: questo è certo. Ma a cosa si deve prestare particolarmente attenzione?

Da arma politica a movimento per il benessere: Mahatma Ghandi sapeva già come superare i presunti limiti del corpo rinunciando al cibo. Ha digiunato in nome del pacifismo. Oggi, a distanza di quasi un secolo, si digiuna in nome della salute: obesità, pressione alta, fegato grasso – si suppone che tutto ciò possa essere ridotto rinunciando temporaneamente ai cibi solidi.

È più facile a dirsi che a farsi, in fin dei conti a nessuno piace patire la fame. E nessuno vuole sentirsi senza forze, a maggior ragione. Per questo motivo ho parlato con la dottoressa Eva Lischka della clinica del digiuno Buchinger Wilhelmi sul Lago di Costanza di come il corpo reagisce alla rinuncia al cibo e di cosa è importante tenere a mente.

Digiuno terapeutico: il corpo ci riesce

La parola «rinuncia» fa rizzare i capelli a molti. Non mangiare nulla di solido per un lungo periodo di tempo, che si tratti di un digiuno intermittente a casa o in una clinica del digiuno, sembra inizialmente ostile alla vita. Ma non è affatto detto che lo sia, anzi.

Effetti positivi per la salute: cosa succede durante il digiuno?

Le cellule si autoalimentano, per così dire, dopo un periodo di limitazione dei nutrienti. Questo processo inizia già durante il digiuno intermittente, quando non si mangia per 12-16 ore di seguito: si attiva una funzione di riciclo dell'organismo per la quale il biologo cellulare giapponese Yoshinori Osumi ha ricevuto il Premio Nobel per la Medicina nel 2016. Oltre al rinnovamento cellulare, il digiuno apporta numerosi altri benefici alla salute.

Tipi di digiuno: quali sono le opzioni?

Non è necessario diventare asceta per digiunare. In sostanza, si tratta di ridurre le calorie. Sta a te decidere in quale forma farlo. Il digiuno di Buchinger, proposto anche dalla dottoressa Lischka, è probabilmente uno dei metodi più noti. La dieta consiste in tisane, brodo vegetale, succhi di frutta e acqua.

5 Consigli: come sopravvivere al primo digiuno terapeutico

L'organismo trae molti benefici da una riduzione occasionale dell'apporto calorico. Tuttavia, gli obiettivi vanno ben oltre la rinuncia, afferma la dottoressa Lischka: «Il digiuno tocca i pilastri dell'alimentazione, dell'esercizio fisico e della riduzione dello stress». La dottoressa spiega come prepararsi al primo digiuno e come superare il periodo in modo sano e corretto.

1. Preparazione: ridurre il caffè e lo zucchero

2. Digiuno terapeutico: tempistica e durata

3. Digiuno in gruppo

4. Stabilire obiettivi realistici

5. Concludere il digiuno: ritrovare dolcemente la propria strada nella vita di tutti i giorni

La fine del digiuno va festeggiata con dolcezza. Come nel periodo di preparazione, anche nei giorni successivi bisogna evitare la carne e mangiare molta verdura. «Raccomandiamo una dieta mediterranea con molti oli buoni e non troppa frutta e zucchero». La zuppa di patate, le mele cotte, gli spinaci e altre pietanze a base di verdure vengono servite per interrompere il digiuno nel metodo di Buchinger.

Immagine di copertina: shutterstock

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Adoro le frasi enfatiche e il linguaggio allegorico. Le metafore intelligenti sono la mia kryptonite, anche se a volte è meglio arrivare dritti al punto. Tutti miei testi sono curati dai miei gatti. E non è una metafora, perché credo che si possa «umanizzare l'animale domestico». Quando non sto seduta alla scrivania, mi piace fare escursioni, suonare musica attorno al fuoco o attivare il mio corpo stanco praticando sport o andando a una festa. 


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