Retroscena

Anteprima di «The Blood of the Dawnwalker»: un clone di «The Witcher» con tanta voglia di sangue

Philipp Rüegg
29.8.2025
Traduzione: Leandra Amato

Il nuovo gioco open world del team che ha realizzato «The Witcher 3» ha degli inconfondibili parallelismi con l'avventura dei Witcher. Ma con un vampiro resistente al sole e i giorni contati, sembra essere più di una pallida imitazione.

Sono rimasto molto colpito dalla demo di «The Blood of Dawnwalker» alla Gamescom. Ogni tre minuti pensavo a quanto fosse simile a «The Witcher 3». Non è una sorpresa. Rebel Wolves, lo studio polacco dietro al nuovo gioco di ruolo d'azione open world, è composto da numerosi ex sviluppatori di CD Projekt Red, che hanno già lavorato a «The Witcher 3» e «Cyberpunk 2077».

«The Blood of Dawnwalker» è ambientato in un mondo dark fantasy nell'Europa del XIV secolo. Giochi nei panni di Coen che, a causa di circostanze inspiegabili, è stato trasformato in un Dawnwalker. Questa straordinaria specie è come il Blade del Medioevo. Di giorno, però, sembra che Coen perda la maggior parte dei suoi superpoteri vampirici, per poi recuperarli di notte.

La cattedrale viene rapidamente identificata. L'imponente edificio troneggia nel mezzo di un'enorme città e ricorda Notre-Dame a Parigi. Un collaboratore di Rebel Wolves che controlla la demo sa come impostare la scena in modo da mostrare al meglio la luna rosso sangue sullo sfondo. Non posso fare a meno di rimanere estasiato.

Le battaglie sembrano potenti e dinamiche. Le prime teste e i primi arti volano velocemente. Da vampiro, Coen può anche usare artigli e attacchi magici. Proprio come «The Witcher 3», «The Blood of Dawnwalker» si rivolge a un pubblico adulto sia in termini di contenuti che di gameplay.

Dopo la breve schermaglia, Coen si dirige verso la cattedrale. Un chierico irascibile non sa nulla di una cripta segreta e non ci fa entrare nella biblioteca per poterla vedere di persona. I dialoghi con risposte liberamente selezionabili sono accompagnati da un'ottima musica e i volti sono molto espressivi. Su nostra insistenza, il chierico ci concede l'accesso a condizione di trovare il becchino scomparso.

L'uomo che sussurra alla morte

Le tracce del becchino portano a un ospizio. Lì scopriamo che si prendeva cura delle vittime della peste. Quando era diventato chiaro che non potevano più essere aiutati, venivano murati. Troviamo una via segreta dietro un armadio. Lì, l'odore acre della decomposizione fa svanire ogni speranza di trovare ancora qualcuno in vita. Tra i cadaveri troviamo anche il becchino.

In forma umana, Coen può parlare con i morti grazie alla stregoneria. Così scopriamo che il defunto non è stata proprio un'anima pia. Chi lo ha sulla coscienza si rivela nel momento successivo, quando una specie di ghoul ci attacca. È molto più veloce dei banditi. Può anche svanire brevemente nel nulla per schivare e attaccare rapidamente da un altro lato.

Il nostro giocatore dimostrativo si occupa in breve tempo anche del ghoul e poco dopo siamo di nuovo sul tappeto del chierico. Non piange tanto per il suo becchino quanto per il fatto che deve occupare una nuova posizione. Almeno ci fa entrare nella biblioteca, dove troviamo lo stesso indizio di prima in modalità notturna.

In «The Blood of the Dawnwalker» sembra che nulla possa andare storto fino al lancio nel 2026. Graficamente è molto bello. La storia sembra avvincente e i due stili di gioco, umano e vampiro, promettono qualcosa di più dei soliti approcci stealth, combattimento e persuasione. Grandi aspettative gravano sulle spalle di Rebel Wolves. Ma dopo la presentazione alla Gamescom, sono più che mai sicuro che saranno all'altezza.

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Da bambino non mi era permesso avere console. Solo con il PC di famiglia, un 486, mi si è aperto il magico mondo dei videogiochi. Oggi di conseguenza compenso in modo esagerato. Solo la mancanza di tempo e denaro mi impedisce di provare ogni gioco esistente e di riempire la mia libreria con rare console retrò. 


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