Retroscena

Zombie ovunque!

Patrick Bardelli
11.11.2019
Traduzione: Leandra Amato

Arrivano i non morti. «The Walking Dead» va avanti ormai da dieci stagioni su Sky e compagnia bella. È ora di dare un'occhiata ai veri zombie di questo mondo.

Gli zombie sono diventati protagonisti della cultura popolare. L'apocalisse zombie è la carta vincente in molti libri, film e serie televisive come «The Walking Dead», basato sull'omonimo fumetto di Robert Kirkman. Ma ci sono davvero casi reali di zombie in natura?

Zombie. Corpi rianimati. I non morti

La parola zombie, originariamente zombi, appare per la prima volta in inglese nel XIX secolo, quando il poeta Robert Southey ne parla nella sua storia del Brasile.

Secondo il dizionario Merriam-Webster, la parola deriva dal creolo della Louisiana Creole o creolo haitiano «zonbi» ed è collegata al termine africano Kimbundu «nzúmbe», che significa spirito. La parola si riferisce a creature del folklore haitiano, che nella loro origine non erano nient’altro che spiriti del folklore occidentale.

Gradualmente, però, il concetto si è sviluppato riferendosi ad una persona che viene sottomessa da uno stregone, mentre entra in uno stato di morte, diventando così schiava dello stregone. Oggi, la parola «zombie» è usata in modo metaforico, per riferirsi a qualcuno che si comporta in modo apatico, si muove lentamente e mostra poca consapevolezza dell’ambiente che lo circonda. Quindi praticamente tutti quelli con uno smartphone.

Ma ci sono davvero zombie o esseri simili a zombie in natura, e se sì, che cosa sono e come entrano in questo stato di «non morte»?

Formiche zombie

Ophiocordyceps è un genere di funghi con più di 200 specie. Molte specie di funghi possono essere pericolose, spesso perché sono tossici per gli animali. Un fatto particolare rende l’Ophiocordyceps particolarmente spaventoso.

Una specie di vespa parassita prende il pieno controllo dei piccoli ragni sociali e li spinge alla morte.
Una specie di vespa parassita prende il pieno controllo dei piccoli ragni sociali e li spinge alla morte.

Questi funghi infettano vari insetti attraverso le loro spore. Dopo che l'infezione si è verificata, il fungo parassita prende il controllo della mente dell'insetto e ne modifica il comportamento per rendere più probabile la diffusione di spore fungine. Gli Ophiocordyceps si nutrono di insetti. Si attaccano a loro e crescono nel loro corpo fino alla morte degli insetti.

Uno di questi funghi, Ophiocordyceps unilateralis sensu lato, infetta e uccide le formiche carpentiere nordamericane (Camponotus castaneus). Quando il fungo infetta la formica, questa si trasforma in uno zombie. La formica è costretta a salire in cima ad una vegetazione sopraelevata dove rimane e muore. Con l'altitudine il fungo può spargere le spore anche più lontano. Ricercatori della Pennsylvania State University hanno scoperto che O. unilateralis prende il pieno controllo delle fibre muscolari delle formiche e le costringe a muoversi come il fungo vuole.

«Abbiamo scoperto che un'alta percentuale delle cellule di un ospite erano cellule fungine», dice David Hughes, professore associato di entomologia e biologia alla Penn State. In sostanza, questi animali manipolati sono funghi all’interno di una formica, continua Hughes.

Ragni zombie

Lo zoologo Philippe Fernandez-Fournier dell'Università della British Columbia di Vancouver e i suoi colleghi hanno fatto una scoperta straordinaria nell'Amazzonia ecuadoriana l'anno scorso.

Un virus gigante recentemente «resuscitato» ha avuto origine nel permafrost siberiano.
Un virus gigante recentemente «resuscitato» ha avuto origine nel permafrost siberiano.

Hanno scoperto che una specie precedentemente sconosciuta della vespa Zatypota può manipolare i ragni della specie Anelosimus eximius in una misura che i ricercatori in natura non hanno mai osservato prima.
I ragni A.eximius sono animali sociali che preferiscono stare in gruppo e non sono mai troppo lontani dalle loro colonie. Tuttavia, Fernandez-Fournier e il suo team hanno scoperto che i membri di questa specie infettati da larve di Zatypota avevano un comportamento bizzarro e intrecciavano reti simili a bozzoli in luoghi remoti.

Quando i ricercatori hanno aperto questi bozzoli artificiali, hanno trovato larve di Zatypota in crescita al loro interno. Le vespe depongono le uova sulla pancia dei ragni A.eximius. Quando la larva vespa si schiude, inizia a nutrirsi del ragno e a prendere il controllo del suo corpo. Una volta che la larva ha acquisito il pieno controllo sul suo ospite, si trasforma in una creatura zombie costretta a prendere le distanze dai suoi compagni e far girare il nido simile a un bozzolo in cui la larva cresce fino a diventare una vespa adulta.

«Vespe che manipolano il comportamento dei ragni sono state osservate in precedenza, ma non a un livello così complesso», spiega Fernandez-Fournier. Il cambiamento nel comportamento del ragno è estremo. La vespa prende completamente il cervello e quindi anche il comportamento del ragno, facendogli fare cose che non farebbe mai. Come lasciare il nido o far tessere una struttura completamente diversa.

Il virus resuscitato

La rinascita degli esseri umani, o almeno di creature umane, come in Frankenstein di Mary Shelley, è un soggetto che ha sempre suscitato l'interesse di scrittori, registi e, naturalmente, scienziati.

Le persone con la sindrome di Cotard sono convinte di essere morte.
Le persone con la sindrome di Cotard sono convinte di essere morte.

Mentre la rianimazione dei morti non è (ancora) un'opzione fattibile, la rianimazione di altri organismi è possibile. Ciò può essere particolarmente preoccupante quando questi organismi sono virus. Nel 2014, i ricercatori del Centro Nazionale di Ricerca dell'Università di Aix-Marseille in Francia hanno scoperto un affascinante organismo del permafrost siberiano: un virus gigante di 30 000 anni, chiamato Pithovirus sibericum.

Questi virus sono chiamati giganti perché sono ancora piccoli, ma facilmente visibili al microscopio. Ma c’è qualcos'altro che distingue il P.sibericum: si tratta di un virus del DNA che contiene un gran numero di geni, fino a 500,
in contrasto con altri virus del DNA come il virus dell'immunodeficienza (HIV), che contiene solo circa dodici geni.

La dimensione dei virus giganti e il fatto che contengono così tanto DNA può renderli particolarmente pericolosi. «Tra i virus conosciuti, i virus giganti sono di solito molto resistenti e difficilmente distruttibili», spiegano due degli scopritori del virus, Jean-Michel Claverie e Chantal Abergel, in un'intervista al National Geographic. «Ambienti speciali come i sedimenti delle profondità marine e il permafrost proteggono molto bene microbi e virus perché sono freddi, privi di ossigeno e bui», aggiungono.

Il P. sibericum infetta solo amebe, organismi unicellulari arcaici, ma fortunatamente non gli esseri umani o altri animali. Tuttavia, Claverie e Abergel avvertono che virus giganti simili possono essere sepolti nel permafrost, che si è rivelato pericoloso per l’uomo, e potrebbero riapparire e prendere vita attraverso il riscaldamento globale e l'attività umana. Estrazione e perforazione delle montagne hanno portato a scavare attraverso questi antichi strati per la prima volta in milioni di anni.

Piante zombie

Nel 2014, i ricercatori del John Innes Centre di Norwich, Regno Unito, hanno scoperto che alcuni batteri noti come phytoplasma trasformano alcune piante in zombie.

I batteri che vengono diffusi dagli insetti infettano le piante come il Solidago dai fiori gialli. L'infezione fa sbocciare le piante come prolungamenti a foglia invece dei loro fiori abituali. Queste crescite a foglia attirano più insetti, permettendo ai batteri di viaggiare e infettare altre piante.

Mentre la trasformazione non porta alla morte della pianta, i ricercatori sono affascinati da come il fitoplasma può influenzare la volontà di questo ospite. «Gli insetti trasmettono batteri, i cosiddetti fitoplasmi, che distruggono il ciclo di vita delle piante», spiega il professor Günter Theissen dell'Università Friedrich Schiller di Jena, uno dei ricercatori che ha studiato in dettaglio l'attività del fitoplasma. Queste piante diventano dei morti viventi. Dopo tutto, servono solo a diffondere i batteri, continua Theissen.

E le persone?

Gli esseri umani possono trasformarsi in zombie? Negli anni '90, i ricercatori hanno deciso di indagare su questo aspetto. Nel 1997, il dottor Chavannes Douyon e il professor Roland Littlewood hanno pubblicato uno studio in The Lancet. Hanno analizzato i casi di tre persone di Haiti, definiti zombie dalle loro comunità.

Le persone con la sindrome di Cotard sono convinte di essere morte.
Le persone con la sindrome di Cotard sono convinte di essere morte.

Una era una donna di 30 anni che sarebbe morta rapidamente dopo essersi ammalata. La sua famiglia l'ha riconosciuta come «zombie» tre anni dopo questo evento. Un altro era un giovane morto all'età di 18 anni, ricomparso dopo altri 18 anni in un combattimento tra galli. L'ultimo caso di studio riguardava un'altra donna morta all'età di 18 anni e ritornata come zombie 13 anni dopo l’accaduto.

Il Dr. Douyon e il Prof. Littlewood hanno esaminato i tre «zombie» e hanno scoperto che non erano vittime di un incantesimo malvagio. Ragioni mediche potrebbero spiegare la loro zombificazione. La prima donna aveva la schizofrenia catatonica, una rara malattia che fa sì che la persona si comporti come se stesse camminando sotto l’effetto dell’anestesia. La seconda persona aveva danni cerebrali ed epilessia, mentre la terza sembrava avere solo una disabilità di apprendimento.

«Le persone con malattie schizofreniche croniche, danni cerebrali o difficoltà di apprendimento non sono rare ad Haiti per quanto riguarda il vagabondaggio ed è probabile che non abbiano la volontà e la memoria caratteristica di uno zombie», scrivono i ricercatori nel loro articolo.

Ma c'è anche un disturbo mentale specifico chiamato sindrome di Cotard che può indurre le persone a comportarsi come zombie. Questo perché hanno l'impressione di essere morti o in decomposizione. Non è ancora chiaro quanto sia diffusa questa malattia, ma le ricerche suggeriscono che si tratta di un evento raro. I casi documentati di persone con la sindrome di Cotard sono comunque preoccupanti.

Uno studio riporta la situazione di una donna di 53 anni che si lamentava di essere morta, odorava di carne marcia e voleva essere portata in un obitorio per stare con i morti. Un'altra fonte parla di un uomo di 65 anni che credeva che i suoi organi, compreso il cervello, avessero smesso di funzionare. Anche la casa dove viveva sarebbe lentamente ma inesorabilmente crollata. Ad un certo punto, l'uomo ha cercato di togliersi la vita. I ricercatori riferiscono che ha scritto in un biglietto di volersi suicidare perché temeva di trasmettere un'infezione mortale agli abitanti del villaggio.

Ti stai chiedendo cosa c'entra tutto questo con Digitec Galaxus? Bella domanda. Dopo tutto, finora non vendiamo né formiche zombie né virus giganti nel nostro negozio. Non volevo nemmeno scrivere questo articolo. Ma una voce nella mia testa mi ha costretto a farlo. Sorry! Qui trovi altri testi senza cervello scritti da me.

A 21 persone piace questo articolo


User Avatar
User Avatar

Da giornalista radiofonico a tester di prodotti e storyteller. Da corridore appassionato a novellino di gravel bike e cultore del fitness con bilancieri e manubri. Chissà dove mi porterà il prossimo viaggio.

Potrebbero interessarti anche questi articoli

  • Retroscena

    La regina degli scacchi: cosa sono le pillole verdi della serie televisiva Netflix?

    di Dominik Bärlocher

  • Retroscena

    Le bugie sull’esercizio fisico di Fitbit e compagnia

    di Claudio Viecelli

  • Retroscena

    Gli oli essenziali di farfalla

    di Anna Sandner

3 commenti

Avatar
later