
Una macchina che ti abbraccia, anche quando qualcun altro è in funzione.
Più comunichiamo attraverso i dispositivi digitali, più c'è il rischio che il contatto diventi sempre più raro. Per sostituire questo fenomeno, l'artista scifi Lucy McRae ha progettato una macchina che ti abbraccia.
L'artista fantascientifica Lucy McRae lavora già oggi ai problemi di domani. Immagina scenari per prepararci al meglio al futuro e poi sviluppa "Kit di sopravvivenza futura". Per farlo, collabora con scienziati e biologi sintetici specializzati nella produzione di prodotti utili per la società a partire da materiali biologici. È così che è stata creata la macchina chiamata "Tappeto a compressione", che ti abbraccia. Il tatto, come un abbraccio, rilascia nel cervello l'ormone dell'ossitocina, che promuove sentimenti di felicità. Se questo non avviene, ha un effetto negativo sul nostro benessere. L'artista mi spiega cosa ha motivato il suo progetto, che ha lo scopo di proteggerci da un eventuale isolamento sociale.
Come ti è venuta l'idea di costruire una macchina per gli abbracci? Lucy McRae: Il tatto è il primo senso a svilupparsi nel grembo materno, eppure rimane una sorta di fenomeno. Il nostro comportamento sottomesso alla tecnologia ha portato a una crisi del tatto. Gli abbracci stanno diventando sempre più rari a causa dei cambiamenti tecnologici e della crescente comunicazione tramite social media e smartphone. Per questo motivo nel 2015 ho implementato una macchina simile chiamata "Future Day Spa", che esegue abbracci a 360 gradi. Uno dei soggetti del test, che soffriva di ansia da contatto e non aveva alcun contatto fisico con gli altri, si è talmente commosso dopo il trattamento di nove minuti che mi ha abbracciato personalmente. Questo incontro inaspettato mi ha motivato a creare il "Tappeto a compressione".


Perché hai sviluppato Compression Carpet in modo diverso da Future Day Spa, tanto da richiedere una seconda persona?
Il problema di vivere una rivoluzione è che non è possibile avere uno sguardo riflessivo su ciò che sta accadendo. Solo con il senno di poi riusciamo a vedere con chiarezza. Una macchina che ti abbraccia è una soluzione all'imminente crisi degli abbracci? Oppure è una critica alla situazione in cui si trova la nostra società nell'era digitale? Viviamo il cambiamento tecnologico come se fossimo puppet. Possiamo influenzarne una parte, ma la maggior parte è controllata da altri. Ecco perché qualcun altro ha il controllo dell'abbraccio.
Il tuo lavoro è stato ispirato dall'inventore della "Hug Machine" Temple Grandin?
Sì, Temple Grandin è stata un'ispirazione per molto tempo. Prima del Future Survival Kit, la mia arte era automatizzata e gestita da macchine. Date le restrizioni della galleria in cui è stato esposto Compression Carpet, volevo creare una versione simile alla sua "Hug Machine" che potesse essere azionata manualmente, senza fili, solo da un'altra persona.
Ci sono altre interazioni che potrebbero essere altrettanto importanti nel prevenire la mancanza di intimità?
L'ormone della felicità, l'ossitocina, viene rilasciato durante gli abbracci, il sesso o l'allattamento. Alla Triennale di Milano ho esposto la macchina "Compression Cradle", che avvolge il corpo nell'aria per ottenere e amplificare lo stesso effetto. Il corpo era completamente ricoperto da una pellicola. Nessun tocco umano può fare altrettanto. A meno che non vengano posizionate diverse persone di peso uguale in modo da coprire ogni parte del corpo. Ritengo che questa superficie artificiale sia significativa e fondamentale per l'intimità futura.
Quale sarà il prossimo passo per il Kit di sopravvivenza del futuro? Nel mio studio operiamo con una mentalità da start-up: sviluppiamo prototipi, risolviamo i problemi in anticipo e impariamo dagli errori. Questo atteggiamento sta cambiando ed è l'opposto del perfezionismo. Significa che operiamo in un luogo sconosciuto e questo richiede che tutti i soggetti coinvolti siano disposti a correre dei rischi. Da bambina, sistemavo i fiori secchi in mazzi sostenibili. Come passo successivo, mi piacerebbe che il mio lavoro di oggi potesse essere trasformato in prodotti commerciali di lunga durata che influenzino il nostro comportamento e ci preparino per il futuro.

Sono la cheerleader del buon design e ti informo su tutto ciò che ha a che fare con l'arredamento, parlandoti delle ultime trovate dell’interior design – dalle più semplici alle più sofisticate – mostrandoti i nuovi trend e intervistando le menti creative del design direttamente sul loro posto di lavoro.