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«Stray» al test: le coraggiose avventure di un gatto in un fantastico scenario cyberpunk

Philipp Rüegg
18.7.2022
Traduzione: Martina Russo

Un gatto in un mondo distopico abitato di robot è il fulcro di questo gioco tanto insolito quanto adorabile. L’avventura è breve, ma di quelle che non si dimenticano.

Sto passeggiando tranquillo con la mia famiglia in un’area solitaria. Mi diverto a stuzzicare i miei fratellini pelosi e ascolto gli uccellini cinguettare. Mentre zampetto in equilibrio su un vecchio tubo succede l’imprevisto: il tubo si rompe e io cado di sotto. Per fortuna in «Stray» sono un gatto, altrimenti il gioco finirebbe qui. Invece mi ritrovo in un luogo sconosciuto, lontano dai miei fratelli a quattro zampe.

«Stray» si svolge in un futuro distopico abitato da robot dalla testa a forma di schermo. Nessuna traccia di esseri umani. La prima volta che il mio gattone rosso striato incontra uno degli abitanti, questo reagisce spaventato e scappa via. O siamo di fronte a un caso gravissimo di allergia ai gatti, oppure il robot non aveva mai incontrato un felino prima d’ora.

La coppia improbabile

Meccaniche di gioco semplici ma coinvolgenti

Il gioco è incentrato principalmente su semplici enigmi ambientali. Man mano che procedi devi anche nasconderti da droni dal grilletto facile o da mostri dall’aspetto simile alle piccole teste-granchio di «Half-Life», che si alimentano di carne e metallo. Il gioco è relativamente lineare, ma dà sempre molto spazio alla scoperta. Principalmente per recuperare brandelli di ricordi per l’amico drone e scoprire di più sul suo mondo e la sua storia.

Un vero piacere per gli occhi

Il punto di vista da gatto offre inoltre una prospettiva del tutto inedita: ti aggiri quatto sul pavimento e guardi le grandi forme dal basso in alto, oppure le osservi a distanza di sicurezza mentre passeggi sui balconi. Nessuno sembra disturbato dal fatto che tu faccia cadere regolarmente dei vasi di fiori, ribalti i drink al bar o ti faccia le unghie sui mobili. Se normalmente i robot si comportano in modo molto umano, qui dimostrano una tranquillità sovrumana.

Non solo per amanti dei gatti

Con un gatto come protagonista e un mondo popolato da robot, «Stray» offre un setting del tutto inusuale. È davvero divertente andare alla scoperta di questo mondo sconosciuto con la leggerezza di un batuffolo peloso. Se poi, come nel mio caso, hai anche un debole per le atmosfere cyberpunk, lo scenario ricco di insegne luminose risulta ancora più avvincente. Insieme a un sound design perfettamente in sintonia, diventa un mondo irresistibile in cui immergersi.

Il fatto che abbia persino voglia di giocare di nuovo ad alcuni capitoli giusto per colmare gli ultimi vuoti di memoria del mio compagno volante la dice lunga. «Stray» è un gioco relativamente breve (dalle sei alle dieci ore), di cui però mi ricorderò a lungo.

Mi è stato fornito da Annapurna Interactive. Il gioco è disponibile dal 19 luglio per PC, PS4, PS5 ed è incluso negli abbonamenti PS Plus Extra e Premium.

Parliamo di «Stray» o di altre tematiche relative a giochi e tecnologia nel podcast settimanale digitec trasmesso ogni giovedì in lingua tedesca.

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Da bambino non mi era permesso avere console. Solo con il PC di famiglia, un 486, mi si è aperto il magico mondo dei videogiochi. Oggi di conseguenza compenso in modo esagerato. Solo la mancanza di tempo e denaro mi impedisce di provare ogni gioco esistente e di riempire la mia libreria con rare console retrò. 


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