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Abbiamo testato «As Dusk Falls»: la grafica non convince, ma storia è appassionante

Philipp Rüegg
18.7.2022
Traduzione: Martina Russo

Quello che più colpisce di «As Dusk Falls» è lo stile grafico, che è anche la parte meno riuscita. Anche la trama non è esattamente da Oscar. Ciò che mi ha comunque tenuto agganciato fino alla fine, però, sono i personaggi e i dialoghi.

E ora che faccio? I banditi vogliono prendere mia figlia in ostaggio. Devo implorarli di lasciarla andare? Cerco di sopraffarli? Mi offro di prendere il suo posto o magari è meglio che resti passivo? «As Dusk Falls» è pieno zeppo di decisioni rischiose, le cui conseguenze spesso si vedono molto più avanti nella storia,

e si snoda come un film interattivo. Buona parte del tempo resti semplicemente a guardare ciò che accade davanti ai tuoi occhi. Gli avvenimenti, però, vengono regolarmente interrotti da eventi quick time in cui devi premere un tasto al momento giusto, oppure fare il movimento giusto con lo stick analogico o il mouse.

Ogni tanto devi perlustrare una stanza per cercare una cassaforte nascosta o devi uscire da un veicolo cliccando sull’oggetto giusto. Queste azioni movimentano un po’ il gameplay, che per il resto rimane piuttosto passivo. Si può giocare da soli o in un massimo di otto persone. Nella modalità multiplayer le decisioni si prendono insieme.

I parallelismi con giochi come «Heavy Rain» o «Beyond: Two Souls» non sono assolutamente pertinenti. Infatti «As Dusk Falls» è nato sotto la direzione di Caroline Marchal, già lead game designer alla Quantic Dream, casa editrice dei due titoli precedenti. La differenza principale è che in «As Dusk Falls» non controlli mai i personaggi attraverso l’ambiente.

Storie prevedibili

Al centro del gioco troviamo due famiglie. Da un lato i Walker, in viaggio con figlia e nonno e costretti a fermarsi in un hotel nel cuore del deserto dell’Arizona a causa di un guasto alla macchina. Qui, loro malgrado, fanno conoscenza degli Holt, in fuga dopo una rapina finita male.

La storia si svolge principalmente nel 1998, al momento del sequestro che ho citato all’inizio. Il gioco però fa continui salti in avanti e indietro nel tempo, coprendo un arco di circa 30 anni. Questo porta a continui cambi di prospettiva e ti permette di conoscere le due famiglie.

I personaggi principali sono Vince e Jay, il più giovane dei fratelli Holt, più un’altra persona di cui non rivelo l’identità per evitare spoiler. Sono soprattutto Vince e Jay ad avere il destino di tutte le persone nelle loro mani. Qui il gioco dà il meglio di sé. Ad esempio quando Vince inizia a sospettare che la moglie lo tradisca o quando Jay deve mettersi contro la sua famiglia.

I doppiatori, ovvero gli attori di lingua inglese, fanno per lo più un ottimo lavoro per rendere i personaggi il più realistico possibile. Inevitabili un paio di luoghi comuni, come lo sceriffo corrotto della cittadina o il padre alcolizzato. Il gioco riesce comunque a dare ai personaggi uno spessore sufficiente per inserirsi al meglio nella storia.

Mi ha particolarmente stupito l’insieme dei dialoghi. Spesso nei giochi succede che le risposte disponibili non corrispondono alle mie aspettative. Oppure viene data una risposta diversa da quella che mi sarei aspettato. In «As Dusk Falls» non è così.

Uno stile che non convince

Anche se lo stile della grafica è senza dubbio ciò che salta di più all’occhio di «As Dusk Falls», è l’aspetto che all’inizio mi ha dato più problemi. Il gioco piace ai semplici spettatori, ma riduce talmente tanto il movimento da apparire come l’animazione di immagini statiche. Ogni tanto un veicolo di passaggio o gli sfondi leggermente animati creano un po’ di contrasto, ma i personaggi sono sempre statici.

In alcuni momenti del gioco lo stile senza movimento, insieme al design particolare, crea scene particolarmente suggestive. Ma sono eccezioni. Il gioco risulta per lo più artificioso e innaturale.

Un crescendo fino alla fine

«As Dusk Falls» mi è stato fornito da Microsoft. Il gioco è disponibile dal 19 luglio per PC e Xbox ed è incluso nel Game Pass.

Racconto altre cose di «As Dusk Falls» o di altre tematiche relative a giochi e tecnologia nel podcast settimanale digitec trasmesso ogni giovedì in lingua tedesca.

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Da bambino non mi era permesso avere console. Solo con il PC di famiglia, un 486, mi si è aperto il magico mondo dei videogiochi. Oggi di conseguenza compenso in modo esagerato. Solo la mancanza di tempo e denaro mi impedisce di provare ogni gioco esistente e di riempire la mia libreria con rare console retrò. 


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