Retroscena

L'Europa in treno: un'impresa tutt'altro che facile.

Carolin Teufelberger
24.8.2022
Traduzione: Martina Russo

A 31 anni mi sono decisa ad acquistare il mio primo Interrail Pass. Mi ha permesso di scoprire una parte dell'Europa, ma non solo: ha anche rivelato alcune défaillance delle diverse compagnie ferroviarie. Qui racconto com'è andata.

L'Interrail Pass sembrava la soluzione più conveniente. E questo nonostante il supplemento per la prenotazione dei posti nel TGV e nell'Eurostar. L'app è meravigliosamente facile da usare. Mi ha consentito di aggiungere o annullare gli itinerari in qualsiasi momento, raggruppandoli tutti in un unico biglietto con codice QR.

È stato invece il viaggio in treno a rivelarsi piuttosto complicato.

Prima giornata di viaggio: Zurigo – Parigi – Londra – Reading

Non sarebbe un problema, se non fosse che il personale delle ferrovie britanniche è in sciopero e alcuni treni sono stati cancellati. C'è di buono che così ho il tempo di bermi una Coca fresca. Anche il treno della Great Western Railway, con i suoi allestimenti moderni e le carrozze climatizzate, contribuisce a tranquillizzarmi.

Qui inizio a informarmi sul sistema ferroviario inglese. Una British Railway equivalente alle FFS non esiste più dal 1994, quando è entrato in vigore il «Railways Act 1993». Grazie a Margaret Thatcher e ai conservatori, la «British Rail» di allora è stata smembrata in 100 società diverse nell'intento di massimizzare i profitti.

Questo non ha certo ridotto i costi del treno in Inghilterra, ma sicuramente ne ha aumentato il fascino. Almeno così dicono le cifre: negli anni successivi alla privatizzazione, il numero di passeggeri è raddoppiato.

E la cosa ha decisamente funzionato. Per lo meno le stazioni di Londra sono affollate, e i treni anche. Nonostante tutto, viaggio fino a Reading con relativo comfort. Anche se devo dire che ho preso quasi esclusivamente treni ad alta velocità.

Seconda giornata di viaggio: Londra – Dover – Calais – Lille – Bruxelles – Anversa

Le cose cambiano il secondo giorno, quando attivo il mio Interrail Pass. Nel frattempo, sono tornata a Londra dopo una notte di danze sfrenate con i giovani ufficiali dell'esercito inglese. Lascio il mio elegante albergo con vista sul Cristo ligneo della chiesa vicina e parto alla volta di Anversa. Poiché la quota di posti prenotabili sugli Eurostar per i passeggeri Interrail è esaurita da tempo, decido di attraversare la Manica in traghetto.

Dato che viaggio senza carrozzina e valigia, riesco persino a trovare un posto a sedere per Dover, dove finalmente approdo con 20 minuti di ritardo. Da lì in poi le cose vanno di male in peggio.

Lì perdo un tempo infinito su Google per cercare le coincidenze migliori per Anversa. Se cerco l'itinerario completo, le ferrovie francesi (SNCF) e belghe (SNCB) mi danno solo una parte dei risultati che mi vengono proposti se cerco le singole tratte (Lille – Bruxelles, Bruxelles – Anversa).

Terza giornata di viaggio: Anversa – Bruxelles – Francoforte sul Meno – Zurigo

A Francoforte sono più stupita dalla scarna offerta culinaria (circa 14 stand con panini quasi identici e poco altro) che dal ritardo di appena 15 minuti dell'ICE. Nel tragitto fino a Zurigo il treno riesce persino a recuperare tre minuti. Con la DB ho esperienze piuttosto diverse, ad esempio una lieve intossicazione alimentare per un panino alla cotoletta acquistato in stazione mentre tornavo da Berlino.

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Ampliare i miei orizzonti: si riassume così la mia vita. Sono curiosa di conoscere e imparare cose nuove. Le nuove esperienze si nascondono ovunque: nei viaggi, nei libri, in cucina, nei film o nel fai da te.


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