Retroscena

Intervista a Lenke, inventore dello Womanizer: «Ho regalato il piacere a milioni di donne»

Simon Balissat
2.8.2021
Traduzione: Martina Russo
Collaborazione: Natalie Hemengül

Michael Lenke, 71enne tedesco, trascorre molto tempo con la moglie nella sua casa di Maiorca. Il tipico pensionato? Non proprio. Lenke è l’inventore che, con il suo Womanizer, ha rivoluzionato il mondo dei sex toy per donne e ora punta a quello maschile.

Sei un inventore. Come si diventa inventori?
Michael Lenke, inventore dello Womanizer: La capacità di inventare è un talento che abbiamo innato quando veniamo al mondo e che probabilmente hanno molte persone. Ma bisogna anche saperlo sfruttare.

Fai tutto da solo o ti avvali della collaborazione di altri inventori o inventrici che hanno competenze specifiche?
Come hai appena detto. Mi occupo di un tema, lo studio approfonditamente per un paio d’anni e poi ricorro all’aiuto di persone specializzate. A questo punto dirigo l’orchestra sperando di ottenere, alla fine, un bel pezzo.

Ti sarà anche successo di produrre cacofonie inascoltabili...
Più di una volta. In effetti è questo il problema. Capita spesso di avere gravi battute d’arresto, ma bisogna metabolizzarle e rimettersi in piedi. È così la vita.

Non sapevi che la politica ti avrebbe ostacolato?
No, non lo sapevo. Persino persone che collaborano con me, legali altamente qualificati e specializzati nel diritto brevettuale, si sono sorpresi di come lo stato riesca sempre a bloccare le innovazioni e addirittura a distruggerle. La burocrazia rappresenta spesso un grosso freno all’innovazione.

Dalle sconfitte ai successi: qual è l’invenzione di cui sei particolarmente orgoglioso?
Lo Womanizer. Essenzialmente, per un motivo: perché oggi posso davvero dire con orgoglio di aver regalato il piacere a milioni di donne.

Casanova si è fermato a qualche migliaia.

(ride) Sì, e ne sono davvero fiero e felice, perché ricevo messaggi da donne di tutto il mondo che mi dicono di aver sempre avuto difficoltà a raggiungere l’orgasmo e di essere riuscite a risolvere i loro problemi grazie allo Womanizer. Naturalmente è bello venire a sapere queste cose. in questo caso, più che il denaro mi interessa aiutare le persone. Una prospettiva che cambia molte cose.

Quanto è durata la fase di ricerca per lo Womanizer?
Almeno un anno.

Se ha funzionato nel 90% dei casi, perché non ha funzionato nel restante 10%?
Si trattava di donne con disturbi, soprattutto di tipo psicologico, ovvero problematiche che semplicemente non siamo in grado di risolvere. Quando una persona non si abbandona alla stimolazione e a un orgasmo, è davvero difficile. Stando agli ultimi sondaggi, oggi siamo al 93% di clienti soddisfatte: un risultato sensazionale.

Hai qualche suggerimento su come continuare a lavorare su un progetto senza arrendersi?
Dipingo quadri moderni, scolpisco, lavoro a progetti artistici che mi fanno pensare ad altro. Così torno con i piedi per terra e riesco a ripartire di slancio.

Quale dei due è stato il più difficile da sviluppare?
Quello per le donne.

E l’hai potuto testare tu direttamente...
Sì, purtroppo questa volta la cavia ero io (ride).

Hai saldato l’Orctan nella solitudine del tuo scantinato? O come dobbiamo immaginarci la cosa?
I prototipi li costruisco io, visto che nel mio percorso formativo ho acquisito le competenze tecniche e quindi il know-how necessario per realizzarli. Tuttavia si tratta di dispositivi molto grezzi e in realtà non molto divertenti da utilizzare.

Quando è stato lanciato sul mercato il sex toy per uomini?
La scorsa primavera. Per lo meno in Svizzera, che è il primo paese in Europa in fatto di sex toy. Poi sarà il turno del mercato europeo e successivamente degli USA.

Perché la Svizzera è così all’avanguardia per quanto riguarda i sex toy?
Rispetto ad altri paesi, la situazione economica della Svizzera è ottima. In Svizzera abbiamo venduto il maggior numero di Womanizer pro capite: una donna elvetica ogni quattrocento ne possiede uno. È un record mondiale.

Sembra proprio il lavoro dei sogni. Ma deve pur esserci qualcosa che non ti piace nella tua professione.
Mi irritano quelli che non sanno fare altro che imitare e copiare. Sono spietati. Oggi più che mai. Non rispettano i brevetti o i diritti di proprietà. Ti dicono: «Fammi causa! Tanto dichiaro fallimento. Ho già guadagnato quello che dovevo guadagnare». Questo atteggiamento diffuso mi irrita moltissimo.

Ma è sempre stato così?
Sì, sempre. Passano tre o massimo sei mesi e arrivano i primi imitatori.

Quanti brevetti si nascondono dietro a un prodotto?
Centinaia di brevetti con i relativi diritti di proprietà.

Qual è il tuo prossimo progetto?
Ovviamente non ho nessuna intenzione di parlarne! (ride) Ma dopo la pandemia di Coronavirus servono invenzioni per alleviare la situazione. Non a livello di tecnologia medica, ma piuttosto di salute mentale. I disturbi in questo ambito crescono in modo esponenziale, soprattutto tra i bambini e i giovani. Occorre fare qualcosa, e in fretta.

A 64 persone piace questo articolo


User Avatar
User Avatar

Quando 15 anni fa ho lasciato il nido di casa, mi sono improvvisamente ritrovato a dover cucinare per me. Ma dalla pura e semplice necessità presto si è sviluppata una virtù, e oggi non riesco a immaginarmi lontano dai fornelli. Sono un vero foodie e divoro di tutto, dal cibo spazzatura alla cucina di alta classe. Letteralmente: mangio in un battibaleno.. 


Bellezza
Segui gli argomenti e ricevi gli aggiornamenti settimanali relativi ai tuoi interessi.

Salute
Segui gli argomenti e ricevi gli aggiornamenti settimanali relativi ai tuoi interessi.

Retroscena

Curiosità dal mondo dei prodotti, uno sguardo dietro le quinte dei produttori e ritratti di persone interessanti.

Visualizza tutti

Potrebbero interessarti anche questi articoli

  • Retroscena

    Come e dove trovare ispirazione sessuale da donna

    di Natalie Hemengül

  • Guida

    Il sex toy al centro dell’attenzione

    di Natalie Hemengül

  • Guida

    «La differenza tra eccitazione e agitazione è sottile»

    di Natalie Hemengül