Il laboratorio all’aperto di Siri: in una settimana imparo il wing foil, o quasi
Retroscena

Il laboratorio all’aperto di Siri: in una settimana imparo il wing foil, o quasi

Siri Schubert
12.4.2024
Traduzione: Martina Russo

Da qualche tempo il mio feed Instagram sta esplodendo di immagini mozzafiato di un nuovo sport acquatico: il wing foil. Ora voglio scoprire che cosa c’è dietro a questo trend. Riuscirò a imparare a librarmi sull’acqua in equilibrio su un’ala portante in pochi giorni?

Librarsi silenziosamente al di sopra dell’acqua, come se si stesse volando, si chiama anche foiling. E questa similitudine non è né arbitraria né eccessiva, perché le ali portanti, vale a dire i foil, si ispirano alle ali degli aeroplani e ti permettono di sollevarti dal pelo dell’acqua e di fluttuare su laghi e oceani. Fortissimo, penso io. Voglio provare anche io. Senza alcun dubbio!

Visto che in Svizzera l’acqua è ancora fredda e il vento molto irregolare, cerco dei corsi di foil in climi più miti. Trovo quello che cerco al Mallorca Kiteboarding. Perché mi attira proprio questa scuola? Mi piace l’ubicazione, nella baia di Pollensa, nella parte settentrionale di Maiorca, perché promette vento e condizioni adatte ai principianti. Inoltre, istruttrici e istruttori sono certificati e la scuola esiste da molti anni, il che è garanzia di qualità. Un ulteriore punto a favore ai miei occhi è il fatto che sia collegata a diverse associazioni di sport acquatici.

Beh, non resta che partire. Senza ulteriori indugi, parto per l’isola e il lunedì mattina sono gia davanti alla porta del centro Mallorca Kiteboarding. Mike Weber, cofondatore della scuola, mi dà il benvenuto. Ha trascorso quasi tutta la vita sull’acqua. Questo sportivo con radici tedesche è cresciuto in una piccola città sulla baia ed è stato uno dei primi kitesurfer di Maiorca. Purtroppo, non riusciamo a uscire sull’acqua il giorno stesso: un forte vento offshore soffia dalla costa in direzione del mare aperto. Non proprio le condizioni ideali per una prima volta.

Torno pedalando al mio alloggio con sentimenti contrastanti: da un lato, sono delusa perché il primo giorno di un corso di per sé già breve è trascorso senza alcun contatto con l’acqua. Dall’altro lato, mi colpisce il fatto che la direzione del corso metta al primo posto la sicurezza e il progresso dell’apprendimento delle persone iscritte. Perché una lezione in queste condizioni sarebbe stata probabilmente frustrante se non addirittura pericolosa.

Sollevarsi per la prima volta con un motore elettrico

Il mattino seguente il tempo sembra migliorato: il vento si è calmato e la baia riflette la luce del sole. In realtà queste condizioni non sarebbero ideali per gli sport legati al vento, ma oggi salirò per la prima volta su una foil board elettrica. Si tratta di tavole che usano un motore a batteria per raggiungere la velocità necessaria a staccarsi dalla superficie dell’acqua e fluttuare sull’ala portante. Come succede nelle ali degli aerei, si crea un gradiente di pressione tra la superficie superiore e quella inferiore dell’idroala che genera la portanza.

In Svizzera, le tavole e-foil non sono autorizzate. Nel nostro Paese il foiling viene di solito praticato per la prima volta dietro a una barca a motore, per acquisire dimestichezza con la sensazione di fluttuare. Un approccio importante affinché, alla tua prima volta sull’acqua con vela e foil, tu non debba gestire troppi elementi nuovi contemporaneamente.

Per fluttuare sull’e-foil è necessario spostare il peso e mantenere l’equilibrio.
Per fluttuare sull’e-foil è necessario spostare il peso e mantenere l’equilibrio.
Fonte: Mallorca Kiteboarding

L’e-foil board è ideale per chi deve imparare: grazie al motore elettrico, posso concentrarmi esclusivamente sulla sensazione dell’ala portante. Si parte con una breve panoramica sulla sicurezza e sulle sequenze dei movimenti durante la corsa, le cadute e le virate. Perché in realtà il foiling non è proprio privo di rischi: ti basta urtare l’ala portante e i suoi bordi taglienti in carbonio per causarti dolorose ferite. Ecco perché bisogna indossare il casco, il giubbotto antiurto e la muta in neoprene con le maniche lunghe.

Il foil board a motore fornisce una notevole spinta. Ecco perché i caschi e i giubbotti antiurto sono importanti.
Il foil board a motore fornisce una notevole spinta. Ecco perché i caschi e i giubbotti antiurto sono importanti.
Fonte: Mallorca Kiteboarding

Con queste dotazioni e con le informazioni ricevute mi sento sicura. Servendomi di un telecomando definisco la spinta e raggiungo la velocità necessaria per iniziare a fluttuare. Riesco ad alzarmi in piedi velocemente. Ora si tratta di spostare il peso dal piede anteriore a quello posteriore e viceversa. È un po’ come quando si sale su una pump track con lo skateboard.

La cosa importante è tornare sempre in fretta con il peso sul piede anteriore non appena la tavola si alza, per evitare che schizzi verso il cielo in stile razzo e mi faccia cadere. Per fortuna succede una volta sola e mi rendo conto che i miei tanti anni di esperienza come atleta di sport acquatici mi tornano utili quando devo mantenere l’equilibrio. Da lì in poi la parola d’ordine è: mantenere la tavola piatta.

Mantenere la tavola piatta: dopo un po’ di pratica riesco ad andare dritta e virare.
Mantenere la tavola piatta: dopo un po’ di pratica riesco ad andare dritta e virare.
Fonte: Mallorca Kiteboarding

La sensazione sulla tavola è incredibile: non appena la tavola si solleva dall’acqua, diventa immobile, poiché non c’è più l’attrito con l’acqua. Diminuisce la resistenza e aumenta la velocità. Prima decollo. Poi volo. Mi arriva una scarica di endorfine. Allora è questa la sensazione di cui parlano entusiasti gli appassionati di foiling sui social media? Voglio provarla ancora e ancora.

La lezione sta per finire. Ho le gambe stanche, perché nonostante la trazione elettrica, stare in piedi sulla tavola e cercare di mantenere sempre l’equilibrio all’inizio mi hanno stancato più di quanto mi fossi accorta. Ma sono anche soddisfatta. E non vedo l’ora di rifarlo.

Il giorno dopo mi aspetta la fase successiva. Perché anche se l’e-foil mi è piaciuto, il mio obiettivo per questa settimana è fare foiling con l’aiuto di una vela, la cosiddetta wing, e del vento. Per il momento non saliremo su una foil board, bensì su una tavola da windsurf.

Evitare la «walk of shame» con le giuste abilità

Ora devo prima esercitarmi a controllare la vela e a prendere velocità. L’abilità più importante è mantenere un’andatura di circa 50 gradi rispetto al vento, in modo da riuscire a bordeggiare, ovvero zigzagare controvento. È importante che impari ad andare anche di traverso rispetto alla direzione del vento senza perdere quota. Altrimenti mi tocca nuotare o tornarmene a piedi in acque poco profonde o sulla spiaggia con tutta la mia attrezzatura: la tipica camminata degli esordienti che qualcuno chiama «walk of shame», con una strizzatina d’occhio.

In realtà non c’è motivo di vergognarsi della «walk of shame». Al contrario: chiunque abbia mai imparato il wing foil o qualsiasi altro sport legato al vento l’avrà fatta almeno un paio di volte. Perché se non esci dalla tua comfort zone e non accetti di commettere qualche errore (senza correre rischi inutili), non imparerai mai nulla. Ecco perché la «walk of shame» è in realtà un attestato di merito, una tappa fondamentale sulla via del successo.

Avevo già fatto pratica con la vela con quelli della Honu Sup sul lago di Thun, cosa che mi fa risparmiare molte lunghe uscite.

  • Test del prodotto

    Volare sull'acqua: primi tentativi con il Wing SUP

    di Siri Schubert

Dopo circa un paio d’ore riesco a veleggiare avanti e indietro e a strambare, cioè a virare con l’aiuto del vento. Riesco anche a seguire abbastanza bene il percorso stabilito. Questo è il momento in cui sarei pronta per la fase successiva, ovvero navigare con il foil. Ma il vento è sparito. Tocca fermarsi.

Il vento si fa desiderare

Anche nei due giorni successivi il vento non è dalla mia parte. Di tanto in tanto una leggera brezzolina risveglia le mie speranze, ma dopo poco il vento si ferma. Passo ore e ore davanti al centro per gli sport acquatici sulla costa settentrionale di Maiorca, con lo sguardo fisso sul mare. Cerco, in modo del tutto irrazionale, di «manifestare» onde e piccoli creste schiumose con l’intensità del mio sguardo. Ma non succede nulla.

La stessa sorte tocca a un gruppo di altri appassionati di sport acquatici che hanno prenotato corsi di wing foil o kitesurf. Siamo tutti seduti lì come un branco di galline isteriche. Appena all’orizzonte una striscia scura sull’acqua preannuncia un po’ di vento, ci infiliamo nelle mute, montiamo l’attrezzatura e gonfiamo le vele e gli aquiloni. Ma facciamo appena in tempo a camminare con l’acqua al ginocchio che il breve episodio di vento è già finito. E la nostra attesa ricomincia.

La vela è gonfiata, la tavola con il foil è pronta: manca solo il vento.
La vela è gonfiata, la tavola con il foil è pronta: manca solo il vento.
Fonte: Mike Weber

Questo è quello che accade con gli sport praticati in natura: le forze del vento, del sole, dell’acqua e delle precipitazioni fanno parte del gioco e hanno l’ultima parola. In realtà è una cosa buona, perché l’attesa ti insegna a prestare attenzione, a essere consapevole e ad avere pazienza. Negli sport outdoor non puoi imporre nulla, e questa è una parte importante del fascino che esercitano su di me.

Finalmente: mi libro con la vela

Anche l’ultimo giorno prima della mia partenza fino a mezzogiorno non si presenta bene. Mentre aspetto, Mike, il co-fondatore della scuola per sport acquatici, mi prepara l’attrezzatura. Per me che sono alle prime armi, sceglie una vela con un albero relativamente corto, in modo che non mi porti troppo fuori dall’acqua e che mi permetta di abituarmi alla sensazione di planare a un’altezza inferiore. La parte anteriore del foil, invece, ha un’ampia superficie che dovrebbe darmi stabilità e facilitare il sollevamento dall’acqua.

Mike sceglie la vela in base alla mia altezza, al mio peso e alla forza del vento stimata.

Così mi piace: finalmente si alza un po’ di vento e posso cominciare.
Così mi piace: finalmente si alza un po’ di vento e posso cominciare.
Fonte: Mallorca Kiteboarding

Per me è un indubbio vantaggio avere l’opportunità di provare il materiale adatto a me e alle mie capacità attuali in una scuola. Soprattutto all’inizio, spero di fare dei progressi rapidi e se mi ritrovo in fretta con materiale non più adatto al mio livello, non devo investire altri soldi.

Mike Weber, cofondatore del Mallorca Kiteboarding, spiega come usare la vela.
Mike Weber, cofondatore del Mallorca Kiteboarding, spiega come usare la vela.
Fonte: Siri Schubert

Il fatto che siano disponibili delle attrezzature idonee a un’ampia gamma di condizioni ed esigenze dimostra quanto questo sport si sia sviluppato negli ultimi anni. Ogni giorno Mike constata questo grande interesse nel suo centro per gli sport acquatici. «La domanda c’è, senza alcun dubbio, e ormai abbiamo più iscrizioni ai corsi di wing foil che ai corsi di windsurf», racconta. E questo nonostante negli ultimi anni sia tornato a crescere anche l’interesse per il windsurf.

Mentre chiacchieriamo, alla baia arriva un po’ di vento. È il momento di gonfiare la vela, avvitare il foil ed entrare in acqua. Era ora! Quello che ho imparato torna subito utile. Riesco ad alzarmi in tutta sicurezza e a sfrecciare sull’acqua con la vela. E anche a virare e girare come voglio.

Non è ancora sufficiente per il foiling, ma è sicuramente divertente.
Non è ancora sufficiente per il foiling, ma è sicuramente divertente.
Fonte: Mallorca Kiteboarding

Man mano che percorro metri sull’acqua acquisisco sempre più fiducia e in ogni caso mi sto divertendo. Ma ben presto il vento si ferma di nuovo. Che peccato. Purtroppo, non basta più per percorrere una tratta intera sull’ala portante e provare nuovamente la sensazione di planare come sull’e-foil. Non sono quindi riuscita a raggiungere il mio obiettivo di imparare il wing foil in pochi giorni. Se avessi avuto a disposizione altri due giorni di vento invece che di bonaccia, quasi sicuramente ci sarei riuscita. Naturalmente sarei stata ancora molto lontana dai salti e dai trick acrobatici che fanno i veri professionisti. Ma il primo passo l’ho fatto.

Obiettivo non completato, ma c’è la voglia di proseguire

Questo assaggio di foiling mi ha stuzzicato l’appetito. Mi è venuta davvero una gran fame di provare altri sport con il foil, le vele e il vento sull’acqua. Ora sono tornata a casa, in Svizzera. Ho già una vela in corridoio in attesa delle giuste condizioni di vento e ho ordinato una tavola con il foil.

In linea di massima, un paio di giorni sono sufficienti per imparare il wing foil abbastanza bene da usarlo in sicurezza e alzarsi sull’ala portante. Se anche tu hai voglia di provare il wing foil o se ti alzi già sull’acqua con una certa sicurezza, potrebbe interessarti questa attrezzatura dal nostro assortimento:

Ensis Wing SCORE Rigid Handle
Kite

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Dopo il corso, riesco a capire ancora più di prima che cosa c’è di così allettante in questo sport di tendenza: richiede equilibrio, conoscenza del vento e delle onde e una certa atleticità di base. In compenso, ti regala la sensazione di volare sull’acqua in assenza di peso, in un modo che non avevo mai sperimentato prima d’ora. Questo è l’inizio di un viaggio con una nuova tipologia di sport acquatico che ci regalerà di sicuro capitoli emozionanti. Stay tuned.

Nel laboratorio all’aperto di Siri, testo nuove tendenze, hack ingegnosi e attrezzature per l’outdoor e lo sport in condizioni reali. Seguimi per altri episodi di microavventure all’aperto e per consigli su come sfruttarle al meglio.

Immagine di copertina: Siri Schubert

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Ricercatrice subacquea, guida outdoor e istruttrice di SUP. Anche se non sono ancora un'esperta dell'acqua, perché ho ancora molto da scoprire e imparare, laghi, fiumi e mari sono i miei campi da gioco. Mi piace anche cambiare prospettiva e guardare il mondo dall'alto, facendo del trail running e facendo volare droni. 


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