Siri Schubert
Retroscena

Il laboratorio all’aperto di Siri: in una settimana imparo il wing foil, o quasi

Siri Schubert
12.4.2024
Traduzione: Martina Russo

Da qualche tempo il mio feed Instagram sta esplodendo di immagini mozzafiato di un nuovo sport acquatico: il wing foil. Ora voglio scoprire che cosa c’è dietro a questo trend. Riuscirò a imparare a librarmi sull’acqua in equilibrio su un’ala portante in pochi giorni?

Librarsi silenziosamente al di sopra dell’acqua, come se si stesse volando, si chiama anche foiling. E questa similitudine non è né arbitraria né eccessiva, perché le ali portanti, vale a dire i foil, si ispirano alle ali degli aeroplani e ti permettono di sollevarti dal pelo dell’acqua e di fluttuare su laghi e oceani. Fortissimo, penso io. Voglio provare anche io. Senza alcun dubbio!

Torno pedalando al mio alloggio con sentimenti contrastanti: da un lato, sono delusa perché il primo giorno di un corso di per sé già breve è trascorso senza alcun contatto con l’acqua. Dall’altro lato, mi colpisce il fatto che la direzione del corso metta al primo posto la sicurezza e il progresso dell’apprendimento delle persone iscritte. Perché una lezione in queste condizioni sarebbe stata probabilmente frustrante se non addirittura pericolosa.

Sollevarsi per la prima volta con un motore elettrico

Con queste dotazioni e con le informazioni ricevute mi sento sicura. Servendomi di un telecomando definisco la spinta e raggiungo la velocità necessaria per iniziare a fluttuare. Riesco ad alzarmi in piedi velocemente. Ora si tratta di spostare il peso dal piede anteriore a quello posteriore e viceversa. È un po’ come quando si sale su una pump track con lo skateboard.

La cosa importante è tornare sempre in fretta con il peso sul piede anteriore non appena la tavola si alza, per evitare che schizzi verso il cielo in stile razzo e mi faccia cadere. Per fortuna succede una volta sola e mi rendo conto che i miei tanti anni di esperienza come atleta di sport acquatici mi tornano utili quando devo mantenere l’equilibrio. Da lì in poi la parola d’ordine è: mantenere la tavola piatta.

La sensazione sulla tavola è incredibile: non appena la tavola si solleva dall’acqua, diventa immobile, poiché non c’è più l’attrito con l’acqua. Diminuisce la resistenza e aumenta la velocità. Prima decollo. Poi volo. Mi arriva una scarica di endorfine. Allora è questa la sensazione di cui parlano entusiasti gli appassionati di foiling sui social media? Voglio provarla ancora e ancora.

La lezione sta per finire. Ho le gambe stanche, perché nonostante la trazione elettrica, stare in piedi sulla tavola e cercare di mantenere sempre l’equilibrio all’inizio mi hanno stancato più di quanto mi fossi accorta. Ma sono anche soddisfatta. E non vedo l’ora di rifarlo.

Il giorno dopo mi aspetta la fase successiva. Perché anche se l’e-foil mi è piaciuto, il mio obiettivo per questa settimana è fare foiling con l’aiuto di una vela, la cosiddetta wing, e del vento. Per il momento non saliremo su una foil board, bensì su una tavola da windsurf.

Evitare la «walk of shame» con le giuste abilità

In realtà non c’è motivo di vergognarsi della «walk of shame». Al contrario: chiunque abbia mai imparato il wing foil o qualsiasi altro sport legato al vento l’avrà fatta almeno un paio di volte. Perché se non esci dalla tua comfort zone e non accetti di commettere qualche errore (senza correre rischi inutili), non imparerai mai nulla. Ecco perché la «walk of shame» è in realtà un attestato di merito, una tappa fondamentale sulla via del successo.

Avevo già fatto pratica con la vela con quelli della Honu Sup sul lago di Thun, cosa che mi fa risparmiare molte lunghe uscite.

Dopo circa un paio d’ore riesco a veleggiare avanti e indietro e a strambare, cioè a virare con l’aiuto del vento. Riesco anche a seguire abbastanza bene il percorso stabilito. Questo è il momento in cui sarei pronta per la fase successiva, ovvero navigare con il foil. Ma il vento è sparito. Tocca fermarsi.

Il vento si fa desiderare

Anche nei due giorni successivi il vento non è dalla mia parte. Di tanto in tanto una leggera brezzolina risveglia le mie speranze, ma dopo poco il vento si ferma. Passo ore e ore davanti al centro per gli sport acquatici sulla costa settentrionale di Maiorca, con lo sguardo fisso sul mare. Cerco, in modo del tutto irrazionale, di «manifestare» onde e piccoli creste schiumose con l’intensità del mio sguardo. Ma non succede nulla.

Questo è quello che accade con gli sport praticati in natura: le forze del vento, del sole, dell’acqua e delle precipitazioni fanno parte del gioco e hanno l’ultima parola. In realtà è una cosa buona, perché l’attesa ti insegna a prestare attenzione, a essere consapevole e ad avere pazienza. Negli sport outdoor non puoi imporre nulla, e questa è una parte importante del fascino che esercitano su di me.

Finalmente: mi libro con la vela

Mike sceglie la vela in base alla mia altezza, al mio peso e alla forza del vento stimata.

Per me è un indubbio vantaggio avere l’opportunità di provare il materiale adatto a me e alle mie capacità attuali in una scuola. Soprattutto all’inizio, spero di fare dei progressi rapidi e se mi ritrovo in fretta con materiale non più adatto al mio livello, non devo investire altri soldi.

Mentre chiacchieriamo, alla baia arriva un po’ di vento. È il momento di gonfiare la vela, avvitare il foil ed entrare in acqua. Era ora! Quello che ho imparato torna subito utile. Riesco ad alzarmi in tutta sicurezza e a sfrecciare sull’acqua con la vela. E anche a virare e girare come voglio.

Obiettivo non completato, ma c’è la voglia di proseguire

Questo assaggio di foiling mi ha stuzzicato l’appetito. Mi è venuta davvero una gran fame di provare altri sport con il foil, le vele e il vento sull’acqua. Ora sono tornata a casa, in Svizzera. Ho già una vela in corridoio in attesa delle giuste condizioni di vento e ho ordinato una tavola con il foil.

In linea di massima, un paio di giorni sono sufficienti per imparare il wing foil abbastanza bene da usarlo in sicurezza e alzarsi sull’ala portante. Se anche tu hai voglia di provare il wing foil o se ti alzi già sull’acqua con una certa sicurezza, potrebbe interessarti questa attrezzatura dal nostro assortimento:

Nel laboratorio all’aperto di Siri, testo nuove tendenze, hack ingegnosi e attrezzature per l’outdoor e lo sport in condizioni reali. Seguimi per altri episodi di microavventure all’aperto e per consigli su come sfruttarle al meglio.

Immagine di copertina: Siri Schubert

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Ricercatrice subacquea, guida outdoor e istruttrice di SUP. Anche se non sono ancora un'esperta dell'acqua, perché ho ancora molto da scoprire e imparare, laghi, fiumi e mari sono i miei campi da gioco. Mi piace anche cambiare prospettiva e guardare il mondo dall'alto, facendo del trail running e facendo volare droni. 


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