Retroscena

Allenamento occlusivo: attività infernale

Patrick Bardelli
6.1.2020
Traduzione: Nerea Buttacavoli
Immagini: Alessandro Aellig

Occlusione? Bello, sembra «occasione». E io la colgo. Sarà un allenamento infernale.

Era da tanto che volevo scrivere questo articolo. Ora è finalmente arrivato il momento. Bambini: non fatelo a casa, può essere pericoloso.

«Ti va di provare l’allenamento occlusivo?» Claudio Viecelli, biologo molecolare e muscolare al Politecnico di Zurigo, me l’ha casualmente chiesto. Occlusione? Sembra interessante, ci sto. Una cosa di cui al tempo non ero al corrente: sarà un allenamento infernale. Di questo parleremo dopo.

Allenamento al limite della prestazione fisiologica

Quali sono?
Tutte le malattie cardiovascolari, maggiore pericolo di trombosi o un cancro in pieno corso.

Cos’altro può andare storto se l’occlusione non viene correttamente eseguita?
Una complicazione comune è lo svenimento. L’atleta perde i sensi se l’occlusione viene rilasciata troppo velocemente dopo l’allenamento. Questo, tuttavia, non è drammatico. Ovviamente non si consiglia nemmeno di allenarsi da soli. La peggior cosa che potrebbe succedere è l’arresto cardiaco. Complicazione molto rara ma grave.

Allenamento di forza e di resistenza

Un ulteriore vantaggio dell’allenamento occlusivo è il fatto che vengono allenate sia la forza, sia la resistenza. La mancanza di ossigeno causata dall’occlusione fa sì che determinate proteine vengano stabilizzate, il che aumenta la capillarizzazione dei muscoli. Ti alleni in modo aerobio e anaerobio parallelamente, il che altrimenti è fisiologicamente impossibile.

Parliamo di metabolismo energetico aerobio quando il corpo utilizza ossigeno per bruciare grassi e carboidrati. In questo modo ricava energia per il lavoro muscolare. Questo funziona con un carico di allenamento ridotto, come la corsa di resistenza, nuotare lentamente ecc. Il corpo utilizza le fibre muscolari rosse, queste assimilano ossigeno.

Allenare forza e resistenza contemporaneamente sembra allettante. Ciononostante: da svenimenti fino ad arresti cardiaci – improvvisamente non sono più così convinto di volermi cimentare in questa nuova esperienza. Ma ormai ho accettato. Iniziamo con dieci minuti di tapis roulant per riscaldarci, dopodiché mi faccio bendare le cosce. Niente più ossigeno.

Occlusione uguale ahia!

«Ce la fai?» chiede Claudio. «Ora allentiamo la benda, pian piano. Se ti senti male, faccelo sapere». Dice anche altro, ma non lo sento. In testa sento solo dolore. Ischemia, per essere più precisi. Un dolore atroce. Non so come descriverlo. È come se qualcuno si addormentasse sul tuo braccio, non puoi muoverti e devi sopportarlo. Dolore. Solo dolore. Voglio che finisca.

Non appena il sangue scorre di nuovo regolarmente nelle mie cosce, il dolore sparisce in pochissimo tempo. Il tutto è durato una quindicina di minuti. Allenamento infernale altamente efficiente. Come diceva il dottore all’inizio? Allenamento al limite della prestazione fisiologica. È stata un’esperienza al limite, non voglio ripeterla. Alla prossima. Grazie Claudio!

Grazie anche a te cara lettrice, caro lettore. Grazie per la tua fiducia. Come? Ancora non mi segui? È proprio ora di farlo. Qui trovi il mio profilo autore anche nel 2020.

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Da giornalista radiofonico a tester di prodotti e storyteller. Da corridore appassionato a novellino di gravel bike e cultore del fitness con bilancieri e manubri. Chissà dove mi porterà il prossimo viaggio.


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