Retroscena

Transformers: perché i robot alieni parlano?

Dominik Bärlocher
5.10.2020
Traduzione: Leandra Amato

A Optimus Prime piace fare discorsi. A Megatron piace insultare. Inutile nel contesto della comunicazione delle macchine. Altri protocolli sarebbero molto più efficienti in caso di guerra intergalattica.

Una scena del primo film dei Transformers del 2007.

«Perché combattiamo per salvare gli umani? Sono una razza primitiva e violenta», dice Falco, l’Autobot.

«Eravamo diversi noi? Sono una specie giovane; hanno molto da imparare. Ho visto del buono in loro. La libertà è il diritto di tutti gli esseri senzienti. Sapete bene che c'è un solo modo per concludere questa guerra: dobbiamo distruggere il cubo. Se tutto dovesse fallire lo riunirò con la scintilla nel mio petto», risponde Optimus Prime, il capo degli Autobot.

Molti autori e youtuber hanno parlato online dei punti deboli dei film diretti da Michael Bay, ma nessuno di loro ha affrontato l'aspetto della comunicazione. Non importa quanto tu sia bravo in inglese: la scena di cui sopra non ha senso nel contesto del film.

Il problema è la comunicazione in sé. Non ha assolutamente senso che gli Autobot parlino tra di loro.

La presunta anatomia di un Transformer

Per prima cosa, dobbiamo capire cos'è un Transformer. Prendiamo Optimus Prime, che è quello che parla di più. I suoi discorsi alla fine di ogni film sono sempre di ispirazione kitsch e vengono pronunciati nell’originale inglese con la voce di Peter Cullen.

Inoltre, Optimus Prime ha certamente un potente impianto trasmittente integrato, perché alla fine di ogni filmato invia un messaggio nello spazio ad altri Autobot che cercano rifugio da qualche parte là fuori, senza l’aiuto di ulteriori macchinari.

Questo trasmettitore è importante: è la ragione per cui non ha senso che i Transformer parlino tra loro.

MP3 contro AirDrop

Stranamente, nel primo filmato dei Transformer, la risposta dura 60 secondi. Quindi, Optimus Prime ha un'uscita di 960 KB di dati attraverso gli altoparlanti. E ha inviato lo stesso file audio nello spazio tramite il suo trasmettitore.

È estremamente inefficiente.

Sarebbe più ragionevole se gli Autobot comunicassero tra loro tramite AirDrop o Huawei Share o Nearby Sharing. Questi sono i protocolli che Apple, Huawei e Android utilizzano per lo scambio di dati tra due dispositivi fisicamente vicini – circa un paio di dozzine di metri. A seconda della potenza di trasmissione dei due apparecchi, sono possibili distanze maggiori.

Huawei documenta la sua tecnologia abbastanza bene nei Developer Docs e così si può leggere che la velocità massima in condizioni ideali è di 80 MBps, che corrisponde a 4800 MB al minuto. Se i Transformer avessero utilizzato Huawei Share per comunicare tra loro, avrebbero potuto comunicare 5000 volte di più o 5000 volte più velocemente.

Dopo una breve e superficiale ricerca, consiglierei ai Transformer di utilizzare Huawei Share. Solo perché lì ho velocità affidabili, come Autobot posso stimare più facilmente quanti dati posso inviare in un tempo utile. Perché se i Decepticon attaccano, bisogna muoversi in fretta. «Più veloce che mai» non basta. È in gioco la sopravvivenza del pianeta Terra. Minimo.

I robot killer dello spazio sarebbero ancora più letali, più veloci e più efficienti. La cosa più importante è che quasi certamente richiederebbe meno batteria. Questo perché la trasmissione del suono richiede una grande quantità di funzioni meccaniche. Le labbra devono muoversi, il volume deve essere modulato, i suoni della voce devono essere generati con vibrazioni.

Quando ha senso che i Transformer parlino

Tuttavia, ci sono occasioni in cui un Transformer deve parlare. Il caso d'uso più ovvio di una voce: quando un Transformer parla con la popolazione indigena del pianeta. Perché a meno che questa popolazione non sia composta anche da giganteschi robot killer il cui protocollo di condivisione è identico a quello degli Autobot o dei Decepticon, allora si deve trovare una base comune.

Bluetooth o qualcosa del genere. Come ultima opzione: la voce. Oppure il proiettore olografico, che ha integrato anche Optimus Prime.

Questo è quanto. E per quanto stupidi siano i film, la voce di Peter Cullen è sempre epica.

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Giornalista. Autore. Hacker. Sono un contastorie e mi piace scovare segreti, tabù, limiti e documentare il mondo, scrivendo nero su bianco. Non perché sappia farlo, ma perché non so fare altro.


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