
Novità e trend
Sei scope per un'esperienza sensoriale, e altro ancora
di Pia Seidel
Al Salone del Mobile di Milano, tra i vari oggetti esposti, c'erano router WiFi rivestiti a maglia o pouf a forma di ciambella. Ecco le sei «opere d’arte funzionali» che mi hanno colpita maggiormente.
Al Salone del Mobile di quest'anno, alcune menti creative non hanno certo reinventato la ruota, ma l'hanno resa decisamente più bella. Dodici opere in particolare mi sono rimaste impresse. Le sto documentando in due parti. Oggi esce il secondo articolo mentre il primo è stato pubblicato ieri:
Gli oggetti di sabbia stampati in 3D di Rive Roshan sono delicati e hanno una forma caratterizzata da un susseguirsi di onde. Eppure, gli «Spin Vessel» sono tutt'altro che morbidi: la sabbia viene legata da un materiale in resina che mantiene la forma desiderata. Con la stampante 3D, la designer creatrice di questi oggetti cattura dei cosiddetti «momenti fugaci». L’opera «Motion», composta da otto pezzi da collezione attualmente in mostra presso lo spazio curato da Rossana Orlandi, è solo l'inizio della sua ricerca di utilizzo della sabbia come materiale.
Quando l’architettura si fonde con il design, immagino che si crei qualcosa come il tavolo in alluminio «Odyssey» di Jiri Krejcirik, anch’esso esposto da Rossana. Sei gambe simili a dei pilastri sostengono virtualmente il tetto, o meglio, il piano del tavolo. Grazie al rivestimento speciale color oro, il tavolo brilla in maniera quasi olografica, facendo riferimento al nome della collezione: «Eclecticism». L’opera si ispira da un lato all'antichità greca e dall’altro all’architettura modernista dello sloveno Jože Plečnik.
In questo vaso realizzato dai fondatori dello Studio-Lotto, Mirko Ihrig e Casey Lewis, l’accostamento di elementi in acciaio e vetro sembra quasi naturale. Eppure, i materiali non potrebbero essere più diversi: uno è fragile, l'altro quasi indistruttibile. L’intento è quello di creare un’unità: «Abbiamo voluto usare il vetro perché è stato un po' trascurato nel design industriale come materiale strutturale, specialmente se combinato con il metallo», spiega Casey. «Ci siamo ispirati a vecchi oggetti realizzati in vetro e metallo, come i vecchi servizi da tè». Originariamente, i designer volevano unire i manici alla superficie in vetro mentre era ancora calda, per creare una fusione «naturale» senza l’utilizzo di ulteriori strumenti. Tuttavia, non sono stati in grado di realizzare in tempo questa tecnica per il Salone del Mobile. Pertanto, al momento i manici in acciaio sono avvitati al vaso in vetro. In futuro, però, questi due materiali non si uniranno solo visivamente, ma si fonderanno letteralmente tra loro.
Mentre io nascondo il mio router WiFi dietro una pianta d'appartamento, altri gli dedicano una forma del tutto nuova: l'interaction designer Elsa Sier crede che il router sia un oggetto visivamente poco fantasioso, ma comunque importante. Vorrebbe che ci sentissimo più legati ad esso e che lo capissimo meglio: «Sappiamo poco di tutto ciò che fa per noi», spiega Elsa. In contrasto agli alloggiamenti in plastica tradizionale, il router di Elsa vanta una forma organica. Avvolto in un tessuto a maglia raffinato e a coste, questo router interagisce con noi formando sempre più protuberanze, quante più persone si collegano alla connessione. Oppure, grazie alla trasparenza del tessuto, l’oggetto si illumina di rosso se la connessione non funziona o di giallo se sta scaricando dei dati. Inoltre, il router funge anche da contenitore.
Yasuhiro Cúze ha presentato un'installazione composta da un misto di vasi e lampade. Collegati tra loro da corde, i singoli oggetti dovrebbero ricostruire nuove forme e simboleggiare la collettività. I vasi sono realizzati in ceramica, anche se alcuni di essi sembrano di metallo per via di una speciale smaltatura. Sono tutti fatti a mano e quindi fanno parte del «Makers Show» presso il Salone del Mobile, che mette in mostra lavori di designer auto-produttori e indipendenti che sperimentano con nuove tecniche di produzione.
Il pouf «Boa» fa venire l’acquolina in bocca: ricorda una ciambella col buco ed è opera della designer Sabine Marcelis, che l'ha creata per il marchio di arredamento Hem. La sua forma arrotondata e al contempo massiccia rimette in discussione qualsiasi tipo di arredamento. Allo stesso tempo, funge da pietra miliare nella produzione di mobili imbottiti: il suo rivestimento in tessuto è realizzato interamente senza cuciture.
Sono la cheerleader del buon design e ti informo su tutto ciò che ha a che fare con l'arredamento, parlandoti delle ultime trovate dell’interior design – dalle più semplici alle più sofisticate – mostrandoti i nuovi trend e intervistando le menti creative del design direttamente sul loro posto di lavoro.