Piz Nair © Filip Zuan
Retroscena

«L'elicottero decolla tra 45 minuti»

Patrick Bardelli
25.4.2018
Traduzione: Leandra Amato

Filip Zuan è un fotografo. E fa il suo lavoro così bene che ti lascia a bocca aperta. Il suo studio? Le montagne dell’Engadina. Le sue foto? Spettacolari.

Incontro Filip a metà aprile nell'innevata e ancora molto invernale Alta Engadina per un'intervista. Il 37enne vive a Silvaplana. Ci sediamo con lui al tavolo della cucina, sua figlia Ella accanto a noi sul pavimento. Gioca soddisfatta con i suoi blocchi di costruzione, mentre in cucina si diffonde il profumo del caffè appena preparato. Atmosfera da domenica mattina, in un venerdì qualsiasi. Vorresti che il tempo si fermasse, ma ovviamente non accade.

«L'elicottero decolla tra 45 minuti, preparati».

Come sei riuscito a fare questo servizio con Robby Naish?

E improvvisamente il telefono suona.

«Esatto. Erano le 10 del mattino, ero seduto in ufficio e dall'altro capo della linea il mio amico mi fa: ‘Ehi Filip, Robby è arrivato. Sta andando a fare SUP. L'elicottero parte tra 45 minuti.’ E lì ho iniziato a sudare. Ma siccome sono «sempre pronto a scattare», ho afferrato la mia attrezzatura e sono partito subito. È stata una giornata incredibile, di quelle che ricorderò per sempre».

Sul viso di Filip si fa strada un sorriso. E così, l'icona del surf Robby Naish, direttamente dalle Hawaii, con la sua tavola di Stand Up Paddle, si trova su un lago di montagna dell'Alta Engadina.

«L'Engadina, per me come fotografo, è un paradiso. Il paesaggio e la luce sono unici».

Filip è molto vicino all'azione e di recente ha lanciato una rivista: «Currently Bike Movement» documenta la scena della mountain bike in più di 100 pagine. È appena stato pubblicato il secondo numero. Nel frattempo siamo al secondo caffè, mentre Ella continua a giocare con i suoi mattoncini, completamente immersa in quello che sta facendo.

Che ruolo hanno le tue radici in Engadina?

«L'Engadina è casa mia. Qui mi sento bene».

Come si riflette questo nelle tue foto?

«Pianifico i miei scatti con molta attenzione. Conosco la zona e la montagna, e questo naturalmente rende le cose molto più facili. E penso che questo si rifletta nel mio lavoro. Fare scatti in un luogo nuovo o sconosciuto è emozionante, ma ci sono moli fattori imprevedibili».

Cosa vuoi dire?

«In studio, puoi mettere in scena una foto dalla A alla Z. All'aperto puoi farlo solo in misura limitata e ci vuole una buona dose di fortuna. Una pianificazione precisa, la mia esperienza, il mio «sesto senso» per le condizioni meteo, la luce e così via sono di grande aiuto. Se non scatto a casa, tutte queste cose mi mancano, e così potrei perdermi il momento magico che cerco».

Filip si ritiene fortunato. Ma, per ritenersi fortunati, bisogna prima essere pronti ad aprirsi alla fortuna. La sua filosofia: la fortuna arriva grazie a una preparazione meticolosa. Ci vogliono esperienza, spontaneità e una buona dose di intuito, perché a volte tutto accade molto rapidamente.

Puoi farmi un esempio concreto?

E lo stato d’animo?

Ma, per fortuna, non è andata così: lo scatto è riuscito. E cosa pensa Filip Zuan della post-elaborazione del suo materiale? Quanto utilizza Photoshop? Naturalmente, dopo gli scatti regola il colore e il contrasto. Tuttavia, in questo ambito rimane un puritano. I suoi esordi risalgono alla fotografia analogica, perciò cerca di rendere il più possibile direttamente «In camera». Non gli piace manipolare e ritoccare.

«Scattare foto in mountain bike è estremamente impegnativo».

Quando fa servizi di questo genere, parte con pochissima attrezzatura. Un corpo, tre lenti: 24/70, teleobiettivo, ampio, pronto. Infine, anche lui va in mountain bike nel tour, quindi si porta qualche chilo in più sulla schiena. Aggiungi a questo mix l'alta concentrazione, la ricerca costante della luce perfetta e l'ambientazione perfetta: la sera, dopo un servizio, è felice e soddisfatto, ma anche distrutto.

E per finire voglio sapere: qual è il dispositivo migliore? Nikon, Canon, Sony o un’altra marca? Filip Zuan alza gli occhi al cielo e risponde:

«Non sono interessato a questo argomento, perché lo ritengo del tutto superfluo. A me interessano le foto».

Ha ragione!

Altre informazioni su Filip Zuan qui

Immagine di copertina: Piz Nair © Filip Zuan

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Da giornalista radiofonico a tester di prodotti e storyteller. Da corridore appassionato a novellino di gravel bike e cultore del fitness con bilancieri e manubri. Chissà dove mi porterà il prossimo viaggio.


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