Retroscena

La polemica Disney: per nessun film vale la pena di morire

Luca Fontana
16.8.2021
Traduzione: Nerea Buttacavoli

Il CEO della Disney Bob Chapek dice che «Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings» della Marvel sia un esperimento. Un esperimento con cosa? Con vite umane, secondo i critici che accusano il capo della Disney. Lecitamente?

«Pensiamo che rilasciare un film Marvel su Disney+ dopo soli 45 giorni potrebbe essere un esperimento interessante».

Un esperimento interessante. Chapek avrebbe potuto benissimo dire: «Vediamo quanti soldi facciamo se il film viene inizialmente proiettato solo nei cinema, anche se c'è una pandemia in corso con un nuovo aumento dei tassi di infezione e di morte in tutto il mondo».

Indignazione. Clamore. Orrore. Perché per Disney, secondo l'accusa sollevata in molti luoghi dopo queste parole, il denaro è più importante della salute della popolazione.

L’accusa: il denaro pesa più di una vita

«Una piastra di Petri di decisioni sbagliate», scrive l’autrice.

Nella colonna dei commenti, Ryan riceve sia critiche che incoraggiamenti. «È discutibile quando un'azienda decide di testare la tolleranza al rischio del pubblico esclusivamente in un ambiente in cui la sua salute è compromessa», scrive per esempio la commentatrice Ada Roberts.

Wildraspberrie ribatte: «Sei consapevole del fatto che non esiste il diritto di avere accesso a un film comodamente da casa tua e che la gente può decidere da sola se andare o meno al cinema, vero?», Wildraspberrie parla di un Date-and-Day-Release, ovvero quando un film può essere visto simultaneamente al cinema e sulle piattaforme di streaming.

Critiche e indignazioni sulla tempistica dell'uscita nelle sale si trovano anche nella colonna dei commenti della stessa notizia nella rivista di settore Deadline. Tuttavia, per altre ragioni: Labor Day, la versione americana della festa del lavoro.

Molto prima che qualcuno potesse prevedere un'imminente pandemia.

D'altra parte: neanche il Date-and-Day-Release va bene

L'annuncio della Disney di rimandare l'uscita nelle sale di «Shang-Chi» ha alimentato le accuse di avidità. Questo dopo mesi di accuse di questo tipo da parte di cinema e co. a causa della precedente strategia di Date-and-Day-Release della Disney.

Ma non è stata accusata solo la Disney.

Lo scorso dicembre, dopo l'annuncio della Warner Bros di voler rilasciare tutti i suoi film nel 2021 in sala e simultaneamente sul proprio servizio streaming HBO Max, il gigante della regia Christopher Nolan ha dichiarato a The Hollywood Reporter:

«Alcuni dei più grandi registi e delle più importanti stelle del cinema della nostra industria sono andati a dormire pensando di lavorare per il miglior studio cinematografico del mondo, solo per svegliarsi la mattina dopo e scoprire di lavorare improvvisamente per il peggior servizio di streaming del mondo».

Da allora, la rabbia di registi, attrici, attori e operatori cinematografici ha assunto proporzioni sempre maggiori. Mentre gli attori John Krasinski ed Emily Blunt stanno attualmente discutendo con lo studio cinematografico Paramount per un Date-and-Day-Release di «A Quiet Place 2», l'attrice Scarlett Johansson è andata all'attacco e ha fatto causa a Disney.

L’accusa: violazione del contratto per via del Date-and-Day-Release.

Queste sono le stesse accuse che vengono fatte alla Disney per «Shang-Chi».

Almeno in teoria.

Cos’altro ha detto Bob Chapek...

Innanzitutto, le parole di Bob Chapek alla sua presentazione delle cifre trimestrali non sono sempre tramandate con il contesto completo. Dopotutto, Chapek dopo la sua infelice citazione dell’esperimento ha anche detto:

«Per tornare alla mia risposta precedente: quando abbiamo pianificato la ri-uscita di 'Shang-Chi' tre mesi fa, abbiamo immaginato una situazione pandemica già molto più sana. Non potevamo sapere come la situazione si sarebbe sviluppata nel frattempo».

Il capo della Disney non pronuncia le parole «variante Delta», ma è lì, tra le righe. Perché allora non rilasciare «Shang-Chi» anche sul servizio di streaming interno Disney+ allo stesso tempo?

«Perché in questo momento, a causa dei contratti e degli accordi con gli operatori cinematografici e le società di distribuzione, non siamo più autorizzati a fare cambiamenti dell'ultimo minuto al programma di rilascio».

Anche da leggere tra le righe: «Vorremmo fare un Date-and-Day-Release, ma abbiamo le mani legate per contratto. Ora cerchiamo di farne il meglio».

In confronto, «The Suicide Squad», rilasciato sia nei cinema che gratuitamente su HBO Max, ha incassato solo 24 milioni di dollari nel suo weekend di uscita. E questo nonostante le ottime recensioni. Un flop.

Inoltre, gli studi cinematografici non devono condividere i ricavi del servizio di streaming 50:50 con gli operatori cinematografici come al solito, ma solo 80:20 con gli operatori dei server di streaming. Da un punto di vista puramente imprenditoriale, un Date-and-Day-Release sembra quindi più conveniente.

Soprattutto in vista della pandemia ancora in corso.

Quanto è davvero malvagia l'uscita al cinema della Disney ora?

La Disney è ora avida di soldi perché per il momento rilascia «Shang-Chi» solo al cinema, o perché in precedenza si è attenuta al suo modello di business Date-and-Day-Release? Le opinioni si dividono. L’unica cosa su cui sembrano essere tutti d’accordo: qualunque cosa faccia, la Disney è il male.

Un esempio: a Zurigo, il biglietto costa CHF 19.90 per gli adulti e CHF 16.60 per i bambini. Poi popcorn per CHF 6.60 e bevande per CHF 4.90. Questo fa un totale di CHF 119 per una famiglia con due genitori e due bambini. A casa sarebbero 29 franchi più 80 centesimi per una confezione grande di popcorn fatti al microonde.

Ciò che distingue la Disney è la sua posizione sempre più monopolistica come una delle più grandi, se non addirittura la più grande, società di media nel mondo. Questo rende Disney impopolare. Attaccabile. Richiede dei critici – giustamente. Disney non può e non deve sfruttare il suo potere. È giusto tenerla d'occhio. Tuttavia, la critica non dovrebbe mai essere esercitata solo per il gusto di criticare.

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Scrivo di tecnologia come se fosse cinema – e di cinema come se fosse la vita reale. Tra bit e blockbuster, cerco le storie che sanno emozionare, non solo far cliccare. E sì – a volte ascolto le colonne sonore più forte di quanto dovrei.


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