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Opinione

Fratelli diversi, bisogni diversi: l’arte dell’equità in famiglia

Michael Restin
15.5.2025
Traduzione: Alessandra Ruggieri De Micheli

Fratelli e sorelle spesso si lamentano di essere trattati ingiustamente. Ovviamente non bisogna fare preferenze, ma non è detto che tutti debbano essere trattati allo stesso modo.

«I genitori hanno sempre un figlio preferito». Questa frase inizialmente mi tormentava, poi mi ha fatto riflettere. Continuavo a rivederla nel mio feed di notizie, in tutte le possibili salse. Ovviamente, a un certo punto ci ho cliccato sopra. E sono capitato su questo articolo di focus che consiglio vivamente di leggere. Perché questo clic ha immediatamente innescato delle domande in me: ero o non ero il figlio prediletto in famiglia? E ora come mi comporto con i miei figli? Faccio dei favoritismi? E perché mai?

«I preferiti di casa sono i più piccoli, con un carattere accondiscendente e responsabile, e di sesso femminile». La prima volta che l'ho letto l'ho trovato assurdo. Ma essendo stato il fratello minore di una sorella accondiscendente e responsabile che ha figli nella stessa costellazione, ho iniziato a riconsiderare la cosa. Dopotutto, proviene da una fonte attendibile ed è un tema che viene trattato sempre più nei media. Questa affermazione non si basa su un sondaggio di TikTok o su una mumfluencer di Instagram, ma su una meta-analisi i cui risultati sono stati pubblicati sul prestigioso Psychological Bulletin. La verità scientifica su oltre 19 000 partecipanti a vari studi e sulle loro relazioni familiari: vale la pena darvi un'occhiata.

Siamo tutti nella stessa barca

I titoli fanno sempre sembrare tutto così assoluto. È così e basta. Può essere un bene o uno male. E quindi è scandaloso! Ma nella vita reale non è tutto bianco o nero: ci sono varie sfumature, piccole differenze che si sommano. Sulle decisioni che i genitori spesso prendono inconsciamente a favore dell'uno o dell'altro figlio, senza secondi fini. E senza che i bambini lo percepiscano necessariamente come ingiusto. Questo dà ai genitori la sensazione di favorire le figlie femmine e di essere emotivamente più vicini ad esse, anche se i figli di solito si sentono trattati allo stesso modo. I genitori si tormentano mentre i loro figli sono felici: questa è di per sé una buona notizia.

La cattiva notizia è che probabilmente non tutti si tormentano costantemente, a meno che non stiano partecipando a uno studio. E che in ogni famiglia si generano situazioni percepite come normali. Ognuno ha il suo ruolo e, come in un film, deve stare attento a non farsi etichettare. Poiché i ruoli si influenzano a vicenda e possono sia ispirare che paralizzare.

I figli non sono tutti uguali e non devono essere trattati tutti allo stesso modo, ma in maniera giusta.
I figli non sono tutti uguali e non devono essere trattati tutti allo stesso modo, ma in maniera giusta.
Fonte: Shutterstock/Maria Symchych

I genitori non devono dire ai figli chi sono o come sono, ma devono mostrare loro chi potrebbero diventare. E per potersi sviluppare appieno, i bambini hanno bisogno di acquisire fiducia in sé stessi. Di conseguenza, di tanto in tanto devono verificare se possono oltrepassare i limiti. Educare è faticoso, soprattutto se il bambino non è accondiscendente. Lo studio mostra chiaramente che chi ha un carattere più docile e affidabile viene premiato e coccolato maggiormente. È giusto? Certo che no.

Eppure, la cosa non mi sorprende. Ci casco anche io e ci caschiamo tutti in fondo. L'importante è che la vita quotidiana scorra senza intoppi. E chi crea problemi, fa in fretta a mettersi nei guai. Più i genitori si impuntano, più è probabile che sorgano conflitti e che l'affetto ne risenta. Hai messo a posto la stanza? Hai fatto i compiti? Com'è andata la verifica di matematica? Gli atteggiamenti e i risultati positivi ovviamente vengono elogiati. Dopo tutto, siamo felici quando tutto va secondo i piani, siamo orgogliosi e ci sentiamo carichi, senza pensare a come si sente la controparte.

Chi può vivere a modo suo entra meno in crisi

Ogni volta che elogiamo il figlio più accondiscendente, senza rendercene conto, facciamo pressione su quello che ha maggiore difficoltà a «funzionare» come gli altri. Quello che procrastina e fa scarabocchi sul foglio invece di concentrarsi e fare i compiti. Quello che ha bisogno di sfogarsi o di fare altro prima di trovare la sua motivazione. Quello per il quale un'agenda piena di impegni rappresenta una vera e propria sfida.

Il suo carico mentale si appesantisce se, dopo una lunga giornata di scuola, ha la sensazione di aver sbagliato qualcosa o di aver lasciato qualcosa in sospeso nella sua lista di cose da fare. Questo ha delle conseguenze. Secondo lo studio, i bambini che entrano spesso in conflitto con i genitori hanno più difficoltà nella vita, sia dal punto di vista scolastico che psicologico. Il problema è che ci si aspetta che tutti vivano allo stesso modo, ma sarebbe giusto agire in modo diverso con i bambini che fanno più fatica.

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Spesso fare delle richieste e pretendere delle reazioni immediate è meno utile che capire che la testa del bambino in quel momento non è libera per eseguire nuovi compiti. Che il problema deve essere risolto in un modo diverso, anche se questo manda a rotoli il programma della giornata. Chi si sente compreso si sente sollevato e trova più facile affrontare la situazione. Chi può vivere a modo suo entra meno in crisi. Come genitore, di solito basta mantenere la calma, cambiare prospettiva e parlare. Esprimersi e confrontarsi l'uno con l'altro. Da pari a pari.

Fare paragoni è ingiusto

Spesso si arriva a fare paragoni, ma è pericoloso: «Prendi esempio da...» è una frase che spesso abbiamo sulla punta della lingua, ma che non dovrebbe essere mai detta. Perché può causare parecchi danni. I bambini si confrontano continuamente già di per sé: a scuola, durante l'allenamento e a casa, tra fratelli e sorelle. Tuttavia, il confronto è ancor più nocivo quando si dimentica la differenza di età. Ed è particolarmente doloroso se viene scaraventato in faccia: frasi come «tuo fratello sapeva già farlo alla tua età...» sono uno schiaffo verbale. I bambini non sono tutti uguali e non è giusto fare paragoni.

Tra fratelli e sorelle, ovviamente, c'è sempre competizione. Ognuno ha i suoi assi nella manica. I più piccoli scoppiano a piangere, contando sulla clemenza dei genitori. I più grandi si sentono superiori ma anche frustrati quando i più piccoli ottengono tutto ciò per cui hanno dovuto lottare duramente in tenera età: caramelle, tempo davanti allo schermo, soldi, ecc. Questo può sembrare ingiusto nei confronti dei più grandi, e a volte lo è anche. Ma la situazione non è la stessa e in realtà sono i più piccoli a essere svantaggiati, anche se sembra che vengano favoriti.

Non è giusto!
Non è giusto!
Fonte: Shutterstock/Maria Symchych

Tuttavia, secondo gli scienziati, il vantaggio cambia in determinate situazioni. Ad esempio, i più grandi traggono beneficio se gli viene concessa una maggiore libertà ne. Si sviluppano meglio quando possono vivere l'infanzia e l'adolescenza con maggiore autonomia, mentre i genitori si concentrano sui fratelli più piccoli.

È una verità statistica che si riflette nelle tendenze. Di conseguenza, mettiamo sempre in discussione il nostro comportamento. Fortunatamente, l'educazione non è una scienza, ma un mix di amore, intuizione e convinzioni.

Solo una cosa deve essere uguale

Trovo difficile tenere tutto sotto controllo e riconoscere sempre le situazioni più o meno importanti. È giusto richiedere sempre lo stesso sforzo, anche se un compito a un bambino costa solo un sorriso mentre per l'altro è un'ardua impresa? È come per una gara di salto in alto: l'asticella va messa per tutti alla stessa altezza? Il trucco è fare in modo che tutti si sentano visti e valorizzati, sfidati e incoraggiati.

L'unico modo per farlo è trascorrere tempo di qualità a tu per tu, conversando, spiegando e, a volte, chiedendo scusa: so che non vi sto trattando tutti allo stesso modo e mi dispiace. Ma questo è il modo in cui sto cercando di essere giusto. Anche tu hai i tuoi vantaggi in altre situazioni. Solo così aumenta la comprensione reciproca e ci si rende conto che tutti abbiamo esigenze diverse. In fin dei conti, solo una cosa deve essere uguale per tutti: il rispetto per gli altri e per le opinioni altrui. Una volta che i bambini hanno interiorizzato questo aspetto, andrà tutto per il meglio.

Immagine di copertina: Shutterstock/Maria Symchych

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Semplice scrittore, doppiamente papà, che ama essere in movimento e destreggiarsi nella vita familiare quotidiana, come un giocoliere che lancia le palline e di tanto ne fa cadere una. Può trattarsi di una palla, di un'osservazione, o di entrambe.


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