Tuta, tappi per le orecchie, casco e occhiali: sono pronto per il mio primo volo.
Retroscena

Fluttuare in una provetta

Michael Restin
11.12.2018
Traduzione: Leandra Amato
Immagini: Thomas Kunz

Nessun cielo, nessun lancio, nessuna caduta, nessun confronto: sto per misurarmi con il simulatore di caduta libera al Windwerk di Winterthur.

Getto un’occhiata al tubo. È rumoroso. Un altro respiro profondo, mani in alto. L'istruttore Rafael mi fa un cenno incoraggiante, poi passo attraverso il telaio della porta per iniziare questa follia. Fluttuo e vacillo in aria. Vuoi conoscere le dimensioni e la velocità del vento della turbina del Windwerk di Winterthur? Te ne parlerò più tardi.

L'unica cosa importante in questo momento è che il flusso d'aria mi fa tenere un sorriso permanente in faccia. Sto imparando cosa significa essere in caduta libera, senza cadere veramente, in un simulatore di paracadutismo. Se ci penso è assurdo, ma anche geniale. È quasi come essere in cielo, ma sulla terra ferma. Insomma, paracadutismo per codardi. In questa enorme provetta con rete e doppio fondo si può imparare molto, perché si riceve una reazione diretta. Ogni dito fuori posto, ogni cenno o sguardo in alto può fare la differenza tra equilibrio e perdita di controllo.

Rafael, voglio il tuo lavoro!
Rafael, voglio il tuo lavoro!

In piena tempesta

Rafael mi tiene sotto controllo e mi lascia andare non appena sono stabile in aria. Qui dentro è impossibile parlare. Ma i suoi segni sono chiari e il suo entusiasmo diminuisce.

«Devo capire velocemente come insegnare al meglio mantenendo la calma», mi spiega più tardi. Dopo tutto, tutti dovrebbero avere una vera esperienza di volo: «Che senso ha tenere ferme le persone per tutto il tempo?»

Nessuno. I clienti vogliono volare e questo funziona. Dopo un minuto e mezzo mi trascina di nuovo per le gambe, fuori dalla tempesta perfetta che infuria un po' più in alto nella mia testa. Il sorriso rimane. È ora di mettere in ordine le idee. Perché sono qui? Breve flashback.

Ottime immagini garantite: la giornata d’apertura del Windwerk è dedicata alla stampa.
Ottime immagini garantite: la giornata d’apertura del Windwerk è dedicata alla stampa.

Un vento portante

Nel nuovissimo Windwerk di Winterthur, i giornalisti e il professionista freestyle Elias Ambühl si lanciano nell’enorme tubo. Immagini forti e una celebrità – «Finalmente si vola», dice sorridendo lo specialista di big air e pilota d’elicottero, mentre i giornalisti riuniti guardano gli istruttori che si muovono tra i tubi come mirtilli nel frullatore durante lo spettacolo di apertura. I corpi sfrecciano, vanno verso l’alto e ricadono giù. Tutto gira intenzionalmente.

Come funziona? Oh, sì, veniamo ai fatti! Non spiegano tutto, ma chiariscono le dimensioni. La camera di volo è alta 17 metri e ha un diametro di ben quattro metri. Con pochi accorgimenti fisici e molta potenza, nel circuito d’aria chiuso è possibile raggiungere velocità del vento fino a 280 km/h.

La nostra preparazione è rapida: esercizi di orientamento, apprendimento dei gesti, combinazione, inserti auricolari nelle orecchie, casco e occhiali. Finito. Dovrebbe essere un gioco da ragazzi, dopo tutto, i bambini di cinque anni sono già autorizzati a decollare.

La teoria in una foto.
La teoria in una foto.

Beccati questo, gravità!

Ho ancora qualche punto interrogativo in testa prima di lanciarmi: per me che non sono un debuttante nel mondo dello sport, cosa significa confrontarsi con la gravità? E per Elias Ambühl che fluttua in aria dopo pochi secondi, come se non avesse mai fatto altro?

Posso farcela anche io? O finirò col naso schiacciato sul vetro? E come puliscono tutto quel plexiglas?

Qualche stupido pensiero ronza sempre nel mio cervello fino a quando, finalmente, inizio e il momento mi prende. Il tempo di volo non è lungo, ma c'è molto da fare. Nuove esperienze, anche per il frequent flyer Ambühl.

Salutare come la regina

Il secondo giro di volo mi rende particolarmente euforico. Le basi stanno già funzionando abbastanza bene, riesco a influenzare il mio orientamento di volo, a girare e a virare. Faccio anche un cenno come la regina. Leggermente contrastato, con la testa in su, mi diverto. Poi Rafael fa segno, il flusso d'aria si amplifica, veniamo lanciati verso l'alto insieme, ruotiamo, cadiamo indietro verso il suolo, infine conquistiamo la terza dimensione e nel mio cervello si libera un doppio carico di endorfina.

Ho davvero dolori muscolari

Dall'esterno, il volo sembra bello e rilassato, ma trovarsi al centro è un vero e proprio sport. Non me lo aspettavo e odio ammetterlo, ma ho avuto dolori muscolari sul sedere per tre giorni. La postura da banana è insolita e anche se tutto sembra leggero in volo, il corpo deve lavorare. Mantenere la tensione, correggere, intervenire. Per me è stata sicuramente una nuova esperienza di movimento che vorrei ripetere – oppure regalare. È un'ottima cosa per coloro che hanno già tutto, tranne un sorriso sul volto.

Per seguire il mio profilo autore, clicca qui.

Immagine di copertina: Tuta, tappi per le orecchie, casco e occhiali: sono pronto per il mio primo volo.

A 17 persone piace questo articolo


User Avatar
User Avatar

Semplice scrittore, doppiamente papà, che ama essere in movimento e destreggiarsi nella vita familiare quotidiana, come un giocoliere che lancia le palline e di tanto ne fa cadere una. Può trattarsi di una palla, di un'osservazione, o di entrambe.


Sport
Segui gli argomenti e ricevi gli aggiornamenti settimanali relativi ai tuoi interessi.

Potrebbero interessarti anche questi articoli

  • Retroscena

    Gusto del bagno: quando la tavoletta del water è troppo brutta persino per il water

    di Reto Hunziker

  • Retroscena

    Dipinti di limoni e spirali di patate: visita alla fiera creativa

    di Stefanie Lechthaler

  • Retroscena

    La designer Cecilie Bahnsen crea sogni di tessuto

    di Laura Scholz

Commenti

Avatar