«All’inizio ci prendevano in giro tutti»
Retroscena

«All’inizio ci prendevano in giro tutti»

Siri Schubert
6.2.2024
Traduzione: Martina Russo

Balz Müller e Michael Näf sono i pionieri svizzeri della scena internazionale del wing foil. Grazie a nuovi trick e a idee per lo sviluppo dei materiali, hanno influenzato in modo determinante questi sport di tendenza. In questa intervista ci spiegano cosa rende questo sport così affascinante e perché amano librarsi sulle acque svizzere.

Della sua giovinezza, Balz Müller racconta di aver passato, probabilmente, più tempo a fare windsurf sul lago di Bienne che sulla terraferma. Oggi è uno dei pionieri del wing foil, che contribuisce al progresso di questo sport grazie ai suoi trick mozzafiato, alla sua collaborazione allo sviluppo dei materiali e al suo inesauribile entusiasmo.

Michael Näf da cinque anni si è appassionato al pump foil, uno sport in cui una tavola viene fatta galleggiare su un’ala di supporto utilizzando la forza dei muscoli. Già esperto di windsurf e wing foil, è in acqua quasi ogni giorno, preferibilmente sul Lago dei quattro Cantoni.

Ho incontrato entrambi gli sportivi per una chiacchierata in occasione della fiera degli sport acquatici più importante del mondo, la «Boot» di Düsseldorf.

Potete spiegare che cosa significano per voi i nuovi sport acquatici wing foil, pump foil e SUP foil?
Balz Müller: Per me praticare sport acquatici significa divertirsi sulla tavola, quindi svagarsi sull’acqua e in mezzo alla natura. In sostanza, un parco giochi per bambini un po’ cresciutelli.

Michi Näf: Per me l’aspetto affascinante del foil surf è che voli sull’acqua. È una sensazione di libertà pura, come surfare in paradiso. E mi piace condividere quest’esperienza con gli amici, ad esempio Balz. Quando siamo in acqua è sempre uno spettacolo.

Quando avete iniziato con il wing?
Balz: In realtà, appena sono nati questi nuovi sport. Avevo messo le mani su uno dei primi wing in Svizzera. Era il 2019 ed è stato amore a prima vista. Il wing foil mi fa sentire ancora le farfalle nello stomaco. Per me, coniuga alla perfezione tutti gli sport acquatici: surf, windsurf e kitesurf. È questo mix che lo rende perfetto per me. Il primo giorno sono stato sulla tavola per otto ore ed è diventato subito la mia droga.

Quali altre discipline sportive acquatiche praticavate prima di queste?
Balz: Ora ho 30 anni e sono innamorato dal windsurf da 23 anni. Con il foil sono passato dallo scivolare sull’acqua al volare sopra l’acqua. E il wing offre possibilità ancora più incredibili.

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    Come Ensis, il marchio svizzero di sport acquatici, ha contribuito a un nuovo sport di tendenza

    di Siri Schubert

Michi: Anch’io mi sono appassionato subito. Balz e io ci siamo stati sin dalla prima ora e abbiamo provato nuovi trick ogni giorno. È stata una vera avventura, giorno dopo giorno. E dopo un po’ è arrivato anche il pump foil, dove non serve più il vento per sperimentare il volo e il massimo della libertà.

Balz: Vento che da noi, in Svizzera, manca 365 giorni all’anno (ride).

Vi siete fatti un nome a livello internazionale nel mondo delle competizioni sportive. Finora quali sono stati i vostri maggiori successi?
Balz: Ho vinto i primi eventi internazionali di freestyle wing insieme a mia moglie Eva. Abbiamo condiviso il podio. È incredibile quando puoi contribuire alla crescita di uno sport come pioniere e partecipare alla sua evoluzione. Era il 2020. Anche negli anni successivi ho ottenuto ottimi risultati. Lo scorso anno mi sono classificato terzo in singole tappe del tour. Ed è bellissimo il fatto che io, come persona probabilmente più anziana del World Tour, abbia ancora un qualche tipo di influenza. Sarà fantastico passare il timore a tutti questi giovani che amano le acrobazie.

Michi: Il primo grande risultato per me è stata la gara della Global Wingsports Association a Silvaplana nel 2020. Il materiale non era nemmeno lontanamente paragonabile a quello di oggi e siamo arrivati alla fine della gara senza più polmoni (ride). Avevano tutti tavole, wing e foil diversi: un partecipante aveva una tavola così piccola che non riusciva nemmeno a uscire dall’acqua e quando noi abbiamo tagliato il traguardo, lui era ancora fermo alla partenza, immerso nell’acqua fin quasi al collo. Da allora la situazione è cambiata molto.

Balz: Sono cominciate a succedere una cosa dopo l’altra in rapida successione. Abbiamo partecipato alla nostra prima gara internazionale in Brasile. Come surfisti dell’entroterra, facevamo davvero fatica ad affrontare i frangenti e le onde ci spazzavano via. Nonostante tutto, siamo riusciti a dimostrare il nostro valore e a salire sul podio. Quella è stata una grande esperienza.

Come vi consideravano gli altri atleti delle nazioni oceaniche come Hawaii, Brasile, Sudafrica e Giappone?
Balz: All’inizio ci prendevano in giro tutti, ci chiamavano «pirati d’acqua dolce». A dire il vero, affrontavamo anche le onde in modo molto stupido. Proprio in occasione di questo primo evento sono entrato nella storia per la mia imbranataggine (ride). Ho fatto un salto, un’onda mi è arrivata da dietro e mi ha scaraventato sulla sabbia. Le foto mi hanno reso famoso, ma non in un bel modo (ride).

Michi: Però abbiamo imparato e ci siamo guadagnati il rispetto degli hawaiani.

Balz: In Svizzera vogliamo tutti essere surfisti. Vogliamo sperimentare la sensazione di planare sulle onde. Con il foil, quindi con una superficie portante, puoi surfare un’onda di 50 centimetri e sentirti come se stessi cavalcando un’onda hawaiana. Grazie ai foil, la mecca del surf si è spostata un po’ più lontano dalle Hawaii, verso acque interne più tranquille. Anche surfando sull’onda più piccola, hai la sensazione di trovarti in mare aperto. E anche il fatto che si tengano delle gare di Coppa del mondo qui in Svizzera è un segno.

Michi: È davvero incredibile: chi avrebbe mai pensato che in Svizzera si sarebbe potuto surfare in questo modo e anche su lunghe distanze?

Balz: Sul lago di Neuchâtel in condizioni di vento ho praticamente surfato l’onda più lunga della mia vita. Sono uscito sul lago con la foil board da SUP e ho preso un’onda dopo l’altra. Ho surfato per 20 chilometri solo su questo enorme specchio d’acqua. E anche se si tratta di un lago, in mezzo alle forze della natura ti senti molto piccolo. Anche in Svizzera puoi vivere delle avventure incredibili.

Siete team rider per il marchio Ensis e partecipate anche allo sviluppo di nuove attrezzature. Che cosa significa questo per voi?
Balz: Questa disciplina sportiva è ancora molto recente e il materiale è in continuo miglioramento. È straordinario essere coinvolti in questo processo.

Michi: Finora, le nuove attrezzature per gli sport acquatici provenivano quasi sempre dalle Hawaii o da altre nazioni oceaniche. Con Ensis è diverso: sviluppiamo materiale in Svizzera, per le acque svizzere. Avere un coinvolgimento così profondo nel settore degli sport acquatici è senza dubbio un sogno che si avvera.

Quanto è difficile avvicinarsi per la prima volta a questi nuovi sport?

Michi: Senz’altro è più facile imparare il wing foil, il SUP foil o il pump foil sui laghi svizzeri che in mare con frangenti, correnti, onde laterali e acque agitate.

Balz: Il SUP foil non si impara facilmente e di certo non in un’ora. Per riuscirci servono un po’ di tolleranza alla frustrazione e qualche caduta. Ma gli sport acquatici hanno un vantaggio: non ti fai male quando cadi. Puoi sempre risalire sulla tavola e riprovare. Finché non ce la fai più. Inoltre, devi spingerti oltre la tua zona di comfort. Mi sento però di dire che chiunque abbia motivazione e voglia di migliorare il proprio equilibrio può avvicinarsi al foil.

Michi: Naturalmente è un vantaggio avere già avuto esperienza con altri sport sulla tavola, come kitesurf, windsurf, surf e skateboard. Aiuta anche una balance board. Comunque, è pazzesco: chi prova l’esperienza di librarsi sull’acqua con un foil non torna più indietro.

Planare sull’acqua non è così facile. All’inizio serve molta pazienza e un po’ di tentativi.
Planare sull’acqua non è così facile. All’inizio serve molta pazienza e un po’ di tentativi.
Fonte: Ensis

Balz: Alla Ensis, nello sviluppo dei materiali, diamo molta importanza al settore entry-level. Offriamo delle speciali tavole soft-top che facilitano l’apprendimento. Anche se, ovviamente, siamo un marchio premium e attribuiamo grande importanza alla qualità. Ma per noi è importante anche che sia le nuove leve sia i meno giovani riescano ad apprendere questo sport con facilità, apprezzando i propri progressi.

Chi si avvicina a questo sport a cosa deve prestare attenzione?
Balz: La sicurezza è per noi una priorità assoluta. Abbiamo iniziato a progettare caschi sin dall’inizio, perché le persone intelligenti si proteggono. Come succede nel ciclismo e nello snowboard. E vale tanto per i principianti quanto per i professionisti. Non puoi nemmeno gareggiare senza casco.

Michi: Nessuno va in acqua con noi senza un casco e un giubbotto antiurto. Ecco perché ci assicuriamo sempre che nei giorni di prova sia disponibile l’equipaggiamento di sicurezza. È importante avere buoni prodotti e imparare lo sport da una scuola o da foiler esperti. Questo presupposto è indispensabile per portare l’esperienza del foil al livello superiore.

Immagine di copertina: Ensis

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Ricercatrice subacquea, guida outdoor e istruttrice di SUP. Anche se non sono ancora un'esperta dell'acqua, perché ho ancora molto da scoprire e imparare, laghi, fiumi e mari sono i miei campi da gioco. Mi piace anche cambiare prospettiva e guardare il mondo dall'alto, facendo del trail running e facendo volare droni. 


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