Recensione

5 serie degli anni '90 invecchiate male – e una ancora sensazionale

Oliver Fischer
15.7.2023
Traduzione: Leandra Amato

Anche tu hai familiarizzato con la TV negli anni '90? Allora conosci di sicuro Al Bundy, Mitch Buchannon o l'A-Team. Ma gli eroi e le eroine della tua infanzia difficilmente sopravvivrebbero oggi alla prima stagione. O forse no?

Questo articolo è un'idea brillante, nel senso che è nata durante una divertente serata di co-autorialità in cui ero brillo. Ecco da dove nasce l'elenco che segue: serie che hanno conquistato gli schermi televisivi negli anni '90 e ci hanno affascinato nell'era pre-Netflix, ma che sono invecchiate così male che oggi potrebbero essere viste di nuovo solo con dolore.

Questa idea calza a pennello con l'attuale situazione di Hollywood. Infatti, gli attori e le attrici della fabbrica dei sogni sono in sciopero questi giorni, unendosi ai colleghi sceneggiatori. Per sapere perché questi due sindacati hanno indetto lo sciopero, leggi il resoconto completo della nostra mente cinematografica Luca Fontana:

È già chiaro che numerosi progetti di film e serie saranno rinviati a tempo indeterminato. È quindi molto probabile che presto saremo a corto di nuovi contenuti sullo schermo. Quindi, cosa c'è di più appropriato che rivisitare alcuni dei preferiti della nostra infanzia e giovinezza e avere un bel carico di nostalgia?

Ecco quindi un piccolo elenco, sicuramente incompleto, di serie televisive degli anni '80 e '90 che cinque membri della redazione non possono proprio più vedere –

ma anche una che è invecchiata bene come una bottiglia di Chateau Lafite Rothschild 1982.

Baywatch

Oliver Fischer

Il fatto che la storia abbia avuto successo è in definitiva merito del suo protagonista Mitch Buchannon, o meglio del suo attore David Hasselhoff. Dopo il fallimento della prima stagione, infatti, Baywatch era già stata cancellata. Hasselhoff ne rilevò i diritti con la propria casa di produzione e da quel momento produsse i 22 episodi di ciascuna delle stagioni dalla 2 alla 11.

Anche i criteri di selezione del cast erano molto semplici: donne sotto i 25 anni, magre e con il seno abbondante; uomini sotto i 30 anni, ben allenati; uomini e donne bianchi, ma abbronzati. Mentre l'hashtag #oscarsowhite ha scosso il mondo della Movie Academy nel 2015, negli anni '90 nessuno vedeva il problema di affidare il casting della serie televisiva di maggior successo al mondo ad attori e attrici per oltre il 90% bianchi.

Una cosa che si può attribuire a Baywatch in tutta la sua estetica trash degli anni '90: gli uomini e le donne erano interpretati in misura paragonabile a merci arbitrariamente intercambiabili che servivano solo a mostrare la carne e venivano sostituiti di nuovo dopo una o tre stagioni. E quando si trattava di fare i bagnini – perché di questo si trattava nella serie, dopotutto – donne e uomini erano per lo più sullo stesso piano.

Per una serie scritta così male, prodotta così male e con un cast così uniforme, oggi non verrebbe prodotto nemmeno un episodio pilota. Giustamente. Anche il film di Baywatch, moderatamente riuscito e meno che moderatamente buono, lo ha dimostrato in modo impressionante nel 2017. Nemmeno come persiflage e trasportato dalle impressionanti spalle larghe di Dwayne «magnete da botteghino» Johnson, il materiale era ancora in grado di ispirare divertire le masse.

Quell'uragano di papà

Claudio Candinas

Prendi un artigiano senza talento con una sete di riconoscimento e una spiccata passione per le auto sportive, arricchisci la sua vita con una moglie che ha rinunciato agli studi per la felicità della famiglia, dai alla coppia tre figli perfettamente sani e (iper)attivi e piantali in una casa nella cara vecchia Detroit.

Si può fare? No! Riesci a riderci sopra? Gli ascolti dicono chiaramente di sì, almeno dal 1991 al 1999.

Anche se «Quell'uragano di papà» è senza dubbio una delle sitcom di maggior successo degli anni '90, mi permetto di rispondere alla domanda se questo format sarebbe potuto invecchiare bene con la famosa frase di Al Borland: «Non credo, Tim...».

Sposati... con figli

Martin Jungfer

Per undici stagioni e ben 259 episodi, ho potuto seguire le vicende della famiglia Bundy sulla televisione tedesca RTL a partire dal 1992. Il titolo originale, innocuo, «Married … with children» è diventato «Sposati... con figli» nella traduzione italiana. Sembrava un intrattenimento innocuo, ma era satira pungente fino alla soglia del dolore, spesso anche oltre.

Menzione d'onore: l'attore di Al Bundy, Ed O'Neill, è riuscito nell'impresa di interpretare nuovamente un capofamiglia televisivo nella sitcom «Modern Family» degli anni 2000 e 2010, azzeccando a posteriori tutto ciò che di sbagliato e inappropriato c'era in Al Bundy e nella sua compagnia. Stereotipato fino in fondo, ma così onesto e simpatico che a volte quasi non si crede di guardare l'ex Al Bundy.

La tata

Anika Schulz

La trama de «La tata» è tanto semplice quanto trash: la tata Fran Fine perde tutti i suoi mezzi di sostentamento quando il suo amante e capo (never f*** the company!) la tradisce con la sua rivale del liceo e la butta fuori di casa. Per caso, ottiene un lavoro come tata per il produttore di Broadway Maxwell Sheffield, vedovo, ricchissimo e, ovviamente, follemente bello, e si trasferisce nella sua lussuosa villa.

Il tutto culmina nel fatto che lui le confessa il suo amore durante un incidente aereo, ma poco dopo si rimangia tutto. Oggi la si definirebbe una relazione tossica e si riconoscono elementi di gaslighting. Tuttavia, Fran ignora tutte le red flag, continua a darsi da fare e sposa il signor Sheffield. Alla fine della sesta stagione, nascono due gemelli.

L'A-Team

Richie Müller

Ogni episodio durava 45 minuti e la sala TV del mio collegio era sempre affollata all'ora della trasmissione. La serie «The A-Team» era un cult. I quattro veterani della guerra del Vietnam in fuga dalla polizia militare esercitavano all'epoca una grande attrazione su di noi.

La trama? Semplice: l'A-Team aiuta altre persone in difficoltà. «Hannibal» era a capo della troupe. Accettava incarichi che spesso portavano gli amici in zone remote. Gli avversari erano goffe bande di teppisti – per conto di un losco uomo d'affari.

Ogni episodio si concludeva con una sparatoria all'ultimo sangue, con le armi che non avevano mai bisogno di essere ricaricate. Persone, auto e altri oggetti volavano in aria al rallentatore, più volte. Morti e feriti? Mai visti. Chiunque guardi un episodio della serie oggi non può più comprendere la magia di quel tempo. Nel 2023 sembra troppo scarso e mal fatto.

Eppure: la serie della NBC è stata prodotta dal 1983 al 1987 ed è stata una delle serie televisive americane di maggior successo dell'epoca. Secondo la voce di Wikipedia, la prima delle cinque stagioni ha avuto una media di 16,7 milioni di spettatori.

Dulcis in fundo, non vogliamo lasciarti solo con i ricordi della nostra infanzia televisiva diventati incubi, ma con una perla di storia della TV:

Seinfeld

Oliver Fischer

Con tutte le grandiose serie invecchiate male degli anni '90 (e ce ne sarebbero tante altre), ce n'è anche una – non solo una, ovviamente – che è grandiosa ancora oggi. Attualissima come allora, intramontabile, divertente, politicamente scorretta e (quasi) priva di stupidi luoghi comuni: «Seinfeld»!

La storia di quattro amici caotici, nevrotici ed eccentrici di Manhattan intorno al comico di discreto successo Jerry Seinfeld, che interpreta se stesso ed è il co-creatore della serie, non ruota praticamente intorno a nulla. Questo aspetto viene affrontato anche in una trama in più parti nella quarta stagione, quando Jerry e il suo amico George Costanza producono un episodio pilota per una serie per la NBC con il concetto «Una serie sul nulla».

Certo, Seinfeld può essere giustamente accusato di un paio di cose. Il cast è tutt'altro che eterogeneo: in maggioranza maschile, escludendo Elaine e l'infinita serie di fidanzate di breve durata, e prevalentemente bianco.

Pensi che in questa lista manchino altre serie televisive degli anni '80 e '90 invecchiate male? Faccelo sapere nei commenti. Oppure, oltre a «Seinfeld», hai altre serie che ti piace guardare ancora oggi? Facci sapere anche questo.

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Giramondo, escursionista, campione del mondo di wok (ma non quello nel canale di ghiaccio), giocoliere di parole e appassionato di fotografia.


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