Retroscena

Sgomberare la neve a 2000 metri sul livello del mare

Carolin Teufelberger
30.5.2019
Traduzione: Sanela Dragulovic

Il Passo del San Gottardo è di nuovo aperto. Molti automobilisti e motociclisti hanno atteso per mesi questo momento. Lo stesso vale anche per gli uomini che sgomberano le strade dalla neve. Ma le ragioni sono ben diverse.

«Hai dato un'occhiata alle nostre scarpe e alle tue?», mi viene chiesto alle 7 del mattino presso il Punto di appoggio autostradale di Airolo. Ai piedi degli uomini in arancione vedo robusti scarponi da trekking e ghette. Non oso guardare in basso perché so di avere ai piedi solo delle leggere Vans. Mi sento molto a disagio e penso me lo si legga in faccia. Sono sveglia dalle 4 del mattino, ma il mio cervello non ne vuole sapere. Ma non ho tempo di lamentarmi.

Massimo impegno per l’apertura del Passo

Un universo parallelo tra Uri e Ticino

Ma il lavoro sul Gottardo è ben lungi dall'essere finito. «Liberiamo la strada dal ghiaccio, la puliamo, sistemiamo le barriere e rimuoviamo i detriti», spiega Werner. Ma la cosa migliore del suo lavoro non ha nulla a che fare con nessuno di questi compiti: «Apprezzo lo spirito di squadra, la tranquillità e la vicinanza alla natura». Secondo Werner chi non ama la montagna non può svolgere a lungo questa professione.

Impazienza da tutti i lati

È costantemente bombardato da domande, tra cui la principale è sempre «Quando.» «La gente continua a chiamare, chiedendo la data di apertura esatta.» Ma Werner non dà risposte definitive e non fa promesse a nessuno. «Sono io il responsabile se succede qualcosa perché apriamo la strada troppo presto», spiega. Preferisce sentire le continue lamentele piuttosto che correre questo rischio: «Non siamo noi a stabilire la data, è il tempo.»

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Ampliare i miei orizzonti: si riassume così la mia vita. Sono curiosa di conoscere e imparare cose nuove. Le nuove esperienze si nascondono ovunque: nei viaggi, nei libri, in cucina, nei film o nel fai da te.


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