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Lavarsi i capelli è una scienza a sé: consigli di una professionista

Mareike Steger
14.3.2024
Traduzione: Sanela Dragulovic

Probabilmente non dai troppo peso al lavarti i capelli, basta insaponare la chioma. In realtà, dovresti esaminare più da vicino le esigenze dei tuoi capelli.

Nel suo libro, la Dottoressa descrive tutti i fatti importanti da sapere sulla crescita, la salute e la cura degli annessi cutanei alias cuoio capelluto.

Spoiler: per alcuni è troppo.

Come sono strutturati i capelli

I capelli sono costituiti da tre strati. Lo strato della cuticola si trova all'esterno, seguito dallo strato della corteccia e dal midollo del capello all'interno. Lo strato cuticolare è costituito da cellule cutanee o cornee incolori e garantisce la lucentezza della chioma, mentre lo strato fibroso è responsabile del colore dei capelli.

Ogni capello è ancorato al cuoio capelluto da follicoli piliferi ed è dotato di una ghiandola che produce una sostanza grassa e oleosa: il sebo. Non c'è bisogno di esserne disgustati, perché il sebo ha una funzione importante. Protegge il cuoio capelluto e i capelli dai fattori esterni e li idrata. L'ideale è distribuirlo dal cuoio capelluto alle punte. Il sebo impedisce ai capelli di seccarsi e li mantiene meravigliosamente lisci.

Teoria conclusa, ora si va in doccia.

Lavare i capelli: quanto spesso?

Quando si lavano i capelli, la cuticola, cioè lo strato più esterno, si apre. I capelli sono ora particolarmente ricettivi ai prodotti di cura come il balsamo, ma allo stesso tempo particolarmente sensibili. È quindi meglio non spazzolare vigorosamente i capelli o andare a letto con i capelli umidi e sciolti (lunghi).

A proposito di funghi: tutti sono naturalmente portatori di un fungo (un lievito) sul cuoio capelluto. Questo si sente a suo agio nelle zone grasse, dove inizia a crescere e può causare prurito e forfora grassa. Tuttavia, anche per gli adolescenti vale il consiglio: «Non lavare i capelli troppo spesso, ma solo quando hanno una lucentezza grassa».

Cosa fare in caso di forfora?

«Se il cuoio capelluto è sano di natura, con la cura corretta non ci sono problemi di forfora» afferma la Dottoressa Martin. Se nonostante una cura accurata, ti ritrovi ad avere la forfora, prendine un pezzo e strofinalo tra le dita.

Le scaglie grasse possono essere schiacciate fino a raggiungere una consistenza untuosa e lasciare una macchia sul polpastrello. In questo caso, è necessario un lavaggio più frequente. È meglio usare uno shampoo che contenga ingredienti antimicotici per rimuovere il fungo dal cuoio capelluto. Altrimenti si moltiplicheranno, causando eczemi e ancora più forfora. Nel peggiore dei casi si può arrivare addirittura alla perdita dei capelli.

Di quali cure hanno bisogno i miei capelli?

«Quello che molti non sanno è che lo shampoo è in realtà destinato solo al cuoio capelluto per la sua funzione sgrassante», spiega l'esperta. «Molte persone sbagliano e lo usano su tutti i capelli, fino alle punte. Questo procedimento tende a seccare i capelli». Pertanto, è meglio applicare il balsamo prima sulle lunghezze dei capelli dopo averli bagnati, poi insaponare il cuoio capelluto con lo shampoo e infine sciacquare il tutto.

I capelli sono spenti, indeboliti da influenze chimiche (colorazione) o meccaniche (acconciature strette)? Anche in questo caso, i lavaggi frequenti sono controproducenti, in quanto rimuovono una maggiore quantità di sebo dai capelli, che dovrebbe renderli elastici e resistenti. Questo rende ancora più difficile per i capelli resistere agli stimoli esterni.

Anche i capelli ricci hanno bisogno di maggiore cura perché sfregano di più tra loro e tendono a essere troppo secchi. «Per i ricci è meglio usare un olio per capelli e un balsamo leave-in», afferma Martin. «I capelli sottili e chiari, invece, non hanno bisogno di nulla di pesante. Un normale balsamo ogni pochi lavaggi è sufficiente».

Immagine di copertina: shutterstock

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Mareike Steger
Autorin von customize mediahouse
oliver.fischer@digitecgalaxus.ch

Avrei potuto fare l'insegnante, ma preferisco imparare che insegnare. Adesso imparo qualcosa di nuovo ogni volta che scrivo un articolo, soprattutto nel campo della salute e della psicologia.


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