

La nostalgia di vedere un viso
Mascherine, distanza di sicurezza e silenzio come in una città fantasma. Mi mancano le persone e i loro volti. Per contrastare questa «tendenza» ho deciso di aggiungere qualcosa al mio arredamento.
Ogni volta che esco, sorrido alla gente per strada. Voglio qualcosa da loro. Non soldi o chiacchiere. Voglio vedere i loro volti. Quelli che si nascondono sotto le mascherine. I denti storti che mi sorridono sono meglio di qualsiasi mascherina di lusso o delle mascherine verdi monouso.
E così mi lascio prendere dalla pareidolia. Tutte le forme che ricordano anche solo vagamente delle caratteristiche del viso umano diventano negli ultimi tempi volti per me. Fuori sulle macchine guardo gli smiley e a casa sul muro del soggiorno un pagliaccio che mi sorride. Si chiama Gustavo e il suo viso mi rasserena.
Prima del lockdown, mi bastava dare un'occhiata fuori dalla finestra e vedere gli ospiti del ristorante alla moda davanti a casa. Ora non c'è nessuno, tranne i corrieri di Uber Eats.
E guardando Waldtraut sul tavolo della sala da pranzo, spero di vedere molto presto dei veri personaggi nel ristorante hipster davanti a casa. Non vedo l’ora di risentire il tintinnio dei bicchieri e dover guardare fuori dalla finestra due volte prima di precipitarmi alla Migros in tuta. Non si sa mai chi potrei incontrare. Potrebbe esserci un volto noto tra loro. Fino ad allora, mi accontento di Waldtraut e Gustavo.
Sono la cheerleader del buon design e ti informo su tutto ciò che ha a che fare con l'arredamento, parlandoti delle ultime trovate dell’interior design – dalle più semplici alle più sofisticate – mostrandoti i nuovi trend e intervistando le menti creative del design direttamente sul loro posto di lavoro.
Dal nuovo iPhone al revival della moda anni '80. La redazione fa chiarezza.
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