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Giochiamo a "PUBG", (per me) il gioco più snervante e migliore del decennio

Philipp Rüegg
15.1.2020
Traduzione: tradotto automaticamente

La redazione di digitec ha scelto i suoi giochi preferiti del decennio. Oggi io e Simon ne trasmettiamo uno in streaming. Si tratta della madre di tutti i giochi battle royale: "PUBG".

"PlayerUnknow's Battlegrounds", o "PUBG" in breve, ha colpito come una bomba nel 2017. Il principio del gioco è semplice: un aereo, 100 giocatori, un'isola. Tutti saltano giù disarmati e devono raccogliere il proprio equipaggiamento. Si forma un cerchio, al di fuori del quale si muore lentamente. L'ultimo in piedi alla fine vince. Poi è il momento: Chi vince, vince la cena a base di pollo.

"PUBG" non è, in senso stretto, il primo gioco con il cosiddetto principio del battle royale. Prima di lui è stata creata una mod per la simulazione di guerra "Arma 2" e "Arma 3". Lo sviluppatore del gioco, Brendan Greene, meglio conosciuto con il suo gamertag PlayerUnknown, ci ha lavorato. Alla fine, però, è stato il gioco indipendente "PlayerUnknown's Battlegrounds" a fare breccia e a creare un nuovo genere. L'imitatore più famoso è senza dubbio "Fortnite", uscito pochi mesi dopo "PUBG".

Nel frattempo, lo sparatutto multiplayer è diventato più silenzioso. Tuttavia, il gioco è ancora molto popolare. Il dispositivo mobile, in particolare, è uno dei preferiti in Asia.

Insieme a Simon "Zero-Damage-Sigge" Balissat, vado a caccia dell'ambita cena di pollo nel nostro Let's Play settimanale. Guarda il video per scoprire se possiamo urlare di frustrazione o di gioia.

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Ecco come trasmettiamo

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Vado matto per il gaming e i gadget vari, perciò da digitec e Galaxus mi sento come nel paese della cuccagna – solo che, purtroppo, non mi viene regalato nulla. E se non sono indaffarato a svitare e riavvitare il mio PC à la Tim Taylor, per stimolarlo un po' e fargli tirare fuori gli artigli, allora mi trovi in sella del mio velocipede supermolleggiato in cerca di sentieri e adrenalina pura. La mia sete culturale la soddisfo con della cervogia fresca e con le profonde conversazioni che nascono durante le partite più frustranti dell'FC Winterthur. 


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