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Disney+: biblioteca forte, ma originali deboli

Luca Fontana
6.4.2020
Traduzione: Leandra Amato

Disney+ è finalmente disponibile anche in Svizzera. È ora di trarre una prima conclusione sulla «massima priorità della Disney», cioè prendere in mano le redini dello streaming.

Riesco a malapena a togliermi il sorriso dalla faccia. La visiera priva di espressione ma iconica di un Mandaloriano mi fissa. È il personaggio dell’omonima serie «The Mandalorian» su Disney+. E lassù, nel menu principale Disney+, nella casella che mostra le serie o i film più visti o aggiunti di recente, la visiera si adatta perfettamente.

Il sorriso è ancora lì quando noto le cinque mini caselle sottostanti. Sono proprio queste piccole caselle che fanno la differenza. Si tratta dei simboli dei marchi Disney, il più grande capitale dello streaming Disney:

Disney, Pixar, Marvel, Star Wars e National Geographic.

Difficile non immergersi in questi sentimenti nostalgici.

E la Disney conta proprio su questo. Ecco cosa significa sottoscrivere l'abbonamento all’attuale «massima priorità» Disney:

un biglietto di ritorno alla propria infanzia e il riaffiorare di ricordi nostalgici.

La grande forza di Disney+: il catalogo «vintage» o «back catalog»

Tutti i classici prodotti dalla Walt Disney Corp. e conservati nel suo bunker, il Disney Vault, sono disponibili sul servizio di streaming. Inoltre, ci sono tutti i contenuti dei marchi Disney Pixar, Marvel, Star Wars e National Geographic.

Tuttavia, il «back catalog», ovvero la biblioteca di produzioni esclusive interne, è forse la più interessante sul mercato dello streaming. Soprattutto con marchi hollywoodiani forti come Marvel e Star Wars. A questo si aggiungono la possibilità di creare fino a sette profili per ogni account e lo streaming su un massimo di quattro dispositivi contemporaneamente.

Disney riproduce semplicemente il contenuto nella migliore versione possibile supportata dal dispositivo. In altre parole: risoluzione UHD, formato HDR10 e, se il dispositivo lo supporta, Dolby Vision. Quest'ultimo vale particolarmente per le produzioni della Disney, non tanto per vecchie serie come «Doug» o classici come «Lilli e il vagabondo».

E tutto questo per 9.90 franchi al mese o 99 franchi all'anno. Una vera e propria dichiarazione di guerra; l'equivalente Netflix costa 21.90 franchi al mese.

L’app: piacevole navigazione nel menu e buona panoramica

Il design ricorda Netflix e Amazon Prime: caselle su sfondo scuro, e ogni colonna rappresenta una categoria. Compresi suggerimenti, blockbuster e molto altro. I contenuti Disney Original hanno il logo Disney nell'angolo in basso a destra dell’icona – simile alla «N» rossa di Netflix o al logo della mela su AppleTV+.

Poi ci sono le suddette mini caselle per ogni marchio Disney: un click sul logo Pixar ti porta a tutti i film Pixar disponibili, un click sul logo Star Wars ai film di Star Wars, compresi spin-off, serie e cartoni animati. E così via. Ogni panoramica è stata progettata per adattarsi ad ogni franchising.

Ottimo.

Belle anche le colonne aggiuntive in basso «Film» e «Serie». Ad esempio, la colonna «Darth Vader Collection» elenca tutti i contenuti in cui appare Darth Vader, che si tratti di un film, di una serie o di un cartone animato.

In alternativa, puoi anche sfogliare la gigantesca biblioteca attraverso il menu principale. Ci sono «Watchlist», «Film», «Serie» e una pagina dedicata a «Disney Original». Più o meno nello stesso modo in cui è organizzato Netflix.

Nel complesso, l'app appare chiara e ordinata, indipendentemente dal fatto che sia gestita tramite smart TV, smartphone, desktop o tablet.

La grande debolezza: gli originali Disney

L'ho descritto in dettaglio in questo articolo:

La corsa a staffetta, che passa alla storia con il nome di corsa del siero, la conosce ogni bambino americano.

Oppure «The Imagineering Story», uno dei migliori documentari sulla Disney, che mette sotto i riflettori gli artisti e gli ingegneri che sono responsabili di tutti i robot, le attrazioni e i fondali che si possono vedere nei film e nei parchi a tema.

Anche «The World According to Jeff Goldblum» è ottimo, perché è una serie di mero info-tainment, ma che sprizza fascino Goldblum da tutti i pori.

E naturalmente: «The Mandalorian», il cavallo di battaglia di Disney+. Una storia ambientata nell’universo «Star Wars». Raramente ho visto una serie così ben fatta. Ad eccezione di «Game of Thrones» di HBO, la cui realizzazione è un'eccezione in tutto il panorama televisivo.

In conclusione, mi piace Disney+, ma...

La Disney ha preso di mira i nostri ricordi d'infanzia con il suo enorme catalogo «vintage». Come R2-D2 a Luke Skywalker in «Gli ultimi Jedi», quando il droide interpreta il famoso messaggio di una principessa in difficoltà che un tempo spingeva il giovane Luke a fare il primo passo verso un mondo più grande. Ora, il ricordo di giorni passati lo porterà ad addestrare una nuova generazione di Jedi.

«That was a cheap move», dice il Maestro Jedi, diventato vecchio e scontroso, al suo amico, si alza e inizia l'addestramento Jedi di Rey.

Il trucco della Disney è altrettanto economico – e altrettanto efficace. Glielo concedo, sapendo che la casa di Topolino soddisfa soprattutto un bisogno nostalgico. Niente di più, niente di meno. Va bene così per me. Specialmente a questo prezzo.

Ma sono convinto che la Disney debba fornire più contenuti – e anche migliori – prodotti appositamente per il servizio di streaming. Perché non nego che l’efficacia del richiamare ricordi nostalgici. Solo che non durerebbe molto molto a lungo.

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Scrivo di tecnologia come se fosse cinema – e di cinema come se fosse la vita reale. Tra bit e blockbuster, cerco le storie che sanno emozionare, non solo far cliccare. E sì – a volte ascolto le colonne sonore più forte di quanto dovrei.


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