
Retroscena
Penna o tastiera: cos'è meglio per il cervello?
di Anna Sandner

Se come me non ami le stampanti, ti consiglio di investire in una cosiddetta penna a sfera. Questa tecnologia ha del potenziale.
Ci sono dispositivi che in realtà non servono ma che vuoi avere assolutamente, e poi ci sono dispositivi che servono ma che non vuoi avere in nessun caso. Nel mio caso, la stampante appartiene a quest’ultima categoria.
Una stampante è un apparecchio inaffidabile, soggetto a errori, perlopiù brutto, rumoroso, ingombrante, polveroso e spesso sparge macchie di inchiostro in tutta la stanza. Non voglio una cosa simile in casa mia.
Finora mi bastava la stampante dell’ufficio. Ma dato che lavoro principalmente da casa, non posso sempre aspettare le volte in cui mi reco in ufficio, e non è nemmeno il caso di andarci solo per stampare un pezzo di carta.
La soluzione è proprio sotto il mio naso e si chiama biro.
Ormai non sono più abituato a scrivere a mano e ci vuole un certo impegno, ma alla fine funziona tutto piuttosto bene. Scrivere è come andare in bicicletta: una volta imparato, non si scorda mai. Ciononostante, alla fine della lettera mi scuso per la mia grafia a zampa di gallina.
C'è solo una cosa che non riesco più a fare dopo tutti questi anni: prima pensare, poi scrivere. Questa capacità è stata persa con la comodità del Ctrl-Z e del tasto Canc. Quindi prima scrivo la lettera al computer, con molte correzioni, e poi la riscrivo a mano su un foglio a righe, come facevo alle elementari con la versione a bella del tema.
Una penna è per molti versi l'opposto di una stampante. Non occupa praticamente spazio, non richiede manutenzione, è bella, non fa rumore, non è vistosa e non dà fastidio. E dopo decenni di lavoro su un PC, trovo affascinante poter creare interi documenti con un dispositivo così semplice.
Inoltre, è lo strumento perfetto per chi vuole stare tranquillo e avere meno problemi:
È così rilassante, così semplice, così affidabile, così bello. Se scrivi a mano, puoi fare a meno del corso di meditazione.
Scrivere a mano è più facile di quanto pensassi. La difficoltà è un’altra: superare il mio orgoglio. Riuscirò mai ad accettare di sentirmi più arretrato di qualsiasi stampante di posta elettronica? E tutto ciò in veste di redattore specializzato in alta tecnologia?
Non devo ammetterlo solo a me stesso, bensì anche al destinatario della lettera che lo vede nero su bianco: qualcuno o non si è tenuto al passo con gli ultimi 50 anni di tecnologia, o non è riuscito a gestire la propria vita o ha qualche altro problema.
Ma suppongo che mi ci abituerò. Devo comunque accettare il fatto che sempre più persone mi considerano un vecchio rimbambito, quindi è un buon allenamento.
A proposito: in qualità di redattore specializzato in alta tecnologia, voglio comunque mantenere una mente aperta sulle tecnologie attuali. Pertanto, presto testerò una macchina da scrivere.
Il mio interesse per il mondo IT e lo scrivere mi hanno portato molto presto a lavorare nel giornalismo tecnologico (2000). Mi interessa come possiamo usare la tecnologia senza essere usati a nostra volta. Fuori dall'ufficio sono un musicista che combina un talento mediocre con un entusiamso eccessivo.
Curiosità dal mondo dei prodotti, uno sguardo dietro le quinte dei produttori e ritratti di persone interessanti.
Visualizza tuttiTiro fuori la mia vecchia biro Caran d'Ache e inizio a scrivere una lettera alla Cancelleria dello Stato su un foglio a righe e ammetto di provare una sensazione un po’ strana: «Gentili Signore, Egregi Signori…». Le lettere d'amore hanno ancora un loro fascino se scritte a mano, ma una lettera commerciale? Come faccio a evidenziare l’oggetto in grassetto? Provo a farlo usando lettere maiuscole sottolineate. Sono un po' imbarazzato, ma ora devo andare fino in fondo.

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