Novità e trend

Google I/O: via le barriere, viva i nuovi telefoni

Dominik Bärlocher
7.5.2019
Traduzione: Leandra Amato

Google ci mostra cosa ha in serbo per noi il futuro. Gli highlight del Keynote: il parlato e il testuale stanno diventando sempre più connessi. Google è impegnato a rimuovere sempre più barriere e, in questa occasione, ci presenta anche i suoi nuovi telefoni e un nuovo hub domestico, il Next Hub Max.

Google I/O è un festival per sviluppatori e appassionati. È anche un'opportunità per il colosso di entrare in scena a gamba tesa e stabilirsi come leader del settore. Personaggi come Kevin Barry, che ha sviluppato il Nova Launcher (articolo in tedesco), possono partecipare, interagire con il software Android e verificarne caratteristiche e funzionalità. Sono sicuro che anche i bar intorno al Shoreline Amphiteatre di Mountain View, in California, sono entusiasti dell'evento.

A noi europei, tuttavia, il Keynote importa più di qualsiasi altra cosa. Dopo tutto, è questo il momento in cui scopriamo cos'hanno in serbo per noi Google e Android.

Un futuro per wearOS

Google ha già fatto trapelare alcune informazioni su WearOS, il sistema operativo dei suoi wearables, che dovrebbe essere aggiornato. In un post sul suo blog, Frank Deschenes, Product Manager, descrive il modo in cui WearOS dovrebbe comportarsi in futuro.

Il sistema operativo sarà ora dotato di «Tiles», cioè tessere, che saranno facilmente accessibili tramite swipe sullo Smartwatch e mostreranno i seguenti dati a schermo intero:

  • Mete
  • Prossimo evento
  • Previsione meteo
  • Frequenza cardiaca
  • Notizie
  • Timer

Queste tessere potranno essere riordinate a piacimento. L'aggiornamento relativo dovrebbe essere rilasciato nel corso di questo mese.

Android Auto

In un altro post, Deschenes descrive il nuovo look dell'applicazione smart car Android Auto. Non ci sono grossi cambiamenti nelle funzionalità; la musica che hai appena ascoltato sul tuo smartphone continua a suonare in auto, come faceva prima dell'aggiornamento. La novità sta più che altro nel look del software, che prende tonalità sempre più scure, di pari passo con la tendenza verso il «dark», che quest'anno si sta diffondendo sempre più nelle app di Gioogle. In modalità Dark, lo sfondo di Google non è bianco chiaro, ma grigio scuro, HEX #4242424242.

La modalità Dark potrebbe rivelarsi estremamente utile durante la guida. Sugli smartphone in effetti è utile e ci consente di consumare meno batteria, ma in auto potrebbe letteralmente salvarci la vita. Se guardi un display luminoso di notte, la tua visione notturna peggiora immediatamente. Ci vorrà qualche secondo perché i tuoi occhi si abituino di nuovo al buio, ma non sarà più come prima che fissassi lo schermo. E questi pochi secondi potrebbero fare la differenza tra un incidente o una guida sicura. Preferirei che Google offrisse un nero Amoled, HEX #000000. In questo modo, tutti i pixel dello sfondo di Android Auto non riceverebbero alimentazione. In parole povere: meno luce mentre guidi di notte significa guidare meglio e in sicurezza. In ogni caso, una modalità Dark per Android Auto è già un buon inizio.

  • Retroscena

    True Black - Risparmia elettricità a fiamma bassa

    di Dominik Bärlocher

Google Pixel 3a e 3a XL

All'epoca, i dispositivi Pixel di Google non si chiamavano ancora Pixel, ma Nexus. Funzionavano bene ed erano disponibili a un prezzo accessibile. In effetti, alcuni utenti li usano ancora oggi. I Pixel hanno un prezzo molto più alto rispetto ai loro predecessori e sono stati trasformati da utili gadget a buon mercato in smartphone-trofeo con fotocamere da lasciarti a bocca aperta. Ora, Google fa in passo indietro e rilascia due concorrenti di fascia media, il Google Pixel 3a e il suo fratello maggiore, il 3a XL.

Google Pixel 3a

Google Pixel 3a (64 GB, Just Black, 5.60", SIM singola, 12.20 Mpx, 4G)
Smartphone

Google Pixel 3a

64 GB, Just Black, 5.60", SIM singola, 12.20 Mpx, 4G

Google Pixel 3a XL (64 GB, Just Black, 6", SIM singola, 12.20 Mpx, 4G)
Smartphone

Google Pixel 3a XL

64 GB, Just Black, 6", SIM singola, 12.20 Mpx, 4G

Google Pixel 3a XL

Google Pixel 3a XL (64 GB, Just Black, 6", SIM singola, 12.20 Mpx, 4G)
Smartphone

Google Pixel 3a XL

64 GB, Just Black, 6", SIM singola, 12.20 Mpx, 4G

Google Pixel 3a XL (64 GB, Clearly White, 6", SIM singola, 12.20 Mpx, 4G)
Smartphone

Google Pixel 3a XL

64 GB, Clearly White, 6", SIM singola, 12.20 Mpx, 4G

Google Pixel 3a XL (64 GB, Purple, 6", SIM singola, 12.20 Mpx, 4G)
Smartphone

Google Pixel 3a XL

64 GB, Purple, 6", SIM singola, 12.20 Mpx, 4G

Google Pixel 3a XL ha una diagonale dello schermo da 6 pollici, cioè 15,42 centimetri. Secondo la presentazione, Google ha optato per un display «gOLED» anziché per il classico Amoled. Presumo che gOLED significhi Google OLED. Gli esperti comunque non si trovano d'accordo su ciò che renda un display gOLED diverso da un display Amoled. Il nostro collega Jan Johannsen ha già scritto una recensione completa sull'argomento per galaxus.de.

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Google punta tutto sull'intelligenza artificiale

Quest'anno, Google punta tutto sull'IA. Android diventerà più intelligente e ancora più integrato. «Google sarà ancora più utile per i suoi utenti», dicono sul palco. Una di queste nuove funzioni sarà la «Full Coverage» su Google News, che offrirà molteplici punti di vista su un singolo argomento. La funzionalità di ricerca su Google ne sarà dotata già nel corso di quest'anno. Tra le altre cose, Google sta cercando di far screditare le fake news e riportare un po' di equilibrio nel panorama dei media.

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    di Dominik Bärlocher

Naturalmente, anche l'Assistente diventa più veloce. Grazie alla funzionalità «Continued Conversation», non devi più attivare l'Assistente con «Ehi Google». Tuttavia, manca ancora qualcosa: un operatore AND. Puoi fargli un miliardo di domande alla velocità della luce, inviare SMS ed e-mail, controllare il tempo e molte altre cose, ma una cosa alla volta. Non puoi dire: «Ehi Google, spegni le luci e scrivi un SMS ad Andrea che dice "Mi piacciono i delfini"», perché Google sente «spegni le luci e scrivi un SMS ad Andrea che dice "Mi piacciono i delfini"» nel suo complesso, e non può elaborare la particella "e". O, almeno, così ci è sembrato di capire dalla presentazione.

L'assistente rielaborato verrà rilasciato con il Google Pixel 4.

Google Images tridimensionale e lente «opinionata»

La funzionalità di ricerca di Google viene aggiornata con parecchie novità. Potrai visualizzare i risultati di ricerca in modalità tridimensionale e, utilizzando la Realtà Aumentata, potrai vederli anche nella vita reale.

Sul palco, viene proiettato un grande squalo bianco in 3D. L'animazione è ancora un po' rigida e la consistenza potrebbe essere migliorata, ma la tecnologia è comunque impressionante. Non so perché avrei bisogno di uno squalo nel mio ufficio, ma lo proverò volentieri, visto che che tutti gli ultimi aggiornamenti di Google Search hanno riguardato solo solo il design.

Google Lens, l'occhio virtuale di Google in grado di interpretare le immagini, diventa più intelligente. Punta la fotocamera del tuo smartphone su un menu del ristorante e Lens ti mostrerà i piatti più popolari, calcolerà la mancia e dividerà il conto tra i commensali. Tutto questo è possibile grazie a una correlazione di dati tramite Google Maps.

Può sembrare un bel gadget, ma in realtà Google vuole anche aiutare gli analfabeti di tutto il mondo a usare Google Go. Premendo sulla lente nella barra di ricerca di Google, l'Assistente potrà leggere qualsiasi testo ad alta voce. Naturalmente, vdrrà evidenziato contemporaneamente il passaggio in corso di lettura. Sono abilitate anche le traduzioni, con immagini e suoni.

È ovvio che Google sta collegando tutte le sue applicazioni, i loro servizi e dati con tutte le conoscenze acquisite nel corso degli anni, promuovendo e permettendo loro di crescere ed evolversi sempre di più. Inquietante? Decisamente. Per la prima volta, vedremo a cosa possono ammontare davvero le poche tracce che lasciamo su un'app piuttosto che un'altra quando vengono combinate in un'enorme rete di dati.

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Eppure, non possiamo negare che questa tecnologia sia incredibile. L'applauso entusiasta del pubblico mi lascia comunque perplesso. Vogliamo davvero tutto questo?

A proposito, piccola nota per Google: si dice «Deutsch» o «Deutsche Sprache», non esiste una cosa chiamata «Deutsche».

Google Duplex arriva su internet

Google Duplex è la soluzione di Google per la telefonia. Ad esempio: dici «Ehi, Google» e gli dai un comando, «Ehi, Google, prenotami un tavolo per tre allo Zurich Tales Bar alle 8:30.» Se Google Duplex funzionasse a Zurigo, Duplex chiamerebbe il Tales e ti prenoterebbe un tavolo parlando con la voce di un essere umano.

Da adesso in poi, sarà possibile farlo direttamente nel browser. Tra le altre cose, per gestire i tuoi programmi di viaggio. Ad esempio, potrà leggere i dati del tuo calendario, visualizzare i tuoi biglietti aerei e suggerire prenotazioni automatiche e simili, e precompilare una montagna di dati. In sostanza, tu non dovrai fare altro che cliccare su «Continua» e «Sì».

Android Q: privacy e sicurezza

Google ha capito che, se i tuoi dati finissero nelle mani sbagliate, potrebbero succedere cose spiacevoli. Ecco perché Google ha modificato le sue impostazioni sulla privacy.

Con un semplice click sul tuo profilo, potrai accedere alle impostazioni di sicurezza per la funzione che stai utilizzando in quel momento. Queste funzionalità, insieme a una modalità Incognito separata per la ricerca, verranno rilasciate quest'anno.

Il discorso Android Q riguarda principalmente anche la sicurezza e la privacy. Se ne è parlato pochissimo, ma dietro le quinte c'è un sacco di movimento.

Google supporterà anche gli smartphone pieghevoli nativi. Ricordiamoci che Android Core di Google non aveva il Notch. Il futuro è degli smartphone pieghevoli? Questo non lo so, ma Google sa benissimo che il 5G diventerà essenziale e Android Q lo supporterà nativamente.

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Per quanto sembri divertente e casuale, come lo sono sempre tutte le nuove funzionalità puramente di «comfort» che vengono introdotte, c'è qualcos'altro che oggi si rivela particolarmente importante. Il Federated Learning, che spera di aprire le porte su un nuovo mondo.

Il Federated Learning per eliminare le barriere

Google ha iniziato a implementare il «Federated Learning». Tutti i dati raccolti dall'impero di Google saranno analizzati e infine utilizzati per, ad esempio, trovare la parola successiva sulle tastiere per smartphone Gboard di Google. Le API Cloud Speech trascrivono la voce in testo in tempo reale. Il Live Caption applicherà la tecnologia anche su video. Cosa significa: l'IA genererà automaticamente i sottotitoli per un video mentre lo stai guardando. Dovrebbe essere possibile farlo anche con le conversazioni telefoniche. Molto utile per chi è sordo, o muto, o entrambe le cose. Impressionante.

Ancora meglio, le chiamate rimangono sul dispositivo e quindi private. Nessuna connettività dati. La rete neurale su cui poggia la tecnologia funziona localmente sul tuo telefono ed è di soli 80 megabyte. Gira a livello di sistema, cioè non dipende dall'applicazione.

Ma Google non si ferma qui. Certo, ci sono già riprese di piccioni e altri volatili che hanno avuto un ictus. Ma che dire di coloro che comunicano non verbalmente? Google ci sta lavorando. E, francamente, ne sono parecchio entusiasta.

Google ha lanciato il progetto. Se conosci qualcuno che ha grosse difficoltà a esprimersi e vorrebbe partecipare, potresti proporgli di compilare e inviare questo modulo.

Google Nest Max

L'Assistente di Google ha trovato una nuova casa. Tutto l'hardware per la casa si chiama ora Nest, poiché l'omonima ex start-up e il team di Google Home sono stati fusi. Google Home Hub si chiama ora Nest Hub. Con un display da dieci pollici e una fotocamera, combina dispositivi come le Nest Cams, le Smartlight o gli Smartlock in un unico device. L'app Google Home per lo smartphone può già farlo, ma è sempre buona cosa avere anche un hardware dedicato.

A proposito, il Nest Hub Max ha un interruttore sul retro che interrompe immediatamente l'alimentazione della fotocamera e del microfono. Finalmente una funzionalità volta alla sicurezza. Funziona bene ed è davvero utile.

Il problema dell'I/O

Per quanto bello possa sembrare, Google I/O ha un grande svantaggio per chi, come noi, si trova in un altro continente: si focalizza sugli Stati Uniti. Un esempio: l'Assistente può parlare con decine di voci diverse. Maschio, femmina, dialetti e accenti. Persino con la voce del cantante John Legend. Un'infinita quantità di ingegneria confluisce nella creazione di una voce che può dire qualsiasi cosa, ma che, nella registrazione, non ha detto una parola. La funzionalità verrà poi presentata all'I/O e a un certo punto verrà rilasciata.

In Svizzera, però, le cose sono diverse: tutte queste meravigliose funzionalità, come Google Duplex, non saranno disponibili in svizzero tedesco per molto tempo. Siamo ancora una manciata di milioni di eccentrici che non riescono a trovare un accordo su una lingua comune. Sono abbastanza sicuro che Google non cercherà di estrapolare il significato di parole come «Mond», «Moo» e «Manneschi». E non credo che l'Assistente Google sarà in grado di ordinare biglietti per un concerto in Züridütsch o in dialetto bernese. Peccato. Pare che dovremo accontentarci di restare umani ancora per un po'.

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Giornalista. Autore. Hacker. Sono un contastorie e mi piace scovare segreti, tabù, limiti e documentare il mondo, scrivendo nero su bianco. Non perché sappia farlo, ma perché non so fare altro.


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