Test del prodotto

Hövding, l’airbag per ciclisti

Michael Restin
8.4.2020
Traduzione: Leandra Amato

Se vai in bici, è giusto e sensato che usi un casco. E se esistesse un modo per proteggere meglio la tua testa e allo stesso tempo lasciarla più libera di muoversi? Ti presentiamo Hövding 3, l’airbag per ciclisti. Una soluzione geniale. Purtroppo, però, non è adatta a tutti gli scenari.

Dove tutto ebbe inizio

Cosa c’è di nuovo?

Una volta che hai installato l’app (che è compatibile solo con iPhone), hai a disposizione queste caratteristiche e funzionalità:

Ora faccio parte della community e mi sento nudo in testa. Non solo per il mio taglio di capelli, ma anche perché mi sposto quasi esclusivamente in bici e il casco di solito è saldo sulla mia testa come la chiave nella serratura della porta di casa. Devo abituarmi a portare l'Hövding al collo. Visivamente mi ricorda... un altro tipo di protezione.

Per chi è adatto l’Hövding?

Airbag: offre una protezione adeguata?

Quando l’airbag non serve a niente

L'Hövding si dispiega in un decimo di secondo, che corrisponde a un battito di ciglia. È veloce, sì, ma a volte non abbastanza. In alcuni casi rischi di più indossando l'Hövding, a giudicare da questo video del TCS: a 00:24 viene mostrato che, in caso di impatto laterale sul bordo di un veicolo, l’airbag ci mette troppo a innescarsi. Nel video viene testato l’Hövding 2.0, che il produttore classifica come altrettanto sicuro.

Se decidi di acquistare un Hövding, devi convivere con questo rischio. Devi anche tenere in conto che non ti protegge dai rami bassi o dalle porte dei garage. E poi c'è un altro rischio: te stesso. Perché devi saper far funzionare l’airbag in modo corretto.

Funzionamento e comfort

Per poter finalmente utilizzare l'Hövding, devi anche chiudere una linguetta che si blocca magneticamente. Quando la spia verde si accende e senti una musichetta, significa che il dispositivo è attivo e pronto per essere utilizzato. Se non c'è nulla che ostruisce l’airbag (ad esempio occhiali, cappelli e copricapo, che per la maggior parte non sono compatibili), sei pronto a partire.

Io non ho questo problema. Dopo che mi sono abituato a girare senza casco, mi piace la sensazione di avere la testa all’aria. Il dispositivo sul collo che viene a contatto con il lato posteriore della testa, però, mi dà fastidio; è come se portassi uno zaino troppo alto. Sulla mia vecchia bici da corsa e sulla mia city bike, la posizione eretta è troppo estesa perché l'Hövding sia davvero confortevole.

È solo sulla terza bicicletta su cui eseguo il mio test, che ha il manubrio notevolmente più alto della sella, che il collare mi è comodo. Questo è sicuramente un fattore da considerare: l'Hövding è più adatto per le bici olandesi che per quelle da hipster. E qui introduco un’altra domanda:

Conclusione: il destino se ne frega delle norme e degli standard

Durante il test non ho innescato l’airbag. Be’, allora, cosa ne penso? Ho grande rispetto per questa idea così innovativa e il modo in cui è stata sviluppata. Un collare per proteggere la testa: come abbiamo fatto a non pensarci prima? Ci è voluto molto tempo per rendere l'airbag conforme alle leggi e ai regolamenti e per commercializzarlo. Tuttavia, può essere indossato solo per chi pedala su biciclette convenzionali, dove il casco non è obbligatorio.

Il casco del futuro è diventato realtà, ma la strada per renderlo perfetto è ancora lunga. Per l'algoritmo che monitora il dispiegamento, sono stati raccolti i dati relativi agli incidenti di 3 000 cadute fatte di proposito. La community inoltre fornisce continuamente nuovi dati sul comportamento dei ciclisti.

  • più stai in posizione eretta, più troverai comodo l'Hövding;
  • l’utilizzo del dispositivo è semplice, l’app è da migliorare;
  • il destino se ne frega delle norme e degli standard, quindi non saprai quanto vale il tuo dispositivo di protezione fino a quando non sarai caduto.

Il casco è sempre in posizione sulla testa, pronto a proteggerti in ogni momento; un airbag ci mette il tempo un battito di ciglia per dispiegarsi e richiede che tu fidi dell'algoritmo. La decisione spetta a te.

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Semplice scrittore, doppiamente papà, che ama essere in movimento e destreggiarsi nella vita familiare quotidiana, come un giocoliere che lancia le palline e di tanto ne fa cadere una. Può trattarsi di una palla, di un'osservazione, o di entrambe.


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