Test del prodotto

Endura Pro SL sul banco di prova

Patrick Bardelli
4.5.2021
Traduzione: Sanela Dragulovic

Endura presenta la giacca softshell impermeabile Pro SL, un pezzo che tutti i ciclisti dovrebbero avere nel loro equipaggiamento. Un prodotto senza nonsense è quello che promettono gli scozzesi. E quasi mantengono la promessa.

5°. In lettere: cinque gradi Celsius. In più pioggia a catinelle. No, questo non è l'ultimo bollettino meteo dalla Scozia. Questo è il bollettino meteo del pomeriggio di sabato 1° maggio, nella Svizzera nord-occidentale.

Ero fuori in bicicletta a testare una giacca softshell impermeabile. Per l’esattezza la Pro SL, fornitami da Endura per la prova. Endura? Un interessante brand scozzese, che in realtà ha le sue radici in Australia.

Dalla Scozia all'Australia alla Cina

Nel frattempo, l'azienda è diventata uno dei big per quanto concerne l’equipaggiamento per ciclisti. Fino alla fine del 2019, gli scozzesi sono stati il fornitore principale della squadra spagnola Movistar Team. L'ex velocista tedesco Marcel Kittel è uno degli ambasciatori del marchio, così come i fratelli MTB Atherton e molti altri nomi noti.

E così, negli ultimi 30 anni, Endura si è sviluppata da una piccola start-up a un nome affermato che mantiene parzialmente la sua promessa no-nonsense: «FROM OUR FACTORY IN SCOTLAND ...» si rivela essere una bugia quando si dà un'occhiata più da vicino all’etichetta stessa. La giacca Pro SL Softshell è MADE IN CHINA.

L’unico nonsense

Il marketing di Endura ha bisogno di qualche rivisitazione. La descrizione del prodotto non ha senso. Danneggia la credibilità. Ed è un peccato, perché la giacca non è un prodotto senza senso. Al contrario.

Ci sono anche grandi cerniere su entrambe le braccia per la ventilazione. Ma anche quelle rimangono chiuse. Felice di mantenere l'aria calda all'interno. Gli elementi riflettenti hanno lo scopo di rendermi più visibile agli altri, sia al crepuscolo che durante una gita notturna.

La tabella delle taglie di Endura

Prima impressione: un prodotto no-nonsense

Dopo due ore sotto la pioggia a dirotto, ne ho abbastanza e torno a casa. Una volta lì, mi rendo conto che sono bagnato fradicio. Addirittura anche le calze e ne sento il peso. Salopette, pantaloncini, scaldamuscoli? Tutto zuppo.

Questo articolo è scritto liberamente e riflette solo la mia esperienza personale.

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Da giornalista radiofonico a tester di prodotti e storyteller. Da corridore appassionato a novellino di gravel bike e cultore del fitness con bilancieri e manubri. Chissà dove mi porterà il prossimo viaggio.


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