Test del prodotto

Con navigatore per il cielo notturno: il telescopio entry-level Celestron StarSense Explorer LT 70 AZ

Michael Restin
11.5.2025
Traduzione: Patrizia Napoli
Immagini: Michael Restin

L’Explorer StarSense LT 70 AZ è un telescopio entry-level che alterna soddisfazione e frustrazione. In questo caso la star è l’app StarSense, che consente ai principianti di orientarsi nello spazio.

Da un lato, questo telescopio per principianti trova il suo simile, ovvero un principiante. Adoro osservare il cielo notturno, ma a parte la luna, l’Orsa Maggiore e Cassiopea non riesco a individuare molto. Un telescopio non rende tutto più facile, però. Devo comunque allinearlo, guidarlo e regolarlo sempre di nuovo, il che può essere alquanto frustrante.

Dall’altro lato è anche vero che sono un principiante viziato. Infatti, per alcune settimane ho avuto la possibilità di testare il Celestron NexStar 6SE. Questo telescopio è quasi otto volte più caro e motorizzato, in grado di seguire gli oggetti automaticamente.

Il design: telescopio rifrattore classico

Il Celestron StarSense Explorer LT 70 AZ è proprio come un principiante immagina debba essere un telescopio: lungo e sottile. Rientra nella categoria dei cosiddetti telescopi rifrattori. Si servono di lenti e offrono un alto contrasto. In compenso, non catturano molta luce. A meno che il prezzo non sia molto elevato.

Non è il caso dell’Explorer LT 70 AZ, quindi non dovrei aspettarmi troppo. È particolarmente adatto all’osservazione dei nostri pianeti, cioè dei diretti vicini della terra nello spazio. Grazie a Stephan, ho imparato di quali dimensioni stiamo parlando con il modello Lego.

Dotazione: tutto ciò che serve per iniziare subito

La scatola è grande, ma per il contenuto indicato sorprendentemente leggera. Oltre al telescopio, sono inclusi i seguenti accessori:

  • un treppiede
  • un vassoio porta accessori
  • due oculari (25/10 mm)
  • una lente di Barlow 2x (che raddoppia l’ingrandimento)
  • un cercatore, che può essere utilizzato per trovare oggetti senza smartphone
  • un supporto per smartphone per l’app StarSense

A questo si aggiunge il contenuto più leggero e particolarmente importante: una scheda con un codice che mi serve per poter utilizzare l’app StarSense su un massimo di cinque dispositivi. C’è anche la versione base del software StarryNight per Windows o macOS, anche questa installabile con il codice di download.

Assemblaggio: lavorazione difettosa, ma pronta all’uso in poco tempo

Proprio come il suo peso leggero, il telescopio sembra essere anche facile da usare. Monto il treppiede, che inizialmente sembra traballare. Non appena avvito il vassoio centrale per gli accessori nonché gli oculari e la lente di Barlow, l’apparecchio sembra essere più stabile.

Non apprezzo il supporto nero di plastica dura in cui viene avvitato il telescopio. Non è ben rifinito e ci sono parti in plastica che sporgono qua e là. Per poter inserire l’asta per la regolazione dell’altezza, devo prima ripulire il rispettivo foro.

Avvito il cercatore e il supporto per smartphone sul telescopio stesso nonché lo specchio angolare, che mi permette di guardare nell’oculare dall’alto. Voglio anzitutto orientarmi. Le istruzioni consigliano: «Utilizzare sempre l’oculare a basso ingrandimento (25 mm) per cercare il bersaglio desiderato. Successivamente, è possibile passare all’oculare ad alto ingrandimento (10 mm) in qualsiasi momento».

In questo caso però non sembra essere un vantaggio. Con l’oculare da 25 millimetri ottengo un ingrandimento di 28x, con quello da 10 millimetri arrivo a 70x. Con la lente di Barlow il valore si raddoppia. Così l’ingrandimento massimo che posso raggiungere è di 140x. Ma non è questo l’aspetto decisivo.

Maggiore è l’ingrandimento, più scura è la visuale e più difficile diventa individuare gli oggetti nel cielo e mantenerli nel campo visivo. La terra ruota velocemente e al minimo tocco del telescopio posso essermi di nuovo spostato di anni luce. Per poter trovare qualcosa, devo prima calibrare il cercatore e l’app.

StarSense: la navigazione con lo smartphone è il fiore all'occhiello

A essere onesti, non ho grandi aspettative mentre scarico i 367 MB dell’app per Android e la attivo con il codice. In combinazione con il telescopio, dovrebbe guidarmi nel cielo notturno.

Ricordo che la calibrazione del telescopio NexStar 6SE, di qualità superiore, è stata alquanto laboriosa. Per farlo, ho dovuto puntare a due o tre stelle con il telecomando, di cui il dispositivo si è servito per calcolare la sua posizione, e quindi utilizzare la funzione automatica GoTo per puntare gli oggetti nel cielo notturno. A volte funzionava, altre non proprio. E non appena riposizionavo il telescopio, il giochetto ricominciava daccapo.

Lo StarSense Explorer LT 70 AZ è privo di motore e di funzione GoTo, ma ha un dock per lo smartphone e l’app StarSense. E mi rendo subito conto che è un aspetto molto positivo!

Prendo il leggero telescopio e lo porto a Stephan. Insieme montiamo il mio smartphone nel supporto e rimuoviamo la copertura di protezione all’estremità. Sotto c’è uno specchio e il nostro primo compito consiste nel posizionare lo smartphone in modo che la sua fotocamera fornisca un’immagine completa attraverso lo specchio.

Se la fotocamera è allineata correttamente, l’app riesce ad analizzare i corpi celesti in modo costante. Perché possa guidarci verso il nostro bersaglio, dobbiamo calibrare anche questa. Stephan e io scegliamo il faro in cima alla torre dell’Uetliberg. Dopodiché spostiamo l’immagine della fotocamera in modo che anche questa luce sia nel mirino. Ora siamo pronti per iniziare.

E l’app ci facilita il compito, presentando un elenco degli oggetti che si possono vedere questa sera. Oltre a questo, indica gli orari di alba e tramonto dei pianeti nonché informazioni sulla possibilità di trovare gli oggetti vicino a una città nonostante l’inquinamento luminoso o anche solo in cieli bui.

Online si trovano tuttavia alcune lamentele relative ad alcuni modelli riportati nell’elenco che non avrebbero funzionato. La prima sera siamo ancora un po’ irritati perché l’app perde spesso l’orientamento. Prima della seconda sera, pulisco l’obiettivo della fotocamera dello smartphone, il che ne migliora nettamente il funzionamento.

Un’altra difficoltà è la maneggevolezza dello stesso telescopio. Reagisce in modo sensibile al tatto e si sposta sempre leggermente quando togliamo le dita per guardare cautamente attraverso l’oculare. Per compensare questo difetto, può essere utilizzata la regolazione fine, praticabile tramite una maniglia rotante. Ma capita anche di perdermi nello spazio e di dover rifare tutto daccapo.

In primavera, sull’Adriatico, sono contento di aver messo il telescopio nel bagagliaio. Mi rendo conto della praticità del leggero StarSense Explorer solo quando lo posiziono ogni giorno in luoghi diversi, non dovendo mai ricalibrarlo nonostante il trasporto. Basta inserire lo smartphone nel supporto e l’app mi guida verso il bersaglio.

Osservazione flessibile dei pianeti

Dal momento che anche Stephan si trova in Italia, continuiamo la nostra ricerca insieme. A volte sulla spiaggia, a volte davanti a casa e sul litorale densamente popolato, naturalmente mai in condizioni ideali, cioè al buio. Almeno però le nostre dita non soffrono più il freddo e riusciamo quindi sempre meglio ad allineare il telescopio.

Con l’oculare da 10 millimetri (ingrandimento di 70x) si possono vedere le bande di Giove e anche i satelliti medicei sono chiaramente visibili. In questa occasione, noto che le descrizioni nell’app non sono sempre aggiornate: infatti, l’app menziona 67 satelliti di Giove conosciuti.

Questo dato però è del 2003, da allora il numero è salito a 95. Non che questo faccia alcuna differenza nella pratica con il nostro telescopio, dal momento che non servirà di certo a scoprire il 96º satellite.

Il telescopio raggiunge i suoi limiti

Con la lente di Barlow 2x e l’ingrandimento massimo di 140x è davvero difficile trovare, mettere a fuoco e seguire gli oggetti. Riusciamo a trovare la luna e ansimiamo appresso ai pianeti per ottenere un’occhiata fugace. Così non è molto divertente. Dopo poco tempo, rimuoviamo nuovamente il doppiatore.

Stephan ha un’altra missione con il telescopio: trovare l’ammasso stellare globulare Messier 3 (M3). Qui si raggruppano 500 milioni di stelle in un raggio di 5 anni luce, mi spiega. Ne abbiamo proprio uno a questa distanza dalla terra, Proxima Centauri. Ma M3 è a una distanza di 33 920 anni luce e quindi quasi invisibile.

L’app ci dice che M3 può essere visto come una «macchia luminosa e scura» con un cannocchiale. Osservato con un telescopio, dovrebbe assumere una qualità tridimensionale. M3 è elencato come uno degli «oggetti difficilmente individuabili». Stephan accoglie la sfida e finalmente centra il bersaglio. Si tratta davvero di una «macchia luminosa e scura» circondata da alcune stelle più riconoscibili.

Devo prendermi il tempo necessario, cambiare la prospettiva e, soprattutto, lasciare che le parole di Stefan facciano effetto, mentre mi racconta dell’incredibile spettacolo di luce che si svolge là fuori. Quello che riesco a immaginare, però, non ha un aspetto spettacolare. Il telescopio raggiunge i suoi limiti. Se non altro in questo ambiente inquinato dalla luce.

Considerato il prezzo, non posso permettermi di esternare troppe critiche. È comunque un peccato che il divario sia così ampio. Da un lato, c’è l’app facile da usare che può condurre al bersaglio in qualsiasi momento. Dall’altro, la meccanica è di gestione difficile, e questo più di una volta ha fatto da guastafeste. Fortunatamente, la funzione StarSense è disponibile anche sui telescopi Celestron di qualità superiore.

In breve

La star è l’app

Se potessi, darei una valutazione di quattro pianeti. Perché infatti non brillano di luce propria, ma di luce riflessa dalle stelle. La star dell’Explorer LT 70 AZ non è il telescopio, ma la funzione StarSense.

L’ottimo funzionamento della navigazione via smartphone mette in ombra i punti deboli del telescopio. Il direzionamento è semplice, mentre allineare correttamente il sensibile tubo telescopico può essere complicato. Ecco perché entusiasmo e frustrazione si alternano.

Chi è appassionato di questo hobby, quindi, presto o tardi cercherà nuovi orientamenti, ma non vorrà fare a meno della funzione StarSense. Fortunatamente, questa è disponibile anche sui telescopi Celestron di qualità superiore. Considerato che da un telescopio entry-level in questa fascia di prezzo non ci si può aspettare molto di più, grazie a StarSense riesce comunque a ottenere quattro stelle.

Pro

  • Fantastica navigazione StarSense
  • Cambio di posizione senza ricalibrazione

Contro

  • Sensibile e traballante
  • Difficile da guidare
  • Difetti di lavorazione

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Semplice scrittore, doppiamente papà, che ama essere in movimento e destreggiarsi nella vita familiare quotidiana, come un giocoliere che lancia le palline e di tanto ne fa cadere una. Può trattarsi di una palla, di un'osservazione, o di entrambe.


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