Pier Paolo Pasolini in persona

Interviste le concede solo controvoglia, ha dichiarato Pasolini. Tuttavia, dalla metà degli anni cinquanta ha rilasciato un numero considerevole di interviste: su grandi quotidiani e settimanali, in riviste come Vogue, in volumi di conversazione e sempre più anche in televisione.

Racconta a Dacia Maraini della sua infanzia, parla di fascismo vecchio e nuovo, delle sue difficoltà con i giovani del '68, dei mezzi di comunicazione di massa antidemocratici, del sesso come metafora e del suo amore che lo porta alla follia per l'Italia – fino all'ultima intervista, poche ore prima della sua morte.

Le interviste non solo testimoniano la straordinaria presenza mediatica di un intellettuale pubblico, che a volte si interroga persino su se stesso. Esse accompagnano e completano l'ampia produzione dell'artista e giornalista poliedrico Pasolini. Nei colloqui mette alla prova tesi, si difende dalle critiche ai suoi romanzi e film e incarna al contempo il dissidente di sinistra, il polemista aspramente attaccato e talvolta egli stesso eccessivo.

Ma soprattutto, questa selezione di conversazioni – insieme a testi autobiografici poco conosciuti – delinea un'immagine sfaccettata dell'uomo Pasolini, il cui desiderio di vicinanza e dialogo rimane disperatamente vivo.