My Infinity

Nella sua seconda raccolta, My Infinity, Didi Jackson continua la sua esplorazione del significato paradossale di un mondo in cui gioia e dolore coesistono simultaneamente.

Queste poesie indagano sia gli spazi sacri che quelli naturali. Le sue poesie mettono in risalto il dolore e la sofferenza emotiva e il linguaggio come luogo di recupero e rinnovamento. Gran parte di questa raccolta è ordinata intorno al lavoro dell'artista visiva svedese Hilma af Klint. Prima artista a utilizzare l'astrazione, il suo lavoro radicale è ricco di enigmatiche immagini botaniche dipinte per cogliere l'apparentemente sconfinato ed ermetico regno dei morti. Allo stesso modo, le poesie di Jackson esplorano la vita vegetale e le specie naturali delle Green Mountains del Vermont, dove le soglie percepite si confondono in atti di reimmaginazione spirituale. Questo è un libro che mette in discussione tutto ciò che è infinito, tutto ciò che è stato ritenuto limitante e tutto ciò che rimane sconosciuto.