Markus Ege

La magia del primo incontro. Vuoi continuare a piedi. Negli ultimi metri, quando scendi nella valle dello Jagst e attraversi il fiume a Oberregenbach sul ponte di pietra con i possenti rompighiaccio, non ci sono due auto che possano passare l'una accanto all'altra. Tra l'ultimo taglio dei prati umidi e la foresta dai colori autunnali, appare, per la prima volta. Unterregenbach. Il fatto che non appaia in bianco e nero ci spiazza, come nei vecchi album, con i bordi frastagliati. I colori dei tetti di tegole, tagliati a cubetti dai piedi della montagna fino alle rive dello Jagst, risplendono in modo molto reale. Solo uno si è eretto trasversalmente, eretto, elevandosi modestamente al di sopra delle altre creste. Hai la sensazione di voler camminare in punta di piedi per non disturbare il sonno che si è impadronito dell'intero villaggio. E poi scendi, due volte, cripta e canale trasversale. La chiesa sotto il villaggio. Dalla A alla Z sulle tracce di un mistero. Dal Castello Vecchio o dal Ponte dell'Arca alla Basilica, alla Cristianizzazione, al Monumento e all'Eternità. Dalle palmette e dai pellegrini, dalle reliquie e dai giganti agli arredi ornamentali. Senza tempo, incantevole, come il primo incontro.