Jochen Krautz

Le insegnanti lamentano sempre di più un sovraccarico costante a causa della pressione temporale, di una burocrazia eccessiva e distante dall'insegnamento, di obblighi di documentazione, compiti di coordinamento e rituali di rappresentanza. Allo stesso tempo, le sfide pedagogiche reali stanno crescendo. L'insegnamento e l'educazione stanno diventando sempre più marginali rispetto al lavoro quotidiano. Ci si sente come in una ruota del criceto: c'è un'accelerazione nel fermo. In questo stato di necessità, molti sospirano: "È tempo di cambiamento." Qui i programmi di sviluppo scolastico e di nuove forme di apprendimento sembrano offrire vie promettenti. Tuttavia, queste misure non solo comportano ulteriore lavoro, ma dissolvono anche la scuola come luogo di insegnamento e apprendimento e il ruolo professionale degli insegnanti. L'argomento di questo volume è che i fenomeni di sovraccarico sono in gran parte messi in scena, proprio per suscitare la disponibilità a seguire i processi di change management. Questi programmi sono però fondamentalmente apedagogici e antidemocratici. Sottorano la libertà pedagogica e mostrano tendenze totalitarie, poiché impongono concetti stabiliti dall'esterno attraverso processi manipolativi. Il volume approfondisce, in continuità con la sua prima parte, come la gestione della scuola attraverso il change management e lo sviluppo scolastico sia correlata alle esperienze di sovraccarico concrete della vita scolastica, poiché i contributi collegano analisi scientifiche a sguardi critici sulla pratica. La rivelazione dei retroscena aiuta a inquadrare i processi nel sistema educativo anche nel proprio ambito d'azione. Questo può rafforzare gli insegnanti nel riprendere la loro libertà pedagogica e responsabilità in favore della giovane generazione, così come della libertà, della democrazia e della cultura.