I funghi magici nella religione e nell'alchimia

Un'illustrazione approfondita sulla verità nascosta riguardo all'uso dei funghi psicoattivi per connettersi con il divino.

• Stabilisce parallelismi tra le credenze vediche e le sette giudeo-cristiane, mostrando l'esistenza di un culto dei funghi che ha attraversato i confini culturali.

• Sostiene che la famosa pietra filosofale dell'alchimista fosse una metafora per il fungo.

• Conferma ed estende l'ipotesi di Robert Gordon Wasson sul ruolo del fungo amanita muscaria nella generazione di visioni religiose.

Rifiutando gli argomenti secondo cui la sfuggente pietra filosofale dell'alchimia e l'elisir di vita hindu fossero semplici leggende, Clark Heinrich presenta un forte argomento che l'amanita muscaria, il fungo velenoso, ha avuto questo ruolo nella storia religiosa mondiale. Lavorando sotto l'assunto che questo "fungo magico" fosse il misterioso cibo e bevanda degli dei, Heinrich ne traccia l'uso nella religione vedica e puranica, illustrando come le antiche culture utilizzassero il potente psichedelico in rituali esoterici destinati a portarli in contatto diretto con il divino. Mostra poi come gli stessi simboli fungini trovati nei testi hindu corrispondano perfettamente ai simboli dell'antico giudaismo, del cristianesimo, dei miti del Graal e dell'alchimia, sostenendo che storie miracolose tanto disparate quanto il roveto ardente di Mosè e la resurrezione di Lazzaro dai morti possano essere facilmente spiegate dall'uso di questo strano e potente fungo. Pur riconoscendo la natura speculativa del suo lavoro, Heinrich conclude che in molte culture e tradizioni religiose, il fungo amanita muscaria - e in alcuni casi i funghi dell'ergot o della psilocibina - hanno avuto un'influenza fondamentale nell'insegnare agli esseri umani la natura di Dio. Il suo libro perspicace porta davvero nuova luce sulla storia religiosa dell'umanità.