Für eine Ökologie der Bilder

Seguendo le orme del fotografo ungherese Imre Kinszki, osservando i suoi scatti macro di caricatori ad ala di insetto e linee di rifornimento nelle città moderne degli anni '20, nonché leggendo attentamente i suoi scritti sull'economia naturale, Peter Szendy riflette sul rapporto tra ecologia e produzione di immagini. Secondo Szendy, l'idea di un'economia naturale non teleologica, sulla falsariga del concetto di ecologia di Erich Haeckel, offre motivi preziosi per ripensare l'immagine, soprattutto oggi, in un'epoca di diffusione infinitamente accelerata. Se, secondo la tesi di Szendy, l'immagine è essenzialmente eterocrona, allora l'ecologia delle immagini significherebbe portare alla luce i molteplici periodi temporali che vengono incessantemente oscurati dalla sua eccessiva circolazione guidata dal capitalismo. Questo regime, che Szendy chiama economia, deve essere contrastato da una percezione che contrasti e intrecci la lentezza dei tempi storico-naturali con l'istantaneità fulminea della luce, sulla base della quale l'odierna produzione di immagini si riproduce in modo così disinvolto. Il saggio di Szendy segue la sottile e stimolante massima di ripensare l'immagine nella tensione tra la sua indescrivibile lentezza e la velocità che la porta oltre il visibile.