Figuren des schwulen Kinos

Spettacolo di piacere irresponsabile – tanto emozionante quanto minaccioso: i saggi di D. A. Miller mostrano come la creazione e il mantenimento dell'identità eterosessuale siano indissolubilmente legati a figure dell'omosessuale. Il cinema gay fa luce su un mondo che è rimasto per lo più invisibile sul grande schermo fino ad oggi. Film come Cruising di William Friedkin associano la rappresentazione dell'omosessuale al crimine, collegano il desiderio gay alla violenza e visualizzano la paura paranoica dell'uomo normale di diventare omosessuale attraverso il contatto con l'omosessuale stesso. Ancora oggi, il cinema si confronta con tali paure. Film di successo come Brokeback Mountain di Ang Lee o Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino non fanno molto meglio. Celebrati per la loro onestà sovversiva e trasfigurati in capolavori di intensa sensualità, il film gay mainstream, nonostante la sua apparente rudezza e sincerità, si riduce infine a un film consolatorio. Questi film sono certamente belli, come hanno sottolineato le entusiastiche recensioni, ma sotto la maestria delle immagini sono completamente domati da uno sguardo dolciastro e di cattivo gusto, apparentemente liberale, che approva l'oggetto omosessuale solo a condizione che non venga né mostrato né guardato realmente. Chi prende in mano i saggi di D. A. Miller scoprirà una visione diversa del cinema gay, una critica tanto penetrante quanto sottile della rappresentazione dell'omosessualità non solo nel cinema.