Der betörende Glanz der Dummheit

"La 'stupidità', sostiene Esther Vilar, deve essere definita in modo diverso nell'era del computer rispetto ai decenni precedenti. Alla luce delle capacità delle macchine elettroniche, propone di comprendere l'intelligenza come un'interazione tra fantasia e sensibilità. La stupidità non si manifesta quindi attraverso la mancanza di abilità nel calcolo o di comprensione, ma attraverso l'assenza di creatività, mancanza di umorismo, freddezza emotiva e insensibilità. Eppure, sebbene nessuno si adornerebbe di tali caratteristiche, questo tipo di 'stupidità' sembra essere una condizione necessaria per il progresso sociale. Il suo fascino è seducente. E non si trova solo tra i potenti. Il brillante psicogramma di Esther Vilar sulla società borghese analizza con provocante lucidità il predominio della mediocrità e dell'egoismo. Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1987. Per la nuova edizione, l'autrice ha rivisto il testo e aggiunto una postfazione attuale.".