dekarnation

Il debutto visivamente potente di Eva Maria Leuenberger "dekarnation" consiste in quattro cicli. Inventa storie che si perpetuano collegando e variando temi e motivi all'interno dei cicli. I testi vibrano e pulsano, le parole animano la valle e la brughiera, il burrone, il torrente e la foresta. Sperimentiamo un'umanizzazione della natura: "il vento tra gli alberi artiglia / sulla pelle, e solo la notte / è sicura / ci sono le finestre aperte: / respira l'aria come se fosse libera". La natura appare potente, viva e sempre in movimento. Se, d'altra parte, un suono, che sia morbido o urlante, esce per l'ultima volta dal corpo umano, è già sul punto di tacere. Ascoltiamo i morti parlanti, le cui voci suonano senza suono e penetrano il silenzio della natura; guardiamo i corpi della palude - la moglie di Elling e l'uomo di Tollund - e vediamo i loro corpi giacere l'uno vicino all'altro senza tempo; un corpo nel fiume trova lentamente la propria mano mentre strato dopo strato di decarnazione avanza; un corpo che vaga da solo attraverso la valle poi divide l'acqua in due mentre galleggia nel fiume. I corpi entrano e vengono assorbiti dalla natura. "immagina / la pelle che ti cade / come la corteccia / di un altro tempo / le foglie che crescono sulla tua spina dorsale".