Das Lob der Torheit

Moriae Encomium (questo è il titolo della versione latinizzata dell'espressione greca Morias Enkomion, con cui l'opera è conosciuta e famosa) significa letteralmente: Elogio della follia. Erasmo ha abbozzato il testo durante una traversata delle Alpi e poi lo ha sviluppato nella casa del suo amico Tommaso Moro. Con una pungente ironia e grande umorismo, presenta qualcosa che in realtà non dovrebbe essere lodato, facendo apparire la follia come una persona che tiene un discorso di difesa a proprio favore. In questo modo, con arguzia e acume, vengono rivelati i mali: ogni apparenza piace di più agli uomini della realtà. Membri di tutti i ceti sono presuntuosi e arroganti, la loro saggezza è solo immaginaria. Così, la follia diventa una delle figure più potenti e rispettate in assoluto. Non senza compiacimento, loda sua figlia, l'amor proprio, la lusinga, l'oblio, la pigrizia e il piacere, affermando con fermezza di essere convinta: "Ogni sciocco è tanto più felice quanto più ricca è, secondo l'opinione della follia, la sua follia, purché rimanga in quel delirio che ci è consono". Presentando così uno specchio dei folli alla sua epoca, il suo testo, tanto divertente quanto amaro, conserva un'inquietante attualità e smaschera anche le follie dei tempi successivi – fino ai giorni nostri.