Where are you from?

La mia famiglia ha fatto l'impensabile: dopo aver fatto finta di essere bianchi per alcuni anni, abbiamo fatto un ulteriore passo avanti e abbiamo "saltato la linea del colore". Attraverso vari processi oscuri e non ben documentati, abbiamo cambiato la nostra "classificazione razziale" da "di colore" - come definita dalla politica di apartheid dell'epoca - a "bianca". Il prezzo che abbiamo pagato è stato l'angoscia, la paura costante di essere scoperti e il sacrificio dei legami familiari. Il processo lungo decenni per diventare completamente a mio agio con la mia identità definitiva è stato psicologicamente così snervante che solo di recente mi sono sentita libera di parlarne. Questa è certamente la prima volta che ne scrivo. La storia della vita di Ulla Dentlinger inizia nella Namibia povera e rurale dell'apartheid dei primi anni Cinquanta. Cresciuta nel territorio di Rehoboth Baster, scopre subito che i suoi genitori non sono inclini a ricordare il passato della loro famiglia. Le informazioni più banali sul loro passato sono custodite come un segreto di stato. Da bambina, inizia a farsi prendere dal panico quando le viene posta una domanda così normale per gli altri: da dove vieni? Solo in età avanzata si rende conto di dover essere una "coloured". Il senso di conflitto aumenta a dismisura. A quel punto cresce nel Sudafrica dell'apartheid, ma ora si trova in un sobborgo "bianco" di Città del Capo. Frequenta una scuola "bianca" e si comporta in modo tedesco. Lei e la sua famiglia, infatti, hanno saltato la linea del colore. Tornata in Africa del sud dagli Stati Uniti negli anni '90, ora indaga apertamente sulle sue origini familiari. In questo libro, Ulla Dentlinger ritrae la sua famiglia - alcuni che semplicemente ignoravano la "razza" e il colore, altri che si opponevano e altri ancora che la evitavano o la tolleravano. Le loro storie e i loro ricordi, intimi, dolorosi o schietti, la portano a realizzare emotivamente la ricchezza del suo patrimonio e la sua accettazione finale.