Akzente 2 / 3 / 2024: Monologe

Nella letteratura contemporanea, i monologhi e i progetti dell'io possono essere letti attraverso i generi, tra gli altri, in Sibylle Berg, Mirko Bonné, Jon Fosse, Peter Handke, Elfriede Jelinek, Veronique Olmi, Yasmina Reza, Ferdinand von Schirach, Benedict Wells o Juli Zeh. L'io rimane quindi un campo di prova inesauribile, impegnarsi con esso è un rischio. L'autrice Monika Buschey, nella sua narrazione "Il felice ieri", incoraggia già nella prima frase: "Devo parlare. Devo osare. Nessuno tranne me può farlo." Così l'io si avventura, nel cuore del regno delle relazioni interpersonali, con i suoi pensieri e le sue emozioni. Sfavillante eppure costante, difende la sua posizione scelta come nel monologo di Buschey "Il bacio, il mondo, la scintilla degli dèi": "Io, invece, sono una figura marginale. La mia specie si mantiene per lunghi tratti, per lungo tempo. Ogni epoca ci fa riemergere. Cambiamo abiti, non carattere, rimaniamo fedeli al margine.".