Circle Back

Una dolorosa meditazione sulla natura ciclica del lutto e sulla limitata capacità della memoria di preservare tutto ciò che il tempo ci porta via. Come si dà un senso alla perdita, personale e collettiva? Quando il linguaggio e la memoria sono al limite, a chi ci rivolgiamo? Di fronte a "un anno destinato a porre fine a tutti / quelli a venire", l'acclamato poeta Adam Clay si chiede se qualcosa sia "abbastanza ampio da contenere ciò che è rimasto / della speranza". In assenza di una chiara via d'uscita, le poesie di Circle Back percorrono lo strano e tortuoso sentiero del dolore. Lungo il percorso, il confine tra realtà e sogno si confonde: le mucche fissano con occhi ultraterreni, i 78 giri suonano sotto gli aghi dei cactus, un padre diventa il suo stesso figlio e i morti diventano qualcosa di più complicato: "uno schizzo trasformato in dipinto / lasciato in una stanza impolverata dalla / mancanza di passaggio". Per quanto il linguaggio sia imperfetto, ci rivolgiamo ancora ad esso per la longevità, per l'amore, come "Keats, / che schizza se stesso per tornare al suo posto". Vulnerabile e ricco di sfumature, Clay descrive nei dettagli il difficile lavoro di guarigione e, nel farlo, cattura quei necessari momenti di tregua nello "strano cerchio" del dolore. Due amici che corrono attraverso un irrigatore. Un giardino di uccelli spaventati. Una corsa in una mattina grigia: un'improvvisa distesa di fiori selvatici. Circle Back è un libro a cuore aperto, che i lettori troveranno tanto riflessivo quanto tenero.