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Con Julia Costa si fa sentire una giovane voce artistica che si sperimenta in diverse direzioni, sviluppando sempre più il proprio profilo individuale. Scrive e interpreta poesia, suona la chitarra, compone e canta. Il suo impegno professionale nel sociale e come giardiniera biologica rivela che il pensiero e l'azione di Costa sono caratterizzati da empatia e responsabilità – dalla partecipazione alla vita di coloro che affrontano difficoltà maggiori, ma anche dalla percezione attenta del vivente in sé, come delle piante e dei loro cicli ricorrenti. Questo si esprime, come non potrebbe essere altrimenti, anche nel suo lavoro artistico. La prima pubblicazione di Costa racconta di un arrivo, del prendere piede gradualmente nel corso di un anno in un luogo inizialmente estraneo e disorientante. Viviamo come un tu senza nome lotta per la connessione al luogo e le radici, come le motivazioni più profonde dell'essere umano si realizzano qui e ora, e vogliono assumere i contorni concreti di una vita che può essere guardata e rivissuta, di cui si può raccontare. Questo arrivare non è facile ed è accompagnato da dubbi: "Non hai ancora storie qui / e nessuna forma", si dice inizialmente, entrambe le cose si sviluppano solo gradualmente, fino a quando non si può dire: "Guarda / questo è ciò di cui hai bisogno / qui / qui c'è la vita". Il qui si rivela come un luogo di possibilità, come una sfida a lasciarsi alle spalle il passato traumatico, a prendere in mano la propria vita, a scrivere la propria storia e a riconquistare anche la partecipazione al grande tutto: "Cose che tracciano cerchi / tu sei parte di esse / anche se te ne sei dimenticato".