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La Fujin Pro di Razer alla prova: quasi uguale non significa altrettanto buona

Samuel Buchmann
23.4.2024
Traduzione: Martina Russo

Il brand di videogiochi Razer si è cimentato nella creazione di un’elegante sedia di fascia premium: la Fujin Pro ispirata alla Aeron di Herman Miller. L’imitazione di Razer è un’alternativa valida all’icona? La mia schiena ha qualche dubbio.

La Fujin Pro è l’ultima «gaming chair» di Razer. Quando sento questo termine, penso subito a quelle ingombranti sedie in similpelle in stile auto da corsa. Non le posso vedere. Sono inguardabili, di solito dannose per la schiena e del tutto inadeguate alla scrivania. Insomma: da quali forze G dovrebbero proteggermi queste cavolo di imbottiture latera...

...ma sto divagando.

Fortunatamente, da qualche anno tra i gamer si sta diffondendo un contromovimento. Sia su Twitch che su YouTube si vedono sempre più spesso delle sedie da ufficio classiche. Gli streamer con un budget ridotto si siedono su modelli tipo la Markus di Ikea, mentre altri si concedono una Herman Miller. Hanno un aspetto più professionale, ma soprattutto fanno meglio alla salute.

La Fujin Pro di Razer si orienta alle sedie da ufficio di fascia alta anche per quanto riguarda il prezzo. Costa più di 1000 franchi o 1200 euro: meno del modello a cui si ispira, ma comunque molto. Vale questo prezzo? Metto alla prova la Fujin Pro in un confronto diretto con l’Aeron.

Design e finiture: schienale elegante, estetica raffinata

La sedia viene fornita smontata, ma con tutti gli attrezzi necessari per assemblarla. Razer consiglia che a montarla siano due persone, ma chi ha un minimo di abilità può farlo anche in autonomia. Appena mi ritrovo davanti la Fujin Pro assemblata, resto piacevolmente colpito: a un primo sguardo, i materiali e la lavorazione mi danno un’impressione di solidità.

La base e la struttura sono in metallo verniciato di grigio. La seduta è costituita da una struttura in plastica rivestita in tessuto a rete, mentre i braccioli sono rivestiti in similpelle. Sono le uniche parti un po’ di giocose. Il resto della sedia non ha parti traballanti. La portata massima indicata da Razer è 136 chilogrammi. Le rotelle sono adatte solo a scorrere su tappeti. Sul parquet non vanno molto bene.

Nella maggior parte delle sedie o si può inclinare all’indietro solo lo schienale, oppure schienale e seduta sono collegati a un angolo fisso e oscillano insieme avanti e indietro. Nella Razer Pro di Fujin, la seduta e lo schienale sono collegati ai rispettivi snodi, proprio come nell’Aeron di Herman Miller. Ciò significa che quando mi appoggio all’indietro, la seduta si inclina leggermente all’indietro, ma lo schienale si inclina di più.

Possibilità di regolazione: non sempre sono un plus

La Fujin Pro è regolabile in tutti i modi possibili. Le leve e i pulsanti sono tutti posizionati e indicati in modo razionale. Queste sono le regolazioni che ho a disposizione:

  • altezza del sedile
  • resistenza della funzione di dondolamento
  • blocco dello schienale in quattro posizioni
  • profondità della seduta e posizione del sedile
  • altezza, allineamento e posizione dei braccioli
  • posizione e intensità del supporto lombare
  • altezza e inclinazione del poggiatesta

A differenza del modello di Herman Miller a cui si ispira, la Fujin Pro di Razer è disponibile in un’unica misura piuttosto grande. Le dimensioni sono simili a quelle della Aeron versione C, che è la misura più grande. La profondità della seduta va abbastanza bene per i miei 186 cm di altezza, anche se devo spingere il sedile completamente indietro. Temo che le persone al di sotto dei 175 cm abbiano le cosce troppo corte per la sedia.

La seduta non è solo profonda, ma è anche larga. Di conseguenza, anche i braccioli sono molto distanti tra loro. È vero che si possono spostare e ruotare leggermente verso destra e verso sinistra. Ma anche posizionandoli il più vicino possibile, restano a una distanza eccessiva per uno esilino come me.

La cosa che mi piace di meno, però, è il meccanismo del supporto lombare. Posso regolare perfettamente sia l’altezza che l’intensità. Ma la regolazione non tiene. Se avvito i cuscini in avanti e spingo forte con la schiena, sento un «clack-clack-clack» e il supporto lombare torna nella sua posizione più morbida. Il meccanismo non ha abbastanza resistenza.

Il poggiatesta dà ancora più problemi. Si può regolare in tre modi diversi. Per farlo non devi premere alcun pulsante, ma devi solo usare un po’ di forza. Ma è proprio questo che causa ben presto problemi al meccanismo. Dopo solo due settimane, non scatta più in posizione. Un problema segnalato da altri utenti.

Comfort della seduta: il supporto lombare della Fujin Pro non fa il suo lavoro

Questo mi causa il problema più grande con la Fujin Pro di Razer: dopo un po’ mi viene sistematicamente il mal di schiena. Sospetto che i motivi siano tre:

Dal momento che ogni schiena è diversa, la mia esperienza negativa non deve valere necessariamente per tutte le persone. Se la tua schiena ha bisogno di poco supporto, la Fujin Pro non ti darà problemi.

Rispetto all’Aeron, la Fujin Pro ha anche il poggiatesta. Se correttamente regolato, lo trovo comodo se voglio appoggiarmi completamente allo schienale, ad esempio per guardare un video su YouTube. Ma è una cosa che faccio raramente e quando sto in posizione eretta il poggiatesta risulta superfluo. Fra l’altro, mi tocca anche sistemarlo continuamente perché il meccanismo è difettoso. La cosa mi irrita così tanto che a un certo punto preferisco smontarlo del tutto.

Garanzia: che sciocchezza

Quando si arriva alla garanzia, Razer fa un grosso scivolone. Di solito nelle sedie di livello premium la garanzia copre i guasti ai materiali per un periodo di tempo piuttosto lungo. Ecco qualche esempio:

  • Aeron di Herman Miller: dodici anni su tutto, compresa la rete
  • Karman di Steelcase: dodici anni sulla rete, otto anni sul resto
  • Net Back di Giroflex: cinque anni su tutto

E la Fujin Pro di Razer? Nell’UE ha cinque anni di garanzia su telaio, meccanica e braccioli e solo un anno sul tessuto a rete.

In breve

Punti deboli inaccettabili per questo prezzo

Con il suo primo tentativo nel mondo delle sedie in rete, Razer ha indovinato un sacco di cose. La Fujin Pro ha un’estetica gradevole, un design ergonomico e si regola con grande flessibilità. La funzione di dondolamento a due snodi funziona bene. Se mi ci siedo per periodi brevi, sto comodo. Non c’è nulla da eccepire ai materiali scelti e anche la lavorazione è perfetta, nella maggior parte dei punti.

Ma, appunto, solo nella maggior parte. I meccanismi di regolazione del poggiatesta e del supporto lombare presentano entrambi dei problemi. La cosa non è gravissima per il poggiatesta, che è relativamente poco utile. Ma il supporto lombare che non resta in posizione è un problema più serio. E anche quando resta in posizione, con la sua forma a farfalla sostiene più i reni che la colonna vertebrale. Se resto seduto troppo a lungo sulla sedia, mi viene il mal di schiena.

Trovo altrettanto ingiustificabile la misera garanzia offerta da Razer. Due anni (nell’UE solo un anno) sul tessuto a rete sono troppo pochi. Ecco perché la Fujin Pro si posiziona ben al di sotto del suo palese modello di riferimento: la Aeron di Herman Miller, che costa di più. Tuttavia, è un prodotto maturo, venduto con dodici anni di garanzia. L’imitazione di Razer avrebbe potuto funzionare, ma pecca in alcuni dettagli importanti. In una sedia premium, quasi uguale non significa altrettanto buona.

Pro

  • posizione di seduta ergonomica
  • buon meccanismo di dondolamento
  • materiali di qualità
  • previene la sudorazione grazie al tessuto a rete
  • numerose possibilità di regolazione

Contro

  • supporto lombare autoregolante
  • forma del supporto lombare non ottimale
  • poggiatesta che tende a rompersi
  • una sola misura per persone alte
  • garanzia insufficiente
  • troppo costosa, considerati i punti deboli

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Le mie impronte digitali cambiano talmente spesso che il mio MacBook non le riconosce più. Il motivo? Se non sono seduto davanti a uno schermo o in piedi dietro a una telecamera, probabilmente mi trovo appeso a una parete di roccia mantenendomi con i polpastrelli. 


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